Sono chiaramente visibili, a volte sospesi a mezz'aria, a volte in volo fino a 60 chilometri orari. Pesano pochi chili e sono grandi quanto un cane di piccola taglia. In tutto, tre droni ad alta tecnologia, dotati di gps, di una telecamera hd e di sensori notturni. Pattugliano i terminal in geofencing, cioè con un percorso preimpostato. Uno è impiegato a Santiago, due a San Antonio. Come riferisce l'armatore, serviranno da un lato a monitorare il flusso di lavoro per renderlo più efficiente, per esempio andando a individuare le zone morte, in secondo luogo per renderlo più sicuro, per esempio monitorando lo stato delle alte pile di container accatastati. "I nostri supervisori della sicurezza sono incaricati di mantenere le persone e le merci al sicuro, ma mettendosi vicino ai macchinari e alle pile di container sono i primi ad esporsi ai rischi più alti", spiega Espinoza.
La sperimentazione va avanti dal 2016 e da qualche mese sono ufficialmente operativi. Al di là dell'aspetto "ispettivo" dello strumento del drone – l'armatore sottolinea la possibilità di poter controllare comportamenti inappropriati -, la tecnologia si rivela interessante per compiere al posto dell'uomo operazioni pericolose, come l'ispezione di gru e tetti. Per lo più, offrendo una visuale inedita, dall'alto. Le versioni precedenti avevano soltanto una telecamera, ora i nuovi modelli hanno sensori per il volo notturno e un altoparlante per comunicare con le persone a terra.