Kiwi e Psa: dimostrato che i frutti Made in Italy non trasmettono il patogeno
Lo studio, che sarà pubblicato nel prossimo "Speciale Actinidia" della Rivista di Frutticoltura è a firma di Marsilio Renzi, Maria C. Taratufolo, Angelo Mazzaglia e Giorgio M. Balestra del Dip.to di Scienze e Tecnologie per l'Agricoltura, le Foreste, la Natura e l'Energia (DAFNE), dell'Università della Tuscia di Viterbo. Il progetto ha affrontato e chiarito se possono instaurarsi o meno eventuali relazioni tra Psa e i frutti di kiwi.
La ricerca, in particolare, si è indirizzata nello sviluppo di un innovativo sistema d'identificazione molecolare del batterio fitopatogeno su frutti di kiwi provenienti da actinidieti dove l'incidenza della batteriosi era assente, lieve o elevata. Lo studio, co-finanziato dalla Regione Lazio (PSR) e dalla Soc. Coop. Zeolifruit di Cisterna di Latina, è stato sviluppato mediante campionamenti ed analisi mensili di frutti di kiwi di campo e frigo-conservati dal dicembre 2013 ad oggi.
I frutti di kiwi suddivisi in 3 categorie in relazione all'assenza/presenza di sintomi sulle piante associati a Psa, erano raccolti in frutteti della provincia di Latina, ed erano provenienti da: i) impianti esenti da cancro batterico; ii) impianti dove l'incidenza della patologia era inferiore al 30%; iii) impianti con oltre il 60% di piante con tipici sintomi causati da Psa. Quindi, in laboratorio, i frutti di kiwi venivano sottoposti a specifiche analisi microbiologiche al fine di studiare in dettaglio (quantificare e caratterizzare) le popolazioni batteriche su di essi rilevabili. I valori della popolazione complessiva di batteri presenti sulla superficie dei frutti per unità di superficie degli stessi sono oscillati tra un minimo di 1,4 x 104 ed un massimo di 7,9 x 104 ufc/cm2.
L'analisi delle specifiche popolazioni batteriche in grado di colonizzare la superfici esterna dei frutti di kiwi ha evidenziato la presenza preponderante di 4 specie batteriche (Pseudomonas fluorescens, Flaccumfaciens curtobacterium, Curtobacterium herbarum, Frigobacterium sp.) isolate dalle 3 categorie di frutti. In nessun caso è stato isolato Psa dalla superficie esterna dei frutti di kiwi, anche quando gli stessi frutti venivano prelevati da piante con evidenti sintomi da cancro batterico. In aggiunta a questo risultato fondamentale a supportare la commercializzazione del kiwi italiano, alcuni degli isolati batterici ottenuti da frutti raccolti in impianti dove erano evidenti i sintomi della batteriosi, si stanno rivelando particolarmente interessanti in quanto in grado d'inibire lo sviluppo di isolati noti di Psa; in questo senso, pertanto, l'approfondimento degli studi rispetto a questi promettenti agenti di biocontrollo, è in corso.
Lo studio dimostra che i frutti di kiwi prodotti nella principale area di produzione italiana (provincia di Latina), unitamente alle loro qualità organolettiche, non hanno nessuna relazione con Psa, agente del cancro batterico dell'actinidia. Questo batterio fitopatogeno risulta del tutto incapace di sopravvivere sulla superficie esterna dei frutti di kiwi, sia durante le loro fasi di sviluppo e di accrescimento in pieno campo, sia durante i mesi della loro conservazione.
Pertanto, la loro commercializzazione, tanto sui mercati nazionali quanto su quelli esteri, è esente da qualsiasi rischio fitosanitario, ad ulteriore garanzia della eccellente garanzia e qualità del "Kiwi Made in Italy".
Per maggiori informazioni
Dr. Giorgio M. Balestra - Ricercatore
DAFNE (Dipartimento di scienze e tecnologie per l'Agricoltura, le Foreste, la Natura e l'Energia) - Università della Tuscia
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