Un'ultima tornata di opinioni sulle priorità del comparto ortofrutticolo, cui il ministro dovrebbe mettere mano fin da subito. Dopo i primi interventi (cfr. FreshPlaza del 15/02/2021 e del 16/02/2021), oggi ospitiamo le proposte di altri operatori.
A destra, Pierluigi Gallo
"La prima cosa che farei - dice Pierluigi Gallo della Medi Mais Calabra - riguarda il rispetto delle norme di produzione, già esistenti in Italia, da parte di tutti i prodotti importati. Altrimenti ne impedirei l'ingresso. Incentiverei la diversificazione, puntando su nuove colture, al fine di evitare le sovrapproduzioni, specie in alcuni areali. Infine, siccome non si tratta solo di una questione agricola ma anche economica, come ministro dell'agricoltura comincerei a pensare all'intera filiera: dal seme al bracciante, dalla vendita alla distribuzione".
Giuseppe Appio
Giuseppe Appio della Op Primo Sole di Montescaglioso (Matera, Basilicata) dice: "Da ministro, io penserei ad avere un confronto con il mio collega del Ministero del Lavoro per analizzare le difficoltà dovute alla manodopera. Non tanto alla sua reperibilità, quanto alla burocrazia che interessa la sua assunzione. Bisognerebbe chiedersi se la disoccupazione agricola sia ancora una forma di assistenzialismo verso il lavoratore. Quest'ultimo, per rincorrere l'assegno di disoccupazione, non è incentivato ad avere rapporti di lavoro stabili e ben remunerati. Solo allora passerei alle pratiche commerciali. E' un utopia pensarci, ma a mio parere sono le due cose che, messe insieme, possono risolvere buona parte dei problemi".
Giacomo Suglia
Anche Giacomo Suglia, presidente dell'Associazione Pugliese esportatori ortofrutticoli (Apeo) va subito al sodo: "Prima di tutto, farei delle norme per snellire la burocrazia. Le nostre aziende stanno morendo di burocrazia e relativi adempimenti che si sovrappongono l'uno all'altro. In secondo luogo, occorrono sgravi fiscali, specie per la parte contributiva sulla manodopera. Il ministro dovrebbe capire che se si alleggeriscono i costi sulla manodopera, nel medio periodo vi è un guadagno anche per lo Stato, perché l'azienda agricola fa da volano per tutta la filiera che sta a valle: se gli imprenditori agricoli riescono a produrre e a essere competitivi con i prezzi, tutti ci guadagnano, comprese le entrate fiscali".
A sinistra, Daniele Simonelli
Daniele Simonelli, communication developer di SAIM, afferma: "Da ministro, suggerirei innanzitutto una regolamentazione unica europea che attui davvero le stesse norme per tutti i Paesi membri, ma soprattutto che le faccia rispettare. Inoltre, la necessità di aumentare forme di accorpamento ulteriori a OP e cooperative, così da focalizzarsi sulla qualità. Poi mi focalizzerei sulla ricerca di produzioni che anticipino o posticipino la raccolta e, infine, su metodologie naturali in post raccolta".