
"A luglio e ai primi di agosto - riprende Piazza - sono partite dall'Italia quasi 10mila ton di patate, dall'Emilia-Romagna, ma anche dal Veneto". Al netto della vendita, a ciò si associano due elementi. Il primo è che l'export ha alleggerito il mercato interno: volumi minori si sono tradotti così in quotazioni per i produttori che oggi oscillano, in campagna, tra i 20 e i 22 eurocent al kg. "Sono quotazioni dignitose che ripagano dei costi di produzione, specie se si considera che in Emilia-Romagna, in Veneto, in Abruzzo, e nel viterbese si sono raggiunte rese anche dell'ordine di 50/60 ton/ha".
Il secondo elemento ha che vedere con le leggi non scritte del commercio: difficilmente chi si trova bene con un fornitore poi l'anno successivo lo cambia. Con l'esportazione di quest'estate, spiega il direttore di Fedagro Acmo Bologna, "ci siamo fatti notare con un prodotto di qualità e non è escluso che si siano aperte delle buone prospettive anche per l'anno prossimo".
Ora gli scavi in Emilia-Romagna sono alle loro battute finali, lo stesso vale per la zona di Grotte di Castro, mentre in Veneto sono già conclusi: ora si inizia a parlare di frigoconservazione per garantire la fornitura per tutto il resto della stagione. "La partenza - conclude Piazza - è buona e con un sistema coordinato come quello della patata italiana c'è un certo ottimismo per quello che ci riserveranno i prossimi mesi".