Almeno 150 fra tecnici e agricoltori hanno partecipato, venerdì 25 marzo 2022, alla giornata tecnica al mandorleto specializzato a Imola (Bologna), organizzata da Romagna Impianti e Fruit Net System. "Il mandorlo in coltura intensiva - hanno spiegato gli organizzatori - può rappresentare un'ottima fonte di reddito, in alternativa alle colture tradizionali".
Clicca qui per il servizio fotografico
Un gruppo di partecipanti
Tutto si basa sulla meccanizzazione spinta e sull'impianto di varietà che fioriscano tardivamente, in modo da evitare possibili gelate. Le principali varietà presenti nei 3 ettari sperimentali di Imola sono Makako e Vialfas.
Clicca qui per il servizio fotografico
Matteo Ferrari
"La coltivazione del mandorlo in maniera intensiva - ha esordito Matteo Ferrari di Fruit Net System - deve essere effettuata seguendo alcuni criteri ben precisi: dalla scelta del portinnesto e varietà alla sistemazione del terreno, fino all'uso della sensoristica per determinare i momenti e le dosi di irrigazione fertilizzazione. L'entrata in produzione avviene al terzo anno e noi consideriamo una vita produttiva dell'impianto fino ai 15 anni".
Clicca qui per il servizio fotografico
Il generatore di calore a gasolio, trainato
In mostra vi era anche un generatore di calore a gasolio trainato da trattrice, utilizzabile in emergenza. Le varietà tardive utilizzate però dovrebbero consentire di evitare la gran parte delle possibili brinate tardive.
La raccoglitrice
Altra macchina presente era la raccoglitrice meccanica: una New Holland da viticoltura adattata al mandorleto con doppio battitore. L'obiettivo dei produttori è quello di arrivare sempre a un raccolto di almeno 6 tonnellate di mandorle all'ettaro (con guscio), con punte fino a 8 in annate particolarmente favorevoli e con la messa a punto di una giusta tecnica di coltivazione caso per caso.
Clicca qui per il servizio fotografico
L'impianto si estende su circa 3 ettari
Cristian Menghetti di Eurocompany ha detto che i prezzi delle mandorle sono stati buoni, nel 2021. "Abbiamo liquidato 6,40 euro punto resa, vale a dire il prodotto sgusciato ed essiccato e sulla base di una buona qualità. Il netto in genere è il 30-40% di quanto raccolto in campo".
Michele Zaniboni
Michele Zaniboni di Romagna Impianto ha posto l'accento sul fatto che non sono necessarie ampie superfici per rendere sostenibile la coltivazione, in quanto si possono impiegare attrezzature già usate per altre coltivazioni. "Già con un ettaro - ha concluso - si può ottenere una buona remunerazione grazie alla meccanizzazione, con costi piuttosto contenuti".
Per maggiori informazioni
info@romagnaimpianti.com
info@fruitnetsystem.it