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"Parole d'ortofrutta" di Giancarlo Amitrano

Il ricordo del lavoro in un Mercato generale da parte di un moderno buyer della Gdo

Ho letto di recente un interessante articolo che celebrava la capacità formativa dei Mercati generali sia umanamente parlando sia professionalmente. Non ho potuto fare a meno di ritornare con la memoria agli anni trascorsi nella vecchia sede romana di Via Ostiense, quella storica, quella vera.

Sveglia all'una di notte per essere in ditta verso le 2, in via preferenziale in quanto addetto alla fatturazione; in realtà gli operai erano già lì a scaricare e a fare la "mostra" dalla mezzanotte insieme alla proprietà e, all'arrivo, non potevo esimermi dal sentirmi colpevole di aver goduto di quelle ore di sonno suppletive.

Giancarlo Amitrano

Prima sosta al bar per il caffè, mandato giù velocemente a scappar via per non respirare l'aria intrisa di cognac e pizza calda appena sfornata in un orario per me anomalo, io lavoratore di primo pelo avvezzo solo a libri e mare!

La postazione del computer era all'aperto, per poter registrare le chiamate dei venditori che urlavano il prodotto, i colli e i pesi, quei pesi che diventavano indecenti filastrocche a seconda del numero finale, facendo sorridere tutti i presenti. Ed essendo all'aperto per ore ed ore, vi lascio immaginare d'inverno come era l'abbigliamento per sopravvivere al freddo: strati e strati di indumenti che sembravano non bastare mai.

I senior, nelle prime ore di mercato, annusavano la situazione, sondavano le quantità in entrata e decidevano come posizionare i prezzi con la medesima naturalezza con cui respiravano. I conferitori lasciavano i loro prodotti in conto commissione senza fiatare o accennare alla liquidazione attesa; c'era una totale fiducia tra le parti, mai più ritrovata nelle migliaia di rapporti commerciali intrapresi successivamente.

Verso le 7 di mattina, passava per il suo immancabile giro quotidiano il Signor Vincenzo, anzi "Don" Vincenzo per onorificenze e rispetto acquisite sul campo, con il suo gessato, panciotto e cappello d'ordinanza. Non era molto loquace, si avvicinava e mi chiedeva se andava tutto bene, tirando dritto al contempo. Era una sorta d'ispezione non invasiva ma tangibile: lui c'era!

La nottata scorreva veloce nella frenesia della vendita, ogni tanto interrotta dal passaggio di personaggi vari, più o meno convenzionali. I mercati infatti erano a ridosso dei vari locali della zona, regno della movida notturna romana, e condividevano la stessa fascia oraria per ingiustizia divina.

Ore 10, tempo di tirare dentro la merce, contare le giacenze, cercare i colli mancanti tra le righe delle vendite effettuate, portare nel piano interrato i prodotti che necessitavano di essere refrigerati. Il montacarichi era di vecchio tipo e conteneva una fila alla volta di casse 30-50, per cui tutti i pallet andavano smontati e impilati su fila unica: insomma era una sorta di moderno crossfit, in cui si faceva tacitamente a gara di velocità tra i partecipanti.

La cosa che più mi sorprende è quando si incontrano vecchi personaggi dell'epoca e i racconti prendono una piega sempre ed esclusivamente "epica", a voler sottolineare "io c'ero", io ho vissuto quell'esperienza non augurabile a nessuno, ma che si porta dentro come un basamento inossidabile della propria esperienza di vita. E sì, perché è innegabile che una vita vissuta al contrario, senza rispettare il normale alternarsi del sole e della luna, non rientra nel normale scorrere delle cose: è comunque una forzatura esistenziale con non poche ripercussioni su se stessi e sui propri familiari.

A comprova di ciò rimane il fatto che chiunque degli storici astanti di mercato sia arrivato alla fatidica pensione, il primo giorno di nuova vita ha dormito tutta la notte come un bambino, perché lavorare di notte non diventa mai un'abitudine, ma pura e semplice sopportazione.

Chiudo con un ringraziamento a Salvatore, Maurizio e Tonino per avermi accolto per cinque anni alla master class dell'ortofrutta e averne fatto l'incipit della mia vita professionale.

Giancarlo Amitrano
responsabile ufficio acquisti ortofrutta
catena Cedigros

(Rubrica num. 41)