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Il Tar del Lazio boccia l'ipotesi di assunzione dei liberi professionisti

Centri assistenza agricola: stralciata la convenzione Agea

Negli ultimi mesi, la questione aveva tenuto banco, ma il ricorso dei liberi professionisti è stato vinto e tutto rimane come prima. Stiamo parlando dell'ipotesi per cui per accedere ad Agea occorreva essere assunti da un Centro di assistenza fiscale (le associazione di categoria, in pratica), tagliando così fuori i liberi professionisti (cfr. FreshPlaza del 21/05/2020).

"Giustizia è fatta - commenta Luciano Mattarelli di consulenzaagricola.it - in quanto il ricorso sulla Convenzione Agea è stato accolto. E' stata annullata la parte della convenzione che prevedeva l'obbligo di assunzione di tutti gli operatori da parte dei Centri di assistenza fiscale. Una norma che avrebbe tagliato fuori oltre 2000 liberi professionisti".

"Una vittoria attesa, che ha annullato quello che nei fatti si è dimostrato un atto illegittimo". Con queste parole il Conaf saluta con soddisfazione la sentenza con cui il TAR del Lazio accoglie il ricorso presentato dal Centro assistenza agricola liberi professionisti, dal Consiglio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati e dalla Rete Professioni Tecniche e annulla la deliberazione n.25 del 6.11.2020 del Direttore di Agea.

Una vittoria completa e soddisfacente, anche nelle motivazioni, che demolisce l' "Approvazione della Convenzione per gli anni 2020-2021 tra l'organismo pagatore Agea ed i Centri di Assistenza Agricola" e l’allegata Convenzione, nella parte in cui si impone ai CAA di dotarsi di personale dipendente per accedere al SIAN (indispensabile per la gestione del fascicolo aziendale).

Nelle motivazioni della sentenza, il giudice accoglie l’obiezione mossa dai ricorrenti, ossia che per i lavoratori dipendenti non è richiesto il possesso di alcun titolo di studio specialistico né del necessario tirocinio specialistico, così che la disciplina introdotta avrebbe l’effetto opposto a quello dichiarato, ossia di valorizzazione della professionalità.

Ciò non toglie che occorra mettere un po' di ordine alla questione, perché comunque le cose in Italia non sono molto chiare. Va tenuto presente che esistono professionisti che operano in maniera poco corretta e che negli anni hanno abusato del loro ruolo; è giusta pertanto la necessità degli enti pagatori di difendersi dalle azioni di tali soggetti. La soluzione, però, non può essere quella di mettere fuori pista le migliaia di operatori che svolgono il loro lavoro con serietà e dedizione, nel rispetto delle regole e forti di una formazione specifica che, molto spesso, non si ritrova nei famosi "lavoratori subordinati" messi al centro dalla nuova proposta di Agea, ormai definitivamente bocciata dal ricorso.