Migrazioni e Africa: per la FAO occorre affrontare il nodo della disoccupazione giovanile
Intervenendo a una riunione congiunta dell'Unione europea e dell'Unione africana, ospitata dalla FAO a Roma, il direttore generale José Graziano da Silva, ha rilevato che l'occupazione giovanile dovrebbe essere al centro di qualsiasi strategia per affrontare le sfide economiche e demografiche dell'Africa.
Solo nel 2014, ha ricordato, circa 11 milioni di giovani africani sono entrati nel mercato del lavoro. Ma per molti di loro sono poche le opportunità nel settore agricolo, penalizzati dalla mancanza di competenze, dai bassi salari e dall'accesso limitato alla terra e ai servizi finanziari, difficoltà che li spinge a emigrare dalle zone rurali.
"Promuovere un'agricoltura e uno sviluppo rurale sostenibili è essenziale per assorbire questi milioni di giovani in cerca di un lavoro", ha aggiunto. "Un mondo sostenibile può essere raggiunto solo con il pieno coinvolgimento dei giovani. Devono sentirsi integrati e credere che sia possibile un mondo più pacifico e prospero".
Alla riunione di un giorno, sotto l'egida della Commissione dell'Unione Africana, dalla Commissione Europea e dalla Presidenza estone del Consiglio dell'Unione Europea, erano presenti molti ministri dell'Agricoltura dell'Unione africana e dell'Unione Europea. L'obiettivo dell'incontro: costruire una visione comune su come generare posti di lavoro sostenibili e inclusivi, nel settore rurale, per i giovani africani.
Soluzione in cinque fasi
Il direttore generale ha delineato cinque fasi per coinvolgere i giovani nell'agricoltura e nello sviluppo rurale. Innanzitutto, migliorare la partecipazione e la leadership dei giovani nelle organizzazioni di produttori e in altre istituzioni rurali per dar loro gli strumenti per partecipare al dialogo politico.
In secondo luogo, stimolare gli investimenti del settore privato per creare un settore agricolo moderno e catene di valore dinamiche e costruire le infrastrutture necessarie per gli investimenti agricoli.
In terzo luogo, fornire alle zone rurali servizi migliori come elettricità, istruzione e servizi sanitari.
Il quarto passo è quello di rafforzare i legami fisici, economici, sociali e politici tra i piccoli centri urbani e le loro aree rurali circostanti.
Infine, investire di più nelle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, elemento che ha il potenziale di migliorare l'efficienza in alcuni lavori agricoli e di facilitare l'accesso ai mercati, alle informazioni e alle opportunità di business.