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Il commento di Leonardo Odorizzi (Odorizzi Srl)

A chi tocca la responsabilita' sociale nella filiera? Un tema su cui vale la pena discutere

La società Odorizzi di Tassullo (TN), con sede operativa anche in Bussolengo (VR), attiva nella produzione agricola per la grande industria, ha sempre sposato la linea della qualità sottoponendosi nel corso degli anni a numerosi standard e acquisendo le seguenti certificazioni: GLOBALGAP, GLOBALGAP-GRASP, BIO, 9001:2008 (sistema di gestione), 22005:2007 (rintracciabilità), 14001:2004 (ambiente), 18001:2007 (sicurezza), Qualità Reale (la certificazione per la comunicazione delle informazioni).

Come riferisce a FreshPlaza Leonardo Odorizzi (foto a lato): "Da qualche mese, però, ci viene richiesta anche la SA8000, che certifica la responsabilità sociale. Pertanto abbiamo deciso di raccogliere l'invito dei clienti e, da gennaio 2015, si è dato il via all'iter per l'implementazione e la certificazione anche per questo standard internazionale".

SA8000 contiene dei requisiti sociali (per lo più già previsti dalle norme vigenti) orientati all'incremento della capacità competitiva di quelle organizzazioni che, volontariamente, forniscono garanzia di eticità della propria filiera produttiva e del proprio ciclo produttivo.

Prevede la verifica dei seguenti punti: lavoro infantile, lavoro obbligato, libertà di associazione, salute e sicurezza, discriminazione, orario di lavoro, retribuzione dei lavoratori, esclusione del lavoro nero. L'azienda garantirà tali requisiti e ogni fornitore a sua volta sottoscrive un impegno in tal senso.

Secondo i dati Eurostat, relativi al 2011, è evidente il divario tra i costi orari del lavoro nei diversi paesi europei: primato per la Norvegia con 44,2 euro/h, ultimo posto in classifica per la Bulgaria, con 3,5 euro/h. Tredicesima l'Italia (26,8 euro/h) che insieme all'Irlanda si trova alle spalle della media dell'Eurozona (27,6 euro/h).



Oggigiorno i consumatori provano una forte attrazione verso tutte quelle aziende che investono nella responsabilità sociale d'impresa. Un sondaggio condotto da Cone Communications e Echo Research ha mostrato come, nelle decisioni d'acquisto dell'87% dei consumatori globali, vi sia un importante fattore legato proprio alla responsabilità sociale d'impresa (cfr. FreshPlaza del 16/01/2015).

Odorizzi sottolinea perciò il fatto che bisogna garantire la responsabilità sociale dal produttore/fornitore al consumatore finale. Quest'ultimo quindi dovrebbe acquistare le merci fornite alla clientela/distributore in maniera altrettanto etica e solidale. "Proprio nel 2014 ci sono stati casi di remunerazioni ai fornitori ben al di sotto della soglia del costo di produzione, di cui la mela è stato l'esempio per eccellenza".

"Vorrei sollevare a tal proposito l'opinione degli altri operatori del settore, anche allo scopo di definire una politica comune in occasione della prossima Assemblea Nazionale Fruitimprese, dove sarebbe forse il caso di discutere anche in merito alla novità prevista dalla Finanziaria del 22/12/2014".

E' prevista, infatti, l'applicazione del sistema "Reverse Charge" (l'inversione contabile) anche per la Grande distribuzione organizzata, che - salvo la Commissione Europea non blocchi la norma - si troverà costretta a versare l'Iva direttamente all'erario, anziché ai fornitori. "Così facendo si creerà un disagio finanziario per la nostra categoria che dovrà farsi rimborsare l'aliquota non incassata dallo Stato, gravandosi dei costi e dei tempi di attesa. Per cui, a mio giudizio, sarà fondamentale mettere in campo un'azione di pressing affinché l'UE blocchi tale provvedimento".