Non è facile fare impresa agricola in Italia, oggi. Ne è convinto Giacomo Suglia, presidente dell'associazione produttori ed esportatori ortofrutticoli APEO."Serve una grande capacità e forza d'animo, soprattutto quando dobbiamo confrontarci con le difficoltà quotidiane. Dobbiamo pensare all'imprenditore ortofrutticolo come a un attore di teatro, che necessita di una preparazione ben superiore all'attore del cinema. Nel cinema, infatti, una scena si può ripetere, se non è riuscita bene. In teatro questo non è possibile. L'impresa ortofrutticola deve essere preparata per fronteggiare i problemi che si presentano ogni giorno e, se sbaglia, spesso non ha una seconda possibilità".
Queste le considerazioni raccolte durante il talk show organizzato dal CREA nella prima giornata di Macfrut 2016 (cfr. FreshPlaza del 15/09/2016). La riflessione di Suglia nasce dallo stridente contrasto tra l'incidenza del settore agricolo sulla ricchezza nazionale (la Puglia da sola vale l'1% del prodotto interno lordo agricolo), la capacità di creazione di posti di lavoro (solo in Puglia, i contributi versati dal settore ortofrutticolo equivalgono a 30 milioni di giornate lavorative) e le oggettive difficoltà del fare impresa ortofrutticola in Italia oggi.
"Ecco perché abbiamo pensato di interloquire e presentare le nostre esigenze al CREA. Ci rendiamo conto infatti che è urgente trovare non soltanto nuovi prodotti interessanti, ma anche nuove tecniche di lavorazione per contenere i nostri costi".
Secondo l'imprenditore, il settore agricolo proprio per le sue peculiarità, a cominciare dalla esposizione ai cambiamenti climatici nonché ai gusti di un consumatore che è enormemente cambiato rispetto al passato, avrebbe bisogno di maggiore elasticità, soprattutto nelle forme contrattuali per il reclutamento della manodopera.
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