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Prima bisogna domare le fiamme

Incendi in Sardegna: difficile ora fare una stima realistica dei danni

Ogni estate la Sardegna viene brutalmente deturpata dalle fiamme. E anche questa volta è toccato a diversi comuni sardi affrontare l'emergenza, che però non aveva mai raggiunto i livelli registrati quest'anno.


Vigili del fuoco impegnati contro gli incendi nell'oristanese (Fonte: vigilfuoco.it)

Nella Regione sono operativi 22 mezzi aerei, e hanno iniziato a operare i 4 canadair, due provenienti dalla Grecia e due dalla Francia, grazie all'attivazione, da parte del presidente della Regione Christian Solinas e della Protezione Civile, dei protocolli di solidarietà internazionale. A terra sono al lavoro 7500 persone. Nella provincia di Oristano la situazione peggiore, al momento; i venti di Scirocco prima, poi di Libeccio, hanno allargato il campo di azione delle fiamme.

Sono circa 20.000 gli ettari andati in cenere finora (boschi, pascoli, aziende agricole, stalle, case, scuole, uffici) e c'è forte preoccupazione, perché è atteso l'arrivo del Maestrale.

"E' fondamentale agire subito e non lasciare che si spengano i riflettori e ci si dimentichi delle vittime di questo violento incendio - afferma il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu - Per questo è importante attivare a strettissimo giro una task force di tecnici di Argea che sul posto rilevino i dati delle perdite, quantificando i danni in modo tale da attivare la misura 5.2 del Psr, che consenta di sostenere le aziende".


(Fonte: Pagina Facebook Coldiretti Giovani Impresa Sardegna)

La sottomisura del Psr garantisce alle aziende agricole "la vitalità e la permanenza sul territorio attraverso il ripristino del potenziale produttivo agricolo, zootecnico, dei terreni e delle strutture agricole danneggiati o distrutti, a seguito del verificarsi di calamità naturali, di avversità atmosferiche o di eventi catastrofici".

Da canto suo, il presidente di Cia Sardegna, Francesco Erbì, ha dichiarato: "Migliaia di ettari di inestimabile patrimonio boschivo e macchia mediterranea andati in fumo, centri abitati accerchiati dalle fiamme e campagne distrutte con capannoni e strutture agricole bruciate e perdite ingenti tra coltivazioni e bestiame. Davanti a questa emergenza assoluta, siamo al fianco delle centinaia di agricoltori e allevatori che stanno lottando per cercare di salvare le aziende dal fuoco recuperando animali e mezzi di lavoro. Siamo pronti a garantire loro la necessaria assistenza, sia per la dolorosa conta dei danni subiti, sia per sostenerli nella ricostruzione e ripartenza".

Confagricoltura è in contatto con gli associati, ma le comunicazioni sono molto difficili: non ci si può spostare, in molti luoghi manca la corrente elettrica e anche i telefoni spesso sono fuori uso. Difficile ora fare una stima realistica dei danni.


(Fonte: Pagina Facebook Confagricoltura)

Un paio di operatori del settore e un tecnico agronomo, raggiunti da FreshPlaza, riportano che "effettivamente i danni sono tanti e  importanti, ma ancora non se ne riesce a stimare l'entità. Una tragedia: fumo, cielo di tutti i colori dal rosso all'arancione al giallo, caldo infernale. Il vento dei giorni scorsi non ha fatto altro che diffondere facilmente le fiamme. Si spera che i focolai vengano domati quanto prima, poiché spaventa l'arrivo previsto del Maestrale".

Nel frattempo, è stata fermata l'avanzata del grande incendio che da sabato mattina sta devastando i territori del Montiferru, della Planargia e del Marghine, fra le province di Oristano e Nuoro. L'emergenza però non è finita.

Oltre ai danni causati ad aziende, animali, api, oliveti e boschi, il fuoco non ha risparmiato nemmeno l'olivastro millenario di Cuglieri (antico albero, dal fusto di 10 metri, considerato un patriarca vegetale, raro esempio di archeologia botanica) e l'olivo secolare di Cabras.