Meno burocrazia per creare invasi per l’accumulo delle piogge durante l’inverno, ma pensare anche a desalinizzatori dell’acqua di mare, come succede in nazioni aride quali Israele. E’ la proposta che Mattia Tampieri, responsabile di Uimec Uil Forlì - Cesena sostiene per prevenire nuove crisi idriche.
Condotte mobili, una soluzione temporanea ma efficace
“Nonostante l’estate sia appena iniziata - afferma Tampieri - il perdurare delle elevate temperature e della mancanza di precipitazioni sta infliggendo il colpo di grazia alle coltivazioni agricole. Si stima infatti una diminuzione della produzione del 20% per le colture in atto e di percentuali ben più gravi per le colture tardive, nonché per i secondi raccolti. Oltretutto, i problemi si rifletteranno anche sui comparti che gravitano attorno al settore primario, tra cui l’agroindustria che, senza precipitazioni all’orizzonte e con il livello del Po che sta vertiginosamente calando, vedrà purtroppo un tracollo delle produzioni e, di riflesso, un calo del prodotto lavorato, con la conseguente difficoltà nel garantire lavoro ai propri dipendenti”.
Con il rischio desertificazione per migliaia di ettari in Italia e con dati allarmanti alla mano, Tampieri ritiene sia opportuno correre ai ripari e ripensare al sistema di approvvigionamento delle acque per uso agricolo, onde evitare che tale situazione possa ripetersi anche per gli anni a venire, rischiando di compromettere maggiormente il valore ambientale del territorio e del tessuto economico agricolo, da anni alle prese con le più disparate problematiche.
“Come Uimec Uil Forlì-Cesena - precisa - crediamo sia necessario procedere alla creazione di invasi per l‘accumulo delle acque meteoriche, in modo da fornire un’ulteriore riserva idrica e valutare la possibilità, con l’utilizzo delle risorse del PNRR, di incentivare l'estensione della rete di condotte fisse e mobili in pressione, eliminando il più possibile l’uso di acqua per scorrimento e incentivando inoltre tecniche irrigue di precisione”.
Serve però uno snellimento della burocrazia e una particolare attenzione al tema da parte delle istituzioni.
“A fronte di esperienze di altri Paesi, come il già citato Israele, crediamo inoltre sia necessario avviare un’analisi ambientale ed economica circa il recupero delle acque marine, intervenendo sulla desalinizzazione che, idealmente, rappresenta a oggi un’opportunità per il futuro, soprattutto per quello dei territori a rischio desertificazione” conclude Tampieri.