Con oltre 100 ettari di frutteto, l'azienda Acciarri di Ortezzano (Fermo) è fra le più grandi e organizzate di tutta la Val D'Aso, nelle Marche. Pere, kiwi, pesche e nettarine sono le principali referenze coltivate dai fratelli Paolo e Marco Acciarri. "Abbiamo a disposizione pere Coscia fino a ottobre - spiega Paolo Acciarri - che vendiamo per lo più alla Gdo e ai mercati all'ingrosso italiani".
Acciarri può contare su oltre 5 ettari di frutteto di Coscia, per un totale di circa 250 tonnellate di prodotto raccolto quest'anno. "Il de-stoccaggio sta procedendo regolarmente e siamo soddisfatti delle vendite. La forbice di prezzo oscilla fra 1 e 1,60 euro/kg, a seconda della qualità. Non sono prezzi da disdegnare, però speravamo in qualcosa di meglio, considerati anche i costi di produzione di quest'anno".
Paolo Acciarri
Il problema principale per l'azienda marchigiana è reperire manodopera. "E' davvero difficile trovare operai, non dico specializzati, ma anche solo generici che siano disposti a lavorare in campagna. Per ottenere un prodotto di elevata qualità occorre raccogliere con molta attenzione e in più passaggi e, per fare questo, servono lavoratori".
Nel secolo scorso la Val d’Aso, insieme alle colline dell’entroterra di Fermo e Ascoli, erano le principali aree produttive italiane di pera Coscia che, con i suoi alberi monumentali di oltre 8 metri di altezza, raggiungeva una produzione complessiva di oltre 10.000 tonnellate. Negli anni ’80 si è assistito a un declino di questa coltivazione, a causa sia della scarsa remunerazione sia delle difficolta di raccolta dei vecchi impianti non meccanizzabili e, conseguentemente, non garanti da un’adeguata sicurezza degli operatori agricoli.
"Ora la nostra azienda - conclude Paolo Acciarri - è tornata a scommettere su questa coltura e stiamo progettando di investire ancora nella pera Coscia".
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