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Commenti dal Lazio, Puglia e Basilicata

Gelate: mandorleti KO dal nord al sud dell'Italia

Continua la conta dei danni, dopo le gelate tardive dei giorni scorsi. La mandorlicoltura è tra i settori che hanno pagato un prezzo molto alto, dal nord al sud del Paese.

"E' troppo doloroso entrare in campo. Non so se rimarrà qualcosa da poter raccogliere: le mandorline stanno cadendo giorno dopo giorno. La parte esterna del frutto ha cambiato colore; l'interno invece, essendo ancora 'gelatinoso' e pieno d'acqua, si è completamente ghiacciato. Doveva essere una campagna record, vista la bella fioritura e la straordinaria allegagione avuta".

E' questo il commento di Domenico Casamassima, un produttore di Castellaneta (Taranto), il quale aggiunge: "Le balle di paglia posizionate nelle coltivazioni non sono bastate, poiché la temperatura è rimasta sotto lo zero per almeno 2 ore. Anche lo scorso anno ho registrato danni, ma la percentuale totale non raggiungeva il 15%. Stavolta, invece, devo aggiungere diverse decine".

Parole simili ci arrivano anche da Giuseppe De Nittis, un agricoltore della provincia di Foggia: "Stavolta a raccogliere è stato il gelo. Circa 5 ettari di mandorle andati persi, un danno del 100%. Trattasi di un impianto giovane che, quest'anno, doveva garantirmi almeno 2 kg di frutti per pianta. Una storia che si ripete ogni volta e sempre più in primavera inoltrata. Avevo in previsione di mettere a dimora altri 9 ettari, ora addirittura sto valutando di estirpare quelli che ho".

Anche il Lazio e la Toscana sembrano registrare danni ingenti. Ad aggiornarci dal Viterbese è Sergio Marcoaldi della cooperativa C.O.P.A., una realtà alla quale conferiscono più di 20 mandorlicoltori dell'alto Lazio e bassa Maremma (per un totale di 240 ettari). "Sarà una stagione in cui mancherà il prodotto, questo è certo. E' rimasto ben poco, circa il 20%. Abbiamo registrato una temperatura di -5,5 °C sotto lo zero, ma in alcuni areali abbiamo raggiunto anche -6 °C. Prima delle gelate, gli impianti più maturi, al quarto/quinto anno dal trapianto, stavano esprimendo un potenziale elevatissimo, con rese anche di 10 kg/pianta".

Anche dalla Basilicata ci giungono brutte notizie, seppure in questa regione il filone della frutta secca abbia iniziato a diffondersi da 2/3 anni, pertanto i campi in produzione sono meno. L'agricoltore Gianluca Petrocelli di Montalbano Jonico (Matera) ci riferisce: "Sugli impianti al secondo anno dal trapianto e gestiti con le nuove tecniche, quei pochi frutticini che iniziavano a vedersi sono andati persi, sebbene per le piante non ci siano stati danni. Percentuali alte anche per quelle poche coltivazioni tradizionali sparse nell'intera regione. In ogni caso, le mandorline presenti non creeranno sicuramente reddito".