Expo: l'uva da tavola siciliana tra la sfida dell'innovazione e il contesto internazionale
Attraverso l'intervento di diversi esperti del settore, di riconosciuta fama internazionale e con specifiche competenze, l'incontro ha affrontato i temi relativi alle fasi di produzione, raccolta, post-raccolta, qualità alimentare e proprietà salutistiche, oltre che all'utilizzazione industriale degli scarti di lavorazione, nonché alla promozione dell'immagine dell'uva da tavola siciliana nei mercati esteri.
Da sinistra: Rosario Marchese Ragona (Presidente Confagricoltura Agrigento), Rosario Di Lorenzo (Università di Palermo), Giuseppe Sortino (Università di Palermo), Giancarlo Colelli (Università di Foggia), Oscar Salgado-Martinez (Universidad de Chile), Francisco Artes Hernandez (Universidad Politecnica de Cartagena, Spagna), Paolo Inglese (Università di Palermo).
Tra i relatori intervenuti, il prof. Rosario Di Lorenzo dell'Università di Palermo, esperto della corretta gestione della filiera dell'uva nella fase di produzione primaria, il prof. Giancarlo Colelli dell'Università di Foggia, esperto di Tecnologie Postraccolta, il dr. Oscar Salgado Martinez di OriginFruitDirect (Cile), società di consulenza internazionale della filiera dell'uva da tavola, il prof. Francisco Artés Hernández dell'Universidad Politécnica de Cartagena Murcia, esperto di qualità e sicurezza dei prodotti freschi e di IV gamma, e il dr. Giuseppe Sortino dell'Università di Palermo, esperto in qualità delle produzioni frutticole e nella progettazione comunitaria per il trasferimento/applicazione della ricerca scientifica alle imprese. E' inoltre intervenuto il Dr. Rosario Marchese Ragona, Presidente di Confagricoltura Agrigento. Il Workshop è stato moderato dal Prof. Paolo Inglese docente di Arboricoltura all'Università di Palermo.
Da sinistra: Giancarlo Colelli e Francisco Artes Hernandez.
In estrema sintesi, sono state messe in luce le peculiarità della viticoltura da tavola siciliana. Vocazione del territorio e qualità del prodotto potrebbero non bastare in una prospettiva di competizione globale nella quale, oltre alla presenza di competitor classici tra cui Turchia, Spagna, Stati Uniti, Cile e Sudafrica, appaiono sulla scena altri attori come Cina, Indonesia, Egitto, India e Brasile, anche grazie all'innovazione varietale che permette di produrre in tutti gli ambienti pedoclimatici, estendendo i calendari di disponibilità varietale.
In questo contesto diventa oltremodo importante adottare le innovazioni disponibili sia in fase di produzione primaria (è stato accennato alla produzione di uva fuori suolo), alla fase postraccolta e di trasporto, soprattutto in relazione alle alternative all'uso dell'anidride solforosa, e alla differenziazione di prodotto, con particolare riferimento al segmento di prodotti ad alto contenuto in servizio per rendere più pratico, e a maggiore valore aggiunto, il consumo dell'uva.
A tal proposito, sono stati illustrati per linee generali i risultati del Progetto Innovauve, finanziato dalla Regione Sicilia con l'obiettivo di trasferire alcune di queste tecniche innovative al comparto produttivo siciliano.