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"Rockit, la mela in tubo. Melavi': "Cercavamo una mela club da tavola, abbiamo trovato un gioiello da snack"

A gennaio 2016 partirà la prima commercializzazione di Rockit, la mela snack in tubo di Melavì, cooperativa di melicoltori di Ponte in Valtellina (SO).

I test commerciali condotti l'anno scorso in 28 punti vendita sono stati molto incoraggianti, nonostante le condizioni difficili: "A fianco di Rockit c'erano mele sfuse proposte a 89 centesimi di euro, un prezzo molto inferiore a quello di vendita dei tubi; inoltre abbiamo condotto il test dal 10 agosto al 10 novembre 2014 e non abbiamo visto così l'andamento nel periodo natalizio dove il consumo di prodotti premium, com'è Rockit, tende ad aumentare", spiega Federico Belottini, che alla Melavì è il product manager di Rockit.


Rockit, a destra, a confronto con un'altra mela: il piccolo calibro è una debolezza come mela da tavola, ma non come snack.

Forte dei riscontri del test, ora la cooperativa di Sondrio spinge sull'acceleratore. "Quest'anno – riprende Belottini - è prevista una commercializzazione di 4/5mila tubi, un numero ancora limitato, ma per il futuro siamo fiduciosi in un aumento di produzione. Già quest'anno abbiamo messo a dimora 30mila piantine e per la prossima stagione contiamo di decuplicare la produzione, mentre dalla prossima primavera abbiamo in mente di piantare altre 70mila piantine".


Diversi formati di vendita di Rockit in tubo. In Italia ci sono quelli da 3 e da 5 mele; quelli da 4 e 6 mele sono in commercio su altri mercati esteri.

Due i formati che saranno in commercio: due tubi di diametro diverso; quello da 58 mm con 5 mele del calibro 50-55 mm che sarà venduto a 2,98 euro; quello da 73 mm con dentro 3 Rockit del calibro 55-60 mm, a un prezzo di 2,30 euro. "Visto il calibro elevato dei frutti di quest'anno, sarà il tubo più grande ad andare per la maggiore", spiega il product manager.

Il prezzo di vendita lascia intendere che stiamo parlando di un prodotto che nulla ha a che vedere con le mele in vendita al chilo a cui siamo abituati: "E' – riprende Belottini – un prodotto di nicchia, premium. Costa anche diverse volte in più delle altre mele sfuse e difatti è una mela snack: è quello il segmento a cui si riferisce. Non va confusa con le altre mele da tavola. Rockit è una mela da consumo fuori casa, giovane e anche il prezzo riflette questo posizionamento e i costi del packaging e del confezionamento (fatto a mano, ndr), che incidono molto".


Rockit è una mela snack, pensata per un consumo giovane e fuori casa.

In termini di varietà, Rockit è una varietà club proveniente da incroci prevalentemente da Gala e costituita in Nuova Zelanda dalla Havelock North Fruit Company. La One App di Sesto San Giovanni (MI), in Italia, ne è licenziataria. Nel 2013 la Melavì ha siglato un accordo con la One App per la coltivazione e la distribuzione autorizzata, oltre che in Italia anche in Spagna, Svizzera e Russia, mentre in Europa e nel mondo ci sono anche altri autorizzati (nel Regno Unito è la catena Mark & Spencer ad avere l'esclusiva). L'incontro tra la cooperativa di Ponte in Valtellina e questa mela però è avvenuto un po' prima, tra il 2012 e il 2013, e quasi per caso.


Quest'anno la Melavì ha messo a dimora 70mila piantine e altre 70mila sono in previsione. Nella foto piante di Rockit in Nuova Zelanda, sua patria d'origine.

"Alla Melavì – continua Belottini - valutavamo da tempo di adottare una mela club per ritagliarci una nostra nicchia di mercato. Nel panorama nazionale non siamo i più piccoli, ma non siamo nemmeno grandissimi e spesso in Gdo siamo stretti tra altri big che, a differenza nostra, possono fare politiche più aggressive. Inoltre in Valtellina, dove ci troviamo noi, di base, causa la mancanza di grosse infrastrutture viarie spendiamo, rispetto a produttori che si trovano altrove, 2 centesimi di euro in più solo per il trasporto". L'adozione di una varietà club avrebbe insomma offerto la possibilità di muoversi un po' più agevolmente sul mercato.

"Nel 2012/13 abbiamo scoperto Rockit e, assaggiandola, abbiamo capito che era un gioiellino", riprende Belottini. Tuttavia, riprende, "era piccola per una mela da tavola (una delle sue caratteristiche è infatti che produce calibri piccoli, ndr), così è nata l'idea di questo packaging particolare e ne abbiamo visto le potenzialità, anche in risposta ai nuovi trend di consumo, che spingono sempre più verso un consumo fuori casa; questo diventerà sempre più importante e Rockit è pensata apposta: il pack così particolare evita che la mela prenda troppe botte in borsa o nello zaino e il formato apri-e-chiudi si è dimostrato molto pratico".


Rockit può essere mangiata ovunque.

Ma al di là del piccolo calibro, tale da permetterle di essere proposta in tubi di plastica, Rockit, spiegano, ha altri due assi nella manica. Il primo è il gusto: succosa e croccante "è una delle mele più buone che abbia mai assaggiato, se non la più buona", spiega Belottini, che continua: "a Expo Milano siamo stati ospiti di un'azienda lombarda e l'abbiamo fatta assaggiare a 4mila persone: tutti hanno apprezzato. Come qualità si avvicina davvero tanto a Pink Lady® e ad oggi non ci sono altre mele snack che possano fargli concorrenza; sul mercato c'è Isaaq®, ma è ancora distante da Rockit".


Rockit sugli scaffali della gdo neozelandese.

Il secondo punto di forza è la tenuta; i test sono stati talmente incoraggianti che, contato il futuro aumento di produzione, "sarà possibile restare sul mercato italiano per 365 giorni all'anno con un prodotto nazionale", spiega Belottini.

"Uno dei suoi punti di forza è senza dubbio la conservabilità, a differenza di altre mele. All'interno del tubo si conserva anche per più di un mese senza perdere nessuna delle sue caratteristiche. Non è poco per un ambiente che è molto stressante, con poca circolazione d'aria (2 fori permettono una maggiore circolazione ed evitano la condensa, ndr). Le Rockit usate nel test del 2014 venivano dalla Nuova Zelanda e per arrivare si sono fatte un mese e passa di navigazione, poi sono state in cella per 4/5 mesi prima di essere intubate: rispetto al prodotto appena staccato non c'era praticamente differenza. Quando l'assaggiammo per la prima volta era novembre, era stata staccata a marzo e s'era girata tutta l'Europa". Chiaro che il prodotto italiano non è e non sarà sottoposto a simili stress e viaggi: dopo la raccolta si passa alla frigoconservazione e il confezionamento nei tubi sarà l'ultima operazione prima della commercializzazione.


Rockit in prossima raccolta, in Nuova Zelanda.

Sul futuro invece, conclude il product manager, "l'idea è quella di creare una linea secondaria perché forse il limite di Rockit è che va fatta, per poterla commercializzare come snack, una selezione molto serrata: e sarà stringente, proprio per garantire un prodotto premium".

Intanto in Nuova Zelanda stanno ora studiando tubi in PLA, in amido vegetale, perché siano 100% biodegradabili. "Anche se pure adesso è ecocompatibile: essendo il tubo tutto in PET, anche una volta mangiate le mele quello che ti rimane è un imballaggio "pulito" che può essere riciclato tranquillamente nella plastica".

Contatti:
Società Agricola Melavì Soc. Coop.
Via Nazionale, 20
23026 Ponte in Valtellina (SO) - Italia
Tel.: (+39) 0342 482103
Fax: (+39) 0342 482374
Web1: www.melavi.it
Web2: www.rockitapple.com