La carenza di prodotto sta mantenendo i prezzi a un livello dignitoso per tutta la filiera di pere e kiwi. Per le mele, invece, si assiste a una stabilità o leggero calo, escludendo alcune varietà club. E' il punto di vista di Giancarlo Minguzzi del gruppo italiano Minguzzi di Alfonsine (Ravenna) e presidente dell'associazione Fruitimprese Emilia Romagna.
"Pere ce ne sono poche, si sa, e la carenza è stata colmata in molti casi con Conference provenienti da Belgio e Paesi Bassi. Abbiamo visto in vendita prodotto di buona qualità, senza difetti e a prezzi ragionevoli. Le pere Abate nazionali, invece, hanno davanti a sé poche settimane di vendita, in quanto le scorte si stanno velocemente esaurendo".
Foto d'archivio
Sul fronte kiwi, ci sono quantitativi in meno rispetto alla domanda generale e questo mantiene i prezzi buoni. "Il prodotto italiano si distingue, ma parallelamente abbiamo visto pure dell'ottimo kiwi greco sui nostri mercati, proposto a prezzi più competitivi. Sul fronte esportazioni non ci sono problemi: il kiwi italiano è ricercato e, nelle prossime settimane, aumenterà ancora la vendita oltrefrontiera".
Capitolo mele: il prodotto non manca e i prezzi sono stazionari. "In taluni casi anche in leggero calo. Staremo a vedere ora come evolverà la situazione, ma noto che il prodotto a marchio subisce minori scossoni. Ad esempio, Pink Lady si vende bene e alle cifre richieste, ma è così per tutto il prodotto di qualità club. Anche all'estero le vendite procedono spedite: non abbiamo registrato problemi logistici. Verso la Gran Bretagna c'è qualche difficoltà, non tanto legata alla burocrazia post Brexit, quanto ai consumi interni che, secondo me, sono più accorti e meno generosi verso l'ortofrutta estera. Ma spero sia solo una mia impressione".
Sul fronte del rincaro energetico, Minguzzi dice: "Ora nella stagione invernale i consumi delle celle frigo non sono eccessivi e, grazie al fotovoltaico che quasi tutte le aziende hanno implementato, si tamponano i rincari. Sono invece molto preoccupato per i mesi da maggio in avanti, quando i frigoriferi lavoreranno a pieno regime e i pannelli potranno fornire solo una minima parte della corrente elettrica necessaria: allora i costi saranno davvero in crescita".