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di Alessandra Ravaioli in collaborazione con Talkwalker

Le Donne in Ortofrutta: una sensibilita' innovativa, sempre piu' digitale

Da pochi giorni è nata l'Associazione Nazionale "Le donne dell'ortofrutta", una novità nel panorama del settore soprattutto per gli obiettivi che emergono dallo Statuto e dalle prime dichiarazioni delle fondatrici (cfr. precedente news).

L'idea che sta alla base dell'Associazione è quella di "raccontare" l'ortofrutta con una visione al femminile attraverso attività pubbliche, eventi, convegni ma anche articoli, libri, conferenze, fotografie, installazioni artistiche. Si tratta quindi di un'attività che racconterà i contenuti dell'ortofrutta in modo "diverso".



L'idea è stata apprezzata e salutata da una miriade di richieste di adesione da parte di tante imprenditrici e addette ai lavori che, a vario titolo, chiedono di poter essere partecipi di un progetto comune di valorizzazione dell'ortofrutta.

Il primo passo dell'Associazione, il giorno stesso della sua costituzione, è stato il conferimento del titolo di Socia Onoraria a Simona Caselli, Presidente dell'Associazione delle Regioni Ortofrutticole europee e Assessore Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Emilia Romagna. Simona Caselli ha dato una lettura molto interessante e stimolante sulle possibili attività dell'Associazione. Prima di tutto ha evidenziato il ruolo chiave svolto dalle donne in agricoltura, un ruolo spesso nascosto dietro le quinte, ma fondamentale per la crescita del settore.

Le donne in agricoltura e, nello specifico, in ortofrutta, hanno un tasso di scolarità elevato, superiore alla media e mostrano una generale propensione all'innovazione in tutte le aree in cui operano. La visione " al femminile" poi, a livello imprenditoriale mostra una naturale attenzione al consumatore, un'empatia verso la cura del prodotto, della qualità e della presentazione dello stesso che è proprio quello che ci vuole in questo momento per l'ortofrutta italiana.

La cura del dettaglio, l'eleganza e l'attenzione ai bisogni dei consumatori sono strumenti utili al riposizionamento dell'ortofrutta di qualità, in grado, oggi più che mai di conquistare sempre più consumatori e aumentare i margini di profitto per chi la produce.

Sempre più digitali
L'approccio alla comunicazione di settore "al femminile" è sempre più digital e lo dimostrano i grandi numeri ottenuti semplicemente con il lancio del primo comunicato stampa dell'Associazione analizzato con la piattaforma Talkwalker.



Ne hanno parlato, in questi giorni, non solo le donne ma per il 50% anche gli uomini.



Le donne dell'ortofrutta sono molto attive sulle piattaforme digitali e social - da linkedin a facebook e twitter - sia individualmente che attraverso le aziende di appartenenza. Emerge una grande dimestichezza con la comunicazione e con la condivisione di pareri, confronti ed emozioni.

Emerge inoltre una spiccata attitudine alla "qualità" intesa in senso ampio del termine ed infine una importante vocazione alla sostenibilità ambientale ed alla tutela della salute del consumatore.

I numeri dell'imprenditoria agricola femminile

I numeri dell'imprenditoria agricola al femminile sono frammentati e di difficile sintesi ma danno indicazioni interessanti sulla tendenza in atto, negli ultimi anni che vede sempre più donne impegnate ai vertici delle aziende famigliari.

I dati sul settore ortofrutta non sono quasi mai scorporati ma alcuni numeri ci sono e speriamo che il lavoro dell'Associazione Donne dell'Ortofrutta possa aiutare anche ad avere una immagine più chiara di questa realtà in movimento.

Un aspetto molto interessante che caratterizza l'evoluzione delle imprese agricole guidate da donne è la multifunzionalità.



In questo studio, presente sul web, dal titolo Multifunzionalità e innovazione in agricoltura emerge la tendenza diffusa delle imprese femminili a diventare multifunzionali, acquisendo quindi, oltre al ruolo produttivo anche quello ricreativo e ristorativo/turistico.

Più recentemente inoltre sono stati intrapresi numerosi studi tesi a stabilire le eventuali connessioni tra la presenza di donne attive in agricoltura e l'attenzione per gli aspetti ambientali in azienda. A tale proposito, il ruolo delle donne nell'agricoltura sostenibile è stato definito "chiave" negli Stati Uniti (Sachs, 2006) e in Italia si è parlato di un loro "ruolo di assoluto rilievo" nell'agricoltura di qualità, in particolare quella biologica (Manzi-Pallotti, 2008).

Da uno studio di Carla Collicelli per il Censis, è evidente il peso dell'imprenditoria femminile nel settore dell'agricoltura che risulta secondo solo al settore terziario ed è rappresentato da ben 233.000 imprese femminili.

Le imprenditrici femminili in agricoltura rappresentano il 31,3% del totale dell'imprenditoria agricola.



La presenza femminile in agricoltura in Italia è contenuta se confrontata con il dato europeo: la media della presenza femminile nell'UE a 15 Stati è del 32,2%, nell'UE a 25 Stati è del 34,7%2 .Il lavoro autonomo femminile in agricoltura, al di là di uno sguardo quantitativo, necessita di essere analizzato sotto altri punti di vista. Infatti non si deve dimenticare che la copertura di ruoli formali all'interno dell'azienda da parte delle donne non è sempre frutto di una scelta consapevole. Spesso tale scelta risulta influenzata dai possibili vantaggi per il proprio nucleo familiare. Non sono rare le situazioni in cui alla donna viene assegnata la titolarità dell'azienda ma non la gestione vera e propria che resta nelle mani del marito, di fatto formalmente impiegato in altra attività remunerata.

D'altro lato non è da sottovalutare la presenza di molte donne che, pur impegnate nell'azienda di famiglia, svolgono il loro lavoro senza che venga loro riconosciuto alcuno status giuridico o professionale (ONILFA, 2002). In Europa, la maggior parte delle aziende agricole sono a carattere familiare e vengono gestite da una coppia. Tradizionalmente, l'uomo svolge le funzioni di conduttore e di capo azienda, mentre la donna risulta come coniuge del conduttore: quasi una donna su due (48%) tra la popolazione agricola censita risulta svolgere la funzione di coniuge del conduttore (Commissione Europea, 2002). Tra chi si dichiara coniuge del conduttore, inoltre, le donne rappresentano l'80%. (Fonte: Donne e Agricoltura: la situazione in Trentino di CIA Coldiretti Confagricoltura).

Questi pochi dati rilevati e i tanti studi presenti sul settore evidenziano comunque una realtà in evoluzione e tante opportunità di crescita per tutti in un settore che sta assumendo un ruolo sempre più determinante nell'economia nazionale.



Colgo l'occasione, in qualità di Presidente dell'Associazione Donne dell'Ortofrutta per rinnovare l'invito a tutte le donne che fanno parte del settore da almeno tre anni a vario titolo - e comprendendo l'intera filiera produttiva, dal vivaio alla distribuzione - di entrare a far parte di questo nuovo progetto che, ci auguriamo, possa rappresentare una buona occasione per fare rete e sviluppare iniziative interessanti e utili al settore.

Basta una mail a: [email protected]

Alessandra Ravaioli
RP Circuiti Multimedia Bologna
Data di pubblicazione: