"E' giusto sottolineare come la crisi del comparto ortofrutticolo ci stia attanagliando con sempre maggiore forza - si legge nel documento a diffusione del Comitato Agricolo Pontino - Non ci stiamo a rimanere schiacciati tra mercato ed etica del lavoro; troppe volte i nostri prodotti hanno concorrenti, provenienti da altri Paesi e che di etico hanno ben poco, sullo scaffale dei supermercati (cfr. FreshPlaza del 27/04/2016)".

"Se la Grande distribuzione dimezza il prezzo di acquisto dei nostri prodotti e lo fa in nome del mercato, allora noi proponiamo di aprire la trattativa sul prossimo contratto del mercato del lavoro alla metà delle tariffe. Oppure lo Stato deve compensare ciò che noi non possiamo più pagare".
"Chiediamo rispetto e risposte per una categoria che giorno dopo giorno affronta la necessaria sfida dell'integrazione e della crescita economica del Paese. Non accettiamo di venire etichettati per quello che non siamo, ovvero sfruttatori. Rappresentiamo, e ne siamo orgogliosi, il motore di crescita economica e sociale di una ruralità troppe volte dimenticata dalle istituzioni. Le nostre aziende agricole hanno rappresentato e rappresentano luoghi di lavoro in cui, quotidianamente, trovano lavoro e prospettive di vita, nuovi e vecchi cittadini italiani, così come i lavoratori stagionali".
"Ribadiamo, quindi, con forza la necessità di risposte. La crisi e la contrazione del reddito richiedono un'assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni; non possiamo essere gli unici a pagare di fronte a logiche di mercato dettate dalla grande distribuzione che dimezzano i prezzi e inondano il mercato di prodotto. Non ci stiamo a passare per quelli che vogliono pagare meno, quando è il mercato che ci mette in ginocchio e le istituzioni non danno risposte".