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Focus sul mercato mondiale delle pere

Le ondate di freddo avute in primavera hanno portato scompiglio in alcuni paesi europei produttori di pere, con una perdita fino al 90% per alcune varietà italiane, e volumi più bassi previsti nei Paesi Bassi e in Germania, anch'essi con perdite. Questo dovrebbe portare a prezzi molto più alti della media, con il mercato tedesco che si aspetta un incremento delle quotazioni fino al 50%. Altri mercati come l'Australia e il Nord America non sono stati altrettanto influenzati dal clima e si aspettano una stagione più positiva, con l'Australia che sperimenta un aumento dei consumi e il Nord America che sta assistendo a un aumento nell'acquisto di pere biologiche.

I Paesi Bassi: pere molto più grosse dell'anno scorso
Nei Paesi Bassi, la raccolta delle pere è in pieno svolgimento. I coltivatori olandesi sono ottimisti riguardo alla stagione. Non solo il raccolto di pere è inferiore all'anno scorso, ma si prevedono buone opportunità sul mercato anche a causa del raccolto di pere nettamente più basso in Francia e in Italia. "Nei Paesi Bassi è già stata raccolta la maggior parte delle pere, a parte alcune varietà tardive. Quest'anno la frutta ha dimensioni molto più grandi di quelle dell'anno scorso. Mentre l'anno scorso avevamo un gran numero di pere al di sotto del calibro 60 mm, quest'anno stiamo lavorando sodo per far arrivare nei canali giusti il grande numero di pere da 70 mm e più - dice un commerciante - Le dimensioni hanno fatto sì che, nonostante il basso numero di unità, i quantitativi raccolti ci siano comunque, anche se questo valore è ancora significativamente inferiore a quello dell'anno scorso nella maggior parte delle aree di coltivazione. La qualità delle pere è fantastica, con una buona consistenza e un ottimo sapore. Da punto di vista dell'aspetto ci sono alcuni problemi dovuti alle basse temperature avute durante la fioritura e l'allegagione. Le pere Conference sono chiaramente più rugginose e la buccia delle pere Lucas non è così liscia come negli anni precedenti. Attualmente, le esportazioni sono già iniziate e i volumi sono ancora gestibili grazie alle produzioni locali. Ci aspettiamo che le esportazioni aumentino costantemente nelle prossime settimane, contribuendo alla giusta determinazione dei prezzi".

WAPA ha previsto che il raccolto di pere Conference di quest'anno sarà di 805.000 tonnellate e secondo i coltivatori tale valore sembra avvicinarsi molto alla realtà. La qualità delle pere olandesi sembra buona, come anche le dimensioni. Secondo i coltivatori olandesi, i clienti dovranno abituarsi al livello dei prezzi, che è più alto degli anni precedenti. E' difficile prevedere quali saranno le conseguenze per l'esportazione. 

Germania: Prezzi tra il 30-50% più alti dell'anno scorso
L'amministratore delegato di una grande azienda della Germania settentrionale ha detto che la commercializzazione delle loro pere avviene a livello nazionale in parti uguali nel commercio al dettaglio di prodotti alimentari e nel commercio specializzato di alimenti naturali. Il volume del raccolto di quest'anno è più basso di circa il 25% rispetto all'anno scorso e corrisponde a una resa di 25.000 tonnellate di pomacee, tra cui il raccolto di pere totale è di 350-400 tonnellate; tuttavia, la quota principale del raccolto è costituita da mele. Le varietà Alexander Lucas e Conference occupano circa il 60%, se non il 70%, del raccolto di pere. Tutto il resto si divide tra le varietà Xenia e Novembra. Oltre a questo, l'azienda offre anche varietà coltivate nella regione settentrionale della Germania, come per esempio 'Köstliche von Charneux' e Clapps Liebling.

La domanda di pere biologiche è aumentata abbastanza bene, ma non si possono ancora dare cifre esatte: "Abbiamo notato che al momento molti clienti della vendita al dettaglio di prodotti alimentari e dei discount dispongono di pere biologiche nell'assortimento, ma non in modo permanente. Pertanto è difficile dire qualcosa in generale sui tassi di crescita. Se si tratterà di vendite costanti si potrà dire solo dopo qualche anno".

Attualmente, l'azienda è ancora nelle prime fasi di commercializzazione delle pere. "Nel complesso siamo l'ultima zona in Germania in termini di sviluppo della vegetazione. Ma quello che si può già determinare, credo, è che la quantità di pere sia biologiche che convenzionali sarà significativamente più bassa di quella degli ultimi anni. Sarà una stagione molto costosa puramente in termini di volumi di raccolto. I nostri prezzi di vendita sono superiori del 30-50% rispetto all'anno scorso".

Italy: la peggiore stagione delle pere di sempre
Il comparto produttivo italiano delle pere ricorderà il 2021 come un’annata molto negativa. La produzione al nord è stata quasi azzerata a causa delle gelate di primavera. Un operatore del nord d’Italia calcola che la pera Abate ha subito un calo del 90%: la zona di produzione è Emilia Romagna e Veneto, che è stata la più colpita dalle basse temperature di aprile.

La situazione delle pere estive, rispetto a quelle autunnali, è stata leggermente migliore in termini di quantità e la maggior parte del prodotto è stato già venduto.

Per l'Abate, i prezzi al dettaglio sono aumentati in maniera esponenziale, superando anche i 4 euro al kg. Secondo un operatore, questo non serve a nessuno in quanto i produttori comunque non fanno abbastanza reddito, mentre i consumatori scelgono altre referenze.

A causa della mancanza di prodotto si assiste ad importazioni di pere come mai in passato, soprattutto dalla Spagna.

L’export della campagna 2020/21 si è infatti attestato su circa 112.000 tonnellate, in risalita dopo gli esigui volumi dello scorso anno (+55%) ma su livelli modesti se confrontati con il triennio 2016/2019 (-23%) e lontani dalla media delle precedenti annate quando venivano raggiunte stabilmente le 150.000 tonnellate.

In termini di valore l’export complessivo ha sfiorato i 140 milioni di euro registrando una variazione positiva del 31% rispetto all’annata 2019/20, con un prezzo medio annuo che flette di sedici punti percentuali sulla scorsa stagione pur mantenendo una posizione superiore al recente passato.

I paesi dell'UE (28) rappresentano il 90% del totale mentre le destinazioni dell'Europa Extra UE (28) raggiungono il 7% del complesso durante l'ultima stagione commerciale in cui prevalgono Regno Unito e Svizzera. A livello comunitario oltre l’80% dei quantitativi si concentra in pochi mercati, tra i quali spicca come sempre per importanza la Germania destinataria nell’ultimo campagna del 45% del totale, segue Francia al 15%, Austria 9%, Romania 5% e Regno Unito al 3%, Ungheria, Svizzera e Slovenia al 2% ciascuna.

Secondo i dati Gfk Consumer Panel, la frequenza con cui le famiglie Italiane acquistano Pere in media è pari a 7.5 volte all’anno ed è inferiore, tra le tipologie principali, solo ai livelli raggiunti da Mele (12.1), Arance (10.2) e Limoni (8.1). L’acquisto medio per atto di acquisto di Pere è pari a 1.1 kg, piuttosto stabile rispetto al passato recente.

Nonostante si potrebbe pensare alle Pere come categoria acquistata da tutte le famiglie, il parco raggiunto nell’ultimo anno è pari a 15.244.000 famiglie pari al 58% delle famiglie Italiane. Pertanto la Categoria mostra sì dinamiche positive ma è anche contraddistinta da notevole potenziale teorico di sviluppo, considerato che il 42% delle famiglie non la acquista durante un orizzonte temporale lungo pari a 12 mesi.

Turchia: volumi bassi e prezzi alti
I volumi sono più bassi dell'anno scorso, perché durante il periodo di fioritura le temperature sono state alte. Oltre a questo, le dimensioni sono più piccole, mentre la qualità è ancora buona. Nonostante il deprezzamento della lira turca, le quotazioni dovrebbero continuare a essere più alte rispetto all'anno scorso a causa dei volumi inferiori. In termini di piantagione, anche se la superficie totale piantata non è cambiata, la quota delle varietà coltivate su queste superfici è diversa; c'è uno spostamento dalla pera Santa Maria verso la pera Deveci, mentre prima c'era una distribuzione equilibrata tra le due varietà. La Federazione Russa e la regione balcanica sono i principali mercati d'esportazione delle pere turche, mentre il mercato del Medio Oriente è in via di sviluppo.

Nord America: pere biologiche in aumento
"Abbiamo avuto un grande raccolto di pere Bartlett. Le dimensioni sono più o meno le stesse dell'anno scorso, con piccoli cambiamenti in base alla varietà e ai tempi di raccolta - dice un coltivatore e spedizioniere - Il volume stimato dei contenitori in arrivo sembra molto simile a quello dell'anno scorso".

I volumi di pere provengono dal nord-ovest del Pacifico e il coltivatore e spedizioniere nota che le sue forniture sono rappresentate per circa il 35% da pere biologiche. "Il nostro raccolto inizia con le varietà più precoci come Bartlett e Bosc nelle zone della valle più bassa vicino alla nostra sede di Yakima, WA, e termina con le varietà più tardive e nei nostri frutteti più settentrionali vicino al confine canadese", dice il coltivatore spedizioniere.

In questo momento le pere Bartlett, Bosc e Red Pears sono in stagione con i volumi di Anjou appena dietro. "La produzione di pere Anjou si sta sviluppando, sia per quanto riguarda le Anjou verdi che per quelle rosse - affermano - Continuiamo ad avere una fornitura costante di pere asiatiche, che negli ultimi anni sono salite al 4° posto tra le pere (Nielsen)".

La domanda viene da tutti gli Stati Uniti, dal Canada e dal Messico, ma il Sud e Centro America, il Medio Oriente e l'India sono tutti mercati forti e in via di sviluppo.

Secondo i dati Nielsen per le ultime quattro settimane con termine all'11 settembre, i prezzi delle pere sono aumentati del 4%, mentre il volume è rimasto stabile allo 0,1%, con una media al dettaglio del 4% a 1,79 dollari.

Più specificamente in base alle varietà, le vendite di pere Bartlett sono aumentate del 5% in valore e dell'1% in volume, con un aumento medio al dettaglio del 5% a 1,67 dollari per 500 grammi circa. Successivamente le vendite di pere Bosc sono diminuite e hanno spinto giù anche quelle delle pere Anjou dato che il nord-ovest pacifico stava smaltendo gli stock di Anjou. Le pere Bosc sono aumentate dell'11% in termini di valore e dell'8% in volume, con una vendita al dettaglio del 3% a 2,08 dollari.

Anche i prodotti biologici sono degni di nota. Secondo Nielsen, i prezzi delle pere biologiche sono balzati del 16% rispetto all'anno precedente, con un aumento del volume del 2% e una media al dettaglio del 14% a 2,28 dollari per 500 grammi circa. Anche la quota di volume delle pere biologiche è aumentata dell'8%, riprendendo a crescere dopo il calo dell'estate scorsa.

In termini di vendite del prodotto confezionato, la percentuale sul mercato statunitense è rimasta bassa (al 18%), a differenza della media registrata a metà 2020 durante il picco della pandemia. I prezzi del prodotto imballato sono aumentati del 47%, tuttavia, e il volume è aumentato del 46% rispetto all'anno precedente, alludendo all'aumento della quota di volume complessiva nei prossimi mesi del raccolto.

Australia: le vendite di pere aumentano significativamente in Australia
Gli ultimi dati mostrano che, nell'anno conclusosi a maggio 2021, le vendite di pere australiane sono aumentate rapidamente, al 9,2% in termini di valore e aumentando del 5,2% in termini di volume/peso. La percentuale delle famiglie che acquistano il prodotto è rimasta costante, mentre la spesa media in dollari è salita da 19,31 a 20,89 dollari, oltre ad aumentare in termini di peso medio acquistato. I dati hanno rilevato anche che il 68,1% di tutte le vendite in dollari di pere è stato venduto attraverso i grandi supermercati (Coles, Woolworths e Aldi). Dal punto di vista della produzione c'è stato un leggero aumento dei volumi di pere secondo le ultime statistiche di Hort Innovation. Per l'anno conclusosi a giugno 2020 sono state prodotte 118.545 tonnellate (un aumento del 4%), e il valore è aumentato del 13% a 130 milioni di dollari. I volumi di esportazione sono aumentati del 6% a 9.732 tonnellate, ma hanno avuto un leggero calo dell'1% nel valore fino a 16,1 milioni di dollari. La maggior parte delle esportazioni è andata in Nuova Zelanda, mentre al contempo non è stata registrata alcuna importazione di pere fresche in Australia.