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La tradizione si semina: Blumen incontra il Centro Appenninico Jucci

"Vogliamo far conoscere a una platea di consumatori molto ampia il patrimonio genetico italiano. Attraverso la selezione e il mantenimento delle varietà locali è possibile presentarle in manifestazioni come la fiera di Rieti, per far toccare con mano ai consumatori le eccellenze di cui la Penisola è ricca", ha spiegato a Freshplaza Paolo Leonardelli, responsabile per Blumen della riproduzione dei semi e della ricerca, a margine della presentazione di Sapori italiani (cfr. articolo correlato). 

Paolo Leonardelli, responsabile per Blumen della riproduzione dei semi e della ricerca

"La collaborazione con il centro Jucci - ha proseguito - ci consente, attraverso l'allestimento del campo-catalogo, di far conoscere le varietà direttamente in campo, osservando le prestazioni delle stesse e verificando anche la loro attitudine a essere coltivate nell'areale reatino, che è una piana idonea all'orticoltura. E quindi c'è la possibilità di raccogliere dei dati per verificare se altre varietà possano essere coltivate in maniera economicamente sostenibile da parte degli agricoltori".

Conservazione e valorizzazione sono le parole chiave per decifrare la ricerca costante di Blumen sul germoplasma per intercettare i continui cambiamenti del mercato agroalimentare, sia nazionale che estero, concentrandosi nel miglioramento genetico delle specie. I breeder del Gruppo utilizzano tecniche di miglioramento genetico sia tradizionali sia tecnologiche, basate sull'utilizzo di marcatori molecolari per individuare rapidamente i profili genetici desiderati, e la coltura in vitro (senza l'utilizzo di OGM). 

Solo per fare un esempio, il lungo lavoro di recupero e miglioramento di Blumen sul fagiolo Bingo, un borlotto rampicante tipico de cuneese ora adottato dal disciplinare del Consorzio di Cuneo, ha consentito al prodotto di mantenere le caratteristiche di gusto e acquisire l'elemento strategico della conservazione del baccello. In questo modo i produttori hanno potuto sia presidiare i mercati di nicchia e locali, sia conquistare mercati importanti come quello francese, "parigino, in particolare", sottolinea Leonardelli. 

La collaborazione con il Crea, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria del Mipaaf, ha permesso a Blumen di ottenere un ibrido di Pera d'Abruzzo, antica varietà di pomodoro, che presenta una migliore resistenza ai patogeni mantenendo inalterate le caratteristiche organolettiche dell'ecotipo.

Risultati importanti anche rispetto alla ricerca sul Peperone Rodeo, una varietà moderatamente piccante, utilizzata per la conservazione sottolio, cui Blumen ha conferito una migliore regolarità della forma per assecondare un'esigenza dell'industria della conservazione.

Tre storie che si materializzeranno nel campo-catalogo, che sarà visitabile contestualmente alla Fiera Campionaria Mondiale del Peperoncino prevista a Rieti dal 24 al 28 agosto. Proprio mentre questo articolo appare sul sito, nei terreni del Centro Appenninico del Terminillo - C. Jucci hanno luogo i primi trapianti delle 120 tipicità italiane selezionate dal bagaglio genetico di Blumen.

Fondato nel 1949 dal professor Jucci, entomologo dell'Università di Pavia, dal 1978 il Centro Appenninico è stato rilevato dall'Università di Perugia e vanta una lunga esperienza di studi del miglioramento genetico delle piante agrarie, con particolare riguardo alla produzione e alla creazione di nuovi ibridi di specie ortive.

"Da sempre è una sponda per la ricerca e la sperimentazione a disposizione del territorio", dice a FreshPlaza il direttore del centro Jucci, Marco Fornaciari da Passano, docente di "Botanica ambientale e applicata" a Perugia, ricordando le prove sperimentali su luppolo, patate, pomodoro, piante aromatiche, composti integrati nutraceutici o il recupero di varietà locali come il pomodoro Ovalone (leggi precedente articolo).

"Oltre ai campi sperimentali, il Centro Jucci dispone di una lunghissima banca dati climatici e ha messo in atto collaborazioni importanti come questo incontro con Blumen, cui seguiranno cicli e misurazioni delle prove varietali per capire l'adattabilità degli ecotipi. La valorizzazione della biodiversità agroalimentare richiede il recupero della varietà o la sperimentazione in contesti, in cui si devono fare i conti con l'acqua e con i cambiamenti climatici".

Il Centro Jucci, da questo punto di vista, si sviluppa su tre livelli altimetrici (i 375 metri slm della piana e i 1400-1800 delle altre due stazioni) e questo permette ricerche sui limiti altimetrici delle varietà e rende possibili risposte anche per l'agricoltura di montagna. Una tradizione di ricerca e un'attitudine territoriale che si posizionano strategicamente vicino a uno dei mercati più importanti, quello della Capitale.

Maggiori info: www.blumengroup.it