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Il punto con Marco Babini di Terremerse

Il Progetto Nocciolo si amplia nelle Marche e a Roma

"Nei prossimi mesi, metteremo a dimora 30 ettari di nocciolo in provincia di Pesaro-Urbino, andando così ad ampliare il progetto Nocciolo fuori dall'Emilia Romagna. Pure a sud di Roma andremo a impiantare quasi una ventina di ettari". Lo afferma Marco Babini, responsabile del progetto Nocciolo di Terremerse, al quale abbiamo chiesto di fare il punto della situazione.

"Nonostante in questo periodo - continua Babini - vi siano molti agricoltori che puntano sui cereali sfruttando la 'bolla' del momento, c'è chi guarda al futuro e ha deciso di investire sul nocciolo. Nelle Marche e nel Lazio andremo a mettere a dimora superfici importanti, che vanno ad aggiungersi a quelle già presenti più a nord".

Marco Babini

Lanciato nel 2021, l'interesse per il Progetto Nocciolo è notevole. Considerata la durata media di un impianto (30 anni) e dal confronto con altre specie frutticole e con il vigneto, le spese maggiori nella realizzazione di un corileto sono dovute solamente all'acquisto delle piante certificate e all'eventuale realizzazione dell'impianto d'irrigazione.

Lo scopo della cooperativa Terremerse è quello di creare una filiera del nocciolo, a favore dei propri associati. La Cooperativa, oltre a garantire sempre il ritiro totale delle produzioni, realizzerà a Ravenna un impianto per gestire le fasi di lavorazione e stoccaggio, fino alla vendita, e tre centri periferici (Marche, Toscana, Umbria) per gestire le operazioni di campionatura e prima separazione dei lotti di prodotto, per un investimento complessivo di circa 1,5 milioni di euro.

Terremerse crede molto nel nocciolo come valida alternativa per diversificare l'assetto colturale delle aziende, grazie ai bassi costi di impianto, l'alto tasso di meccanizzazione, l'accordo di filiera con Ferrero e la possibilità di accedere alla rendicontazione Ocm con l'Op Terremerse Sezione Ortofrutta.

Per maggiori informazioni
Progetto nocciolo