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Italia: il governo approva legge anti caporalato

Nel rapporto sul lavoro migrante in agricoltura della Flai Cgil Puglia, si legge che la quantità di denaro che gira intorno al perverso sistema del caporalato, nel solo periodo della raccolta del pomodoro, va dai 21 ai 30 milioni di euro.

I lavoratori alle dipendenze del caporale sono qualificati "quasi sempre migranti" e "irregolari", che vivono "nei 55 ghetti pugliesi"; vengono definiti "schiavi", ognuno dei quali "guadagna 400-500 euro in 2 mesi di lavoro" in cui riempiono giornalmente decine di cassoni dal peso di circa tre quintali ognuno.


(Foto: ansa.it)

Inoltre "i caporali gestiscono le abitazioni (ghetto), e ovviamente si fanno pagare il fitto (circa 200 euro mese a testa)". Ma i caporali speculano anche sul panino che forniscono ai propri schiavi con altri 2-3 euro di rincaro medio per singolo panino fornito, senza considerare la speculazione sulla ricarica elettrica del telefono cellulare (circa 3 euro a ricarica).

Azioni di contrasto avviate a Rossano
Oltre 50 tra poliziotti, carabinieri, finanzieri e agenti del Corpo forestale e della Polizia provinciale, insieme a sette ispettori del lavoro, hanno passato al setaccio cinque aziende, tre agricole che si occupano della raccolta dei kiwi e delle olive e due che trattano materiale inerte. Sono state sottoposte a controllo, complessivamente, 48 persone, 34 stranieri e 14 italiani, e sono state elevate sanzioni amministrative per un totale di 11.000 euro. L'operazione ha interessato diverse aree della Piana di Gioia Tauro.

Non solo Sud Italia
"L'agricoltura in Piemonte, con le sue oltre 60.000 aziende e i suoi 33.000 dipendenti, senza contare l'indotto, rappresenta una realtà di grande rilievo che non deve essere macchiata dal lavoro illegale e dallo sfruttamento dei lavoratori. Contro questo fenomeno l'impegno delle istituzioni e del mondo agricolo deve essere totale". Lo ha sostenuto l'assessore regionale all'agricoltura Giorgio Ferrero nel convegno della Cgil di Asti sulla legalità nel lavoro agricolo.

"Combattere il lavoro illegale è innanzitutto un problema di giustizia. E anche di qualità del nostro prodotto, perché la macchia degli episodi di sfruttamento in agricoltura colpisce pesantemente l'immagine dei territori e delle stesse produzioni".

Il governo approva legge anti caporalato
Venerdì 13 novembre 2015, il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge per il contrasto al caporalato e al lavoro nero in agricoltura. L'iniziativa legislativa ha l'obiettivo di rafforzare l'azione di contrasto alla diffusione del fenomeno criminale dello sfruttamento dei lavoratori con un intervento organico e coordinato delle Istituzioni. Il disegno di legge introduce strumenti operativi contro il caporalato tanto dal lato amministrativo quanto dal lato penale.

"Con il disegno di legge che abbiamo approvato - ha affermato il Ministro Maurizio Martina - facciamo un passo in avanti cruciale nel contrasto al caporalato e al lavoro nero in agricoltura. Si tratta di un intervento organico che rafforza le norme penali e introduce strumenti operativi necessari, come ad esempio il piano di accoglienza per i lavoratori stagionali. Con la norma rafforziamo anche la Rete del lavoro agricolo di qualità, che abbiamo voluto con forza come sperimentazione unica in Europa. Con questo strumento abbiamo creato una certificazione etica del lavoro agricolo e costruito una cabina di regia che mette insieme Inps, sindacati, organizzazioni agricole e Istituzioni. Sono convinto si possa arrivare a una rapida approvazione in Parlamento, considerata la grande sensibilità che c'è sul tema e l'importanza dell'intervento che proponiamo. Siamo sulla strada giusta e concreta per combattere un fenomeno che ha radici antiche, ma che vogliamo sconfiggere con la massima determinazione possibile. Abbiamo rafforzato e reso più efficaci i controlli con un incremento di oltre il 20% rispetto all'anno precedente. Con il disegno di legge di oggi rilanciamo ancora la nostra sfida a questa intollerabile forma di criminalità".

Le principali novità del decreto legge:
  • viene rafforzata la operatività della Rete del lavoro agricolo di qualità, creata con la Legge Competitività e attiva dal 1 settembre 2015. Con la norma si estende l'ambito dei soggetti che possono aderire alla Rete, includendovi gli sportelli unici per l'immigrazione, le istituzioni locali, i centri per l'impiego e gli enti bilaterali costituiti dalle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori in agricoltura e i soggetti abilitati al trasporto di persone per il trasporto dei lavoratori agricoli. Allo stesso tempo si stabilisce l'estensione dell'ambito delle funzioni svolte dalla Cabina di regia della Rete stessa, che è presieduta dall'Inps e composta da rappresentanti di sindacati, organizzazioni agricole e Istituzioni;
  • con la nuova legge le amministrazioni statali saranno direttamente coinvolte nella vigilanza e nella tutela delle condizioni di lavoro nel settore agricolo, attraverso un piano congiunto di interventi per l'accoglienza di tutti i lavoratori impegnati nelle attività stagionali di raccolta dei prodotti agricoli. L'obiettivo è tutelare la sicurezza e la dignità dei lavoratori ed evitare lo sfruttamento ulteriore della manodopera anche straniera. Il piano sarà stabilito con il coinvolgimento delle Regioni, delle province autonome e delle amministrazioni locali nonché delle organizzazioni di terzo settore;
  • per la prima volta si decide di estendere le finalità del Fondo di cui alla legge n. 228 del 2003 in tema di vittime della tratta anche alle vittime del delitto di caporalato, considerata la omogeneità dell'offesa e la frequenza dei casi registrati in cui la vittima di tratta è anche vittima di sfruttamento del lavoro;
Inoltre, con l'intervento normativo si stabiliscono nuovi strumenti penali per la lotta al caporalato come l'estensione dell'arresto obbligatorio anche al delitto di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

La Camera ha deciso: anche le aziende risponderanno dello sfruttamento
I promotori e i sostenitori della campagna #FilieraSporca - promossa dalle associazioni Terra! Onlus, daSud e terrelibere - hanno accolto con grande soddisfazione la notizia dell'approvazione alla Camera del Disegno di Legge 1138 che contiene la confisca e la responsabilità in solido per le aziende che sfruttano i lavoratori nei campi attraverso il caporalato, così come chiesto da Filiera Sporca al ministro dell'agricoltura, Martina e al Governo.

Tutto questo è avvenuto dopo il sì al testo di riforma del codice antimafia, che prevede l'allargamento della responsabilità penale non solo al caporale ma anche alle aziende che ne traggono diretto vantaggio.

Elaborazione FreshPlaza su varie fonti