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Intanto cresce la produzione italiana

Nuove catene scommettono su Rockit, la mela snack in tubo

Si sa che quando si lancia un nuovo prodotto, specie se sugli scaffali della Gdo, il primo anno è sì quello di test, ma la cartina tornasole del successo - o meno - del prodotto la si ha quando si presenta la domanda "bissiamo l'offerta?". Se questa premessa è vera, allora Rockit sembra aver superato tutte le prove. Da giugno 2016 (cfr. FreshPlaza del 11/12/2015) è partita la commercializzazione di questa mela snack in tubo in Italia, nei punti vendita della catena Bennett e ora che, trattandosi di mele, è iniziato il secondo anno di commercializzazione, per questa particolare mela sono arrivate conferme e novità.

"L'anno scorso abbiamo commercializzato 10mila tubi; quest'anno la stima è di venderne 200mila", ci spiega Federico Belottini, product manager di Rockit presso Melavì, la cooperativa di melicoltori di Ponte in Valtellina (SO) che ha l'esclusiva per la produzione in Italia e la commercializzazione della mela in tubo.

"Finora – riprende – tutti i feedback sono stati positivi, sia nei punti vendita dov'era sia in tutte le fiere cui abbiamo partecipato. Con Bennett, che è stata la prima catena a credere in Rockit, continueremo la fornitura, mentre a fine novembre si sono aggiunte 6 nuove catene: Coop Adriatica, Esselunga, Iper, Sigma, Unes e Il Gigante".


Rockit nel corner Melavì. All'interno dello stand Assomela al Macfrut 2016.

Se fino a fine settembre il prodotto commercializzato dalla prima catena era d'importazione (dalla Nuova Zelanda, dove la mela è nata), ora si parla di commercializzare, su tutte e 5 le insegne, tubi nel formato da 3 e 5 mele, con dentro il prodotto made in Italy, per quanto i volumi a oggi non permettano ancora una copertura di tutti i punti vendita di tutte le catene: quest'anno la produzione italiana è stata di 140 tonnellate ma, riprende Belottini, "le previsioni sono di aumentare negli anni prossimi, in modo da poter garantire una fornitura sempre maggiore, anche per nuove catene che volessero commercializzare Rockit. Per l'anno prossimo è ad esempio già prevista la piantumazione di altre 60mila piante, su 20 ettari".

"Di fatto, questo è il primo vero anno di commercializzazione e, contando produzione e le catene che venderanno Rockit, il riscontro è decisamente positivo", spiega il product manager. Anche sul versante produttivo, in Melavì hanno di che sorridere: "Il nostro limite era il calibro, ma a raccolta finita (la mela si raccoglie a settembre, ndr) possiamo dire che questa campagna è andata bene, con un 70% di prodotto idoneo per la commercializzazione", quando con idoneo si intendono, nel caso di Rockit, mele del calibro tra i 50 e i 60 mm, cioè sotto-calibro per delle mele standard, ma è proprio questo il punto di forza per la mela snack Rockit, che ne permette una differenziazione sugli scaffali.


Rockit nello stand Melavì a Fruit Logistica 2016.

"Le Rockit extra-calibro, sopra i 65 mm di diametro, non possiamo commercializzarle in Italia, perché entrerebbero in un mercato, quello delle mele da tavola, già molto affollato e dove si differenzierebbero di meno. Per queste, che non sono comunque più del 7/8% del totale, stiamo pensando all'export, in particolare verso i mercati del Sud Est asiatico".

Proprio sul versante estero la Melavì commercializzerà Rockit in Svizzera, con prodotto di origine elvetica, con i primi test di vendita che partiranno a inizio 2017 e in Russia, "in occasione – riprende Belottini - del capodanno ortodosso. Per via dell'embargo, useremo per la Russia prodotto di origine Svizzera" che, come noto, non è sottoposto al blocco delle importazioni voluto da Putin.

Come in Italia, Rockit sta crescendo anche all'estero: sta aumentando la produzione nella patria di questa mela snack, la Nuova Zelanda, così come sta aumentando la commercializzazione (da parte di altre concessionarie della mela) nel Nord Europa, specialmente in Germania, Francia e Belgio; in quest'ultimo paese, l'anno scorso sono stati commercializzati 100mila tubi. Lo stesso lo si può dire del Nord America, dove due aziende si sono aggiudicate l'esclusiva per Rockit negli Stati Uniti, in Canada e in Messico.