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Parla un pioniere nella coltivazione del pero biologico

'Ormai la Gdo pretende il bio come fosse convenzionale'

Mauro Gavioli ha cominciato a coltivare il pero con il metodo biologico 22 anni fa, "in tempi non sospetti", come afferma lui stesso. "Sono stato un pioniere, e sono passato dal 'curare' al 'prevenire', perché di questo si tratta. Il biologico lo si deve vivere, prima di tutto, e poi bisogna crearsi uno standard a misura della propria azienda. Quello che va bene nella mia, non è detto che dia i medesimi risultati in quella di un altro".

Williams

Gavioli coltiva 24 ettari di pero a Cavezzo, in provincia di Modena. Ha 8 varietà, fra cui la Passacrassana, ormai abbandonata da tutti. L'agricoltore ritiene che il pero sia la coltura più difficile in assoluto da ottenere in regime bio. "Non a caso, anche chi coltiva in maniera tradizionale ultimamente ha grossi problemi. Quest'anno, io sono riuscito a registrare ottimi risultati, con una media di oltre 25 tonnellate a ettaro. Ma in passato non ho avuto sempre questa situazione: anzi, nei primi anni è stata davvero dura".

Vicino al pereto, una siepe è indispensabile rifugio per gli insetti utili

I prezzi delle pere biologiche fresche sono buoni, anche se "La Gdo ormai pretende che anche i frutti bio siano perfetti come quelli convenzionali. Con i grossisti si riesce ad avere qualche margine in più, mentre le catene di supermercati, anche quelle estere, vogliono un aspetto perfetto e un grosso calibro. E, per chi fa il biologico in maniera seria come me, è davvero arduo".

Videointervista a Mauro Gavioli e, a seguire, ad Andrea Bolzonaro di Emilbanca 

Come riportato nel video qui sopra, il progetto Agrimanager (cfr. FreshPlaza del 1/10/2020) documenta l'importanza di investire con coraggio in innovazioni e in reti di relazioni di qualità per attuare il cambiamento e per rendere più competitivo il proprio lavoro e l'impresa.