L'ortofrutta non sara' piu' la stessa dopo Expo
L'idea di una esposizione universale dedicata all'alimentazione è stata geniale! Quello che si è realizzato all'interno dello spazio di 110 ettari, è incredibile in termini di quantità, con la partecipazione di oltre 20 milioni di persone, la presenza di Capi di Stato, pop star, scienziati, artisti, chef; una spettacolarizzazione del cibo inaspettata e straordinaria con qualche punto interrogativo sulla mancanza di visibilità dei produttori e su una evidente superficialità nell'affrontare i grandi temi attorno ai quali si concentreranno le attenzioni degli economisti, dei politici, degli operatori della salute. Mi riferisco alla disequità alimentare del Pianeta con un 50% circa della popolazione che soffre di problemi di sovralimentazione e un restante 50% che muore di fame. Una contraddizione enorme e una grande disomogeneità che non potrà continuare a lungo.
Il cluster Frutta e Legumi a Expo.
Al di là di questa premessa, necessaria, occorre dire che nulla sarà più come prima, dopo Expo. L'alimentazione è diventata pop, nel senso stretto del termine, tutti ne parlano, tutti cercano di costruirsi uno stile alimentare alla moda. Tutti guardano i talent show gastronomici, i giovani stanno imparando a cucinare, insomma il cibo è di moda!
E l'ortofrutta?
Mai come in questo momento frutta e verdura sono osannate come scelta alimentare giusta, equa, sostenibile, salutare. E' il momento di cambiare marcia, l'ortofrutta non è più solo una commodity. E' il momento giusto per diventare specialità, per inventare categorie di prodotti e raccontarli ai consumatori meglio di come si fa oggi.
Occorre intercettare i nuovi stili di vita e proporsi con gamme complete di prodotti che rispondano alle esigenze di salute, di bellezza, di leggerezza mescolando le referenze e comunicando al meglio.
E' il momento giusto per proporsi in comunicazione con una marca che identifichi un prodotto, o una gamma di prodotti e la sua storia, i valori legati alla terra, i produttori che ne sono protagonisti, le scelte anti spreco, la sicurezza, la salute.
Sono tutte cose che già abbiamo comunicato negli anni, ma quasi mai direttamente al consumatore. Adesso è il momento giusto perché è il consumatore che lo chiede e c'è un interesse e un'attenzione mai riscontrata finora.
Bisogna unire le forze e comunicare direttamente ai consumatori, usando tutti i canali possibili, compreso il web e i social e cambiando completamente il linguaggio pubblicitario.
Prima si doveva rassicurare il consumatore, oggi bisogna raccontare i prodotti presentandoli con una identità ben precisa, ragionata, non banale, non omologata, autentica.
Non possiamo farci sfuggire questo momento magico.
Alessandra Ravaioli
www.sanomangiare.it