A Rosarno, centro vocato da sempre all'agricoltura, ha sede l'azienda agricola della famiglia Varrà che da quattro generazioni coltiva arance, clementine e kiwi e che da più di 15 anni ha convertito l'intera produzione al biologico. Un esempio virtuoso, in controtendenza rispetto a una regione come la Calabria che nel settore dell'agroalimentare non decolla come dovrebbe, considerate le eccellenze legate alle tipicità culinarie del territorio.

I dati diffusi dall'Istat prima dell'estate potrebbero generare un certo ottimismo. Nel confronto tra 2014 e 2015 è cresciuto il Pil nella macroarea del Sud (+1%) e questo avviene anche dietro la spinta dell'aumento degli occupati in agricoltura con un +3,3%. Il settore agroalimentare in Calabria è quello che crea maggiore occupazione e rappresenta la percentuale più alta di Pil della regione.
L'agricoltura è di sicuro il settore più dinamico, capace di trainare la ripresa della Calabria, l'agroalimentare deve diventare il fulcro in un'ottica di sviluppo e di tutela, il trend positivo innescato da Expo Milano va seguito, e gli straordinari punti di forza della Calabria possono assicurare prospettive per un futuro di crescita.
I dati dell'esportazione dei prodotti calabresi, tanto all'estero, quanto anche in Italia, non sono rosei, purtroppo. Questo a causa di una visione negativa che della Calabria si ha e si dà attraverso i soliti spot "Calabria uguale 'ndrangheta, sottosviluppo e malaffare" che i media nazionali diffondono. A tutto questo si unisce lo sfruttamento reale delle multinazionali che si avvantaggiano della qualità dei prodotti calabresi sottopagandoli e, di conseguenza, creando il fenomeno dello sfruttamento della manodopera.
Sull'argomento si è espresso molte volte Pietro Molinaro, presidente Coldiretti Calabria, che ha spiegato come le arance di Rosarno, utilizzate nelle fasi di produzione delle aranciate, distribuite da multinazionali come Coca Cola e Nestlè, vengano pagate pochi centesimi per ogni bottiglia, creando per il produttore la difficoltà di pagare la manodopera e successivamente rivendute con una maggiorazione tale da consentire per loro un netto arricchimento. La Calabria è sfruttata come i Paesi del Terzo e del Quarto mondo sotto questo punto di vista. Questo trattamento crea un circolo vizioso, un produttore sottopagato genera una manodopera sottopagata.
"L'agricoltura è la nostra vocazione, produrre frutta sana e di qualità una scelta," dice Alberto (nella foto a destra), proprietario dell'azienda. Da più o meno un anno l'azienda ha deciso di aprirsi una nuova strada e di rinnovarsi.
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Opera Terrae - Azienda Agricola Laganà Maria Rosaria
Via Elvethia, 5
89025 Rosarno (RC)
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