Il direttore avrà tutte le responsabilità scientifiche e gestionali, nonché la responsabilità sulle risorse assegnate ai centri di ricerca. L'incarico ha una durata di 4 anni rinnovabili dal Consiglio di amministrazione una sola volta.
Non male lo stipendio, 130mila euro lordi di cui 100mila fissi e 30mila in funzione dei risultati raggiunti. Considerato che la tassazione si avvicina al 50%, si può ipotizzare circa 70mila euro netti l'anno, seimila euro al mese. Indispensabile un curriculum scientifico importante. Nella domanda si possono riportare fino a 20 pubblicazioni scientifiche.
La nomina di un unico direttore porterà, se non a una fusione, a una stretta collaborazione fra le 5 anime della ricerca in frutticoltura del CREA. L'aspetto positivo della riforma voluta dai commissari straordinari sta nella maggiore integrazione: non più istituti fini a se stessi, così come generati dalla precedente riforma, che rischiavano di farsi concorrenza a ogni bando di progetto europeo, bensì un'unica realtà (come intenti) con obiettivi mirati, pur nella diversità.