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Centro d'eccellenza internazionale

Inaugurazione del Centro Regionale di Castanicoltura del Piemonte

Sabato 26 ottobre 2019 è stato inaugurato il Centro Regionale di Castanicoltura di Chiusa Pesio (CN), sorto nel 2003 per iniziativa di Regione Piemonte, Università di Torino e Comunità Montane locali, sulla base del legame del castagno con storia e tradizione locali e scommettendo sulle potenzialità della castanicoltura per il territorio nazionale.

Valorizzare una filiera di prodotto puntando al marketing, investire nella gestione delle aree montane attraverso la coltivazione dei boschi, partendo dalla ricomposizione fondiaria, individuare strumenti economici e sociali per mantenere la fruibilità della montagna sono stati i punti chiave affrontati dai politici, rappresentanti degli enti locali, ricercatori e operatori del settore intervenuti.

"Il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ha riconosciuto il Centro di Castanicoltura piemontese come centro nazionale di riferimento per la registrazione di nuove varietà e per la conservazione e moltiplicazione di materiali genetici - sottolinea Gabriele Beccaro, coordinatore del Centro di Castanicoltura piemontese e professore del Disafa - Inoltre, durante la riunione EUROCASTANEA, svoltasi nelle scorse settimane in Portogallo, il centro piemontese, insieme al centro di studio e documentazione sul castagno, è stato scelto come interlocutore per la rete europea delle castagne".

Presso il centro, su una superficie di 5 ettari, il Castanetum è una delle collezioni più ampie a livello mondiale e comprende diverse specie (Castanea sativa, C. crenata, C. pumila, C. mollissima, C. dentata) e loro ibridi, cultivar provenienti da tutto il territorio nazionale, europeo ed extraeuropeo.

Presso il centro si svolgono diverse attività di ricerca e sviluppo: caratterizzazione merceologica delle cultivar e analisi sensoriali, analisi molecolari per l'identificazione e la caratterizzazione genetica delle cultivar, analisi fitopatologiche per la diagnostica e il riconoscimento di agenti patogeni, analisi entomologiche per il riconoscimento di sintomi e artropodi, progettazione di castagneti di pianura in alta densità, recupero produttivo di vecchi castagneti, conversione di castagneti cedui e gestione forestale, valorizzazione qualitativa del legno e propagazione di cultivar autoctone come attività di vivaio. 

"Tutte queste attività di ricerca sono volte sia alla conservazione della castanicoltura tradizionale, sia allo sviluppo di una castanicoltura moderna e meccanizzabile rappresentata dagli impianti intensivi - spiega Gabriella Mellano del Disafa e da anni impegnata nel centro di castanicoltura - L'interesse verso questa tecnica di coltivazione intensiva sta crescendo significativamente perché offre un'alternativa a imprese frutticole da tempo alle prese con situazioni non più economicamente sostenibili e, con il contributo della ricerca, permette di recuperare il potenziale produttivo delle cultivar tradizionali che nel corso del tempo si è fortemente ridotto".

Contatti:
Gabriele Beccaro, Coordinatore Centro Regionale di Castanicoltura e Disafa Università di Torino; Maria Gabriella Mellano, Disafa Università di Torino.
Email: info@centrocastanicoltura.org
Web: www.centrocastanicoltura.org