Una campagna uva da tavola che non sta andando proprio come ci si aspettava. Avere un buon prodotto non ha aiutato le vendite, almeno finora. E se i prezzi possono essere sempre un'incognita (pur essendo leggermente più alti quest'anno), produttori e commercianti arrancano.
Situazione che registrano anche alla Op APOC, che conta 131 aziende agricole associate per 1.910 ettari e un fatturato 2018 per l'uva da tavola di circa 30 milioni di euro (nel 2010 erano 2,8 milioni).
"E' la scarsa richiesta attuale che ci sta dando qualche grattacapo – dichiara Teresa Diomede, Ceo dell'Azienda Agricola Racemus e socia della Op APOC – Non si capisce perché non si riesca a vendere. La merce disponibile è comunque tanta. Molti produttori sono nella fase di stoccaggio del prodotto migliore, in vista delle festività natalizie e di un eventuale exploit stagionale, che fatica ad arrivare e che non si sa se davvero ci sarà".
"La qualità delle nostre uve da tavola è molto alta per tutte le varietà, in quanto non si sono registrate piogge o le temute nebbie mattutine" continua Diomede.
Nel 2011 è nato il marchio Uvitaly: attraverso rigide linee guida, questa certificazione della Op APOC, attesta la realizzazione di un prodotto rispondente a precise caratteristiche in termini di pezzatura, colorazione e grado Brix. Prodotto di qualità ottenuto in un'area territoriale altamente vocata da produttori specializzati e sensibili a mitigare l'impatto dell'attività agricola sull'ambiente.
"Finora l'uva da tavola certificata Uvitaly ha riscosso un grande successo sul mercato e tra i produttori – spiega Rosario Ferrara, direttore coordinatore Op APOC – Non riusciamo a commercializzare sotto questo marchio tutto il nostro prodotto, ma continuiamo a sponsorizzarlo, forti non solo della qualità delle uve dei produttori associati, ma anche del senso di aggregazione che incentiviamo con azioni mirate e con iniziative rivolte non solo ai viticoltori, ma più in generale a fasce più ampie della società civile".
"Limitandoci alle ultime due iniziative, si pensi ad esempio al progetto Semi d'uva-Società x Azione, supportato anche dall'Associazione Nazionale Donne dell'Ortofrutta e alla sponsorizzazione della squadra di basket Olympia di Rutigliano per la stagione appena iniziata (cfr. FreshPlaza del 25/09/2019)".
L'uva a marchio è un progetto a cui tutti guardano con speranza, ma che è ancora difficile da raggiungere. "Stiamo però lavorando affinché questo accada. E, nella nostra strategia, rientra anche la partecipazione a fiere internazionali come la Fruit Attraction di Madrid", continua Ferrara.
"La kermesse spagnola cade in piena campagna viticola, quindi il periodo più giusto per noi produttori e commercianti di uva da tavola – conclude Diomede – C'è la possibilità di incontrare i clienti e rendersi conto nell'immediato di quale sia la situazione di mercato, se si sta lavorando bene, se ci sono problemi e le eventuali misure da intraprendere".
Una nutrita delegazione della Op APOC sarà presente a Fruit Attraction (Madrid, 22-24 ottobre 2019) in Hall 3-Stand 3F01.
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