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Il sondaggio di FreshPlaza sulla biodiversita' presentato al X Convegno Nazionale CRA sul tema

Nell'ambito del X Convegno Nazionale sulla Biodiversità, svoltosi a Roma dal 3 al 5 settembre 2014, il Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (C.R.A.) ha organizzato, la sera del 4 settembre, un evento dal titolo "Comunicare la Biodiversità", nel quale ha inteso mettere a confronto l'esperienza di alcuni giornalisti con le esigenze dei ricercatori di trasferire al pubblico i risultati ottenuti in materia.



Dopo i saluti introduttivi del presidente C.R.A. Giuseppe Alonzo, il quale ha lanciato alcuni suggerimenti su come rendere più "digeribile" un tema così complesso presso la pubblica opinione, il moderatore Franco Poggianti (Agricolae) ha fatto un giro di tavolo con i giornalisti presenti: Carlo Raspolini ("Linea Verde" e "Unomattina" su Rai 1), Barbara Cataldi ("Il Salvagente" e "Mi manda Rai 3"), Anna Maria Capparelli ("Agrisole" de IlSole24Ore), Cristina Latessa (Ansa) e la direttrice di FreshPlaza Rossella Gigli.


Un momento dei saluti introduttivi da parte del presidente C.R.A. Giuseppe Alonzo (primo sulla destra).

I dati presentati come spunto per il dibattito sono stati, da una parte, quelli relativi all'erosione genetica in agricoltura: secondo un rapporto Fao, infatti, si sono estinte circa il 75% delle varietà delle colture agrarie, mentre l'alimentazione a livello mondiale dipende più che altro da 5 specie animali e 12 specie vegetali. Quindi delle 30.000 specie che sono commestibili e presenti in natura, la dieta umana si basa oggi appena su circa 30 colture alimentari e il grano, il mais il riso e le patate costituiscono il 50% delle risorse energetiche.

D'altra parte, un dato sul quale riflettere è anche la scarsa conoscenza del concetto di biodiversità nel nostro Paese: secondo uno studio condotto da Eurostat, infatti, mediamente i cittadini europei conoscono il concetto di biodiversità al 58%, con un massimo dei tedeschi al 69% ed un minimo degli italiani al 36%. Di questo 36%, quante persone sono realmente consapevoli del concetto di biodiversità del suolo e della sua importanza fuori dal mondo tecnico-scientifico che si confronta con queste problematiche?


Da sinistra a destra: Rossella Gigli, Cristina Latessa e il moderatore Franco Poggianti.

Un vivace dibattito si è dunque avviato su diversi aspetti: secondo Carlo Raspolini, la prevalenza del mercato sull'uomo e sull'ambiente ha contribuito tanto alla perdita di differenziazione genetica quanto alla scarsa sensibilità e conoscenza del tema biodiversità, quando invece esso sarebbe perfettamente conciliabile tanto con la salute quanto con l'economia.

Per Barbara Cataldi, invece, esiste una tendenza, tra i consumatori - come emerso dal recente Rapporto Coop 2014 sui consumi alimentari delle famiglie italiane - a riscoprire proprio i cibi che hanno una maggiore connotazione ambientale (biologico, equosolidale, etnico, sostenibile, etc.). Di diverso avviso Anna Maria Capparelli, la quale ha ribadito come certe informazioni siano spesso ben poco rispondenti alla realtà oggettiva delle cose e come anche per il giornalista diventi spesso difficile distinguere tra ciò che è solo un fenomeno marginale, magari ingigantito per ragioni di opportunità, e ciò che invece rimane predominante.


Da sinistra a destra: Barbara Cataldi, Anna Maria Capparelli e Rossella Gigli.

Da parte sua, Cristina Latessa ha interpretato la scarsa conoscenza dell'opinione pubblica italiana sul tema della biodiversità come il risultato dell'altrettanto scarsa fonte documentale di cui i giornalisti dispongono attualmente, con ciò esortando anche il mondo della ricerca ad informare maggiormente gli uffici stampa, in modo da avviare un percorso di sensibilizzazione su questi argomenti.

In ultimo, la parola è passata a Rossella Gigli, la quale ha cercato di riportare la discussione alla finalità principale dell'evento e cioè all'individuazione di possibili strategie di comunicazione per la Biodiversità.

La comunicazione, infatti, per essere efficace deve partire da una sorta di rivoluzione copernicana, nella quale al centro non c'è chi comunica e il suo messaggio, bensì il destinatario. Se dunque il pubblico non comprende/non sa, la colpa non è sua ma di chi comunica (male).


Un momento dell'intervento di Rossella Gigli (a sinistra). A destra, Cristina Latessa.

Dopo aver esaminato i limiti del termine italiano "biodiversità", che pur tentando di tradurre letteralmente l'inglese biodiversity in realtà non ne coglie appieno il senso, la direttrice di FreshPlaza ha illustrato i risultati del sondaggio svolto presso i lettori del notiziario (vedi qui), dal quale sono emersi elementi degni di nota, come una schiacciante maggioranza di coloro che ritengono la biodiversità "un tema che riguarda tutti" (45% del campione) e "un'occasione di sviluppo per le imprese agricole" (32% del campione). Solo partendo da quello che il pubblico oggi interpreta come biodiversità si potranno studiare le modalità più adatte per comunicarne tutte le implicazioni.

A proposito di aziende agricole, Rossella Gigli ha poi raccontato, a titolo esemplificativo, come si fa e si vive la biodiversità nel Veneto (regione all'avanguardia su questo tema), tra le aziende certificate Biodiversity Friend, e in che modo la ricchezza di vita nel suolo, nell'acqua e nell'aria viene oggettivamente misurata.



Il percorso per portare il tema della biodiversità alla comprensione di tutti appare in ogni caso ancora molto lungo. Per quanti fossero interessati, se ne parlerà anche a Macfrut, nel pomeriggio di giovedì 25 settembre in Sala Verde (dalle ore 14:30) - clicca qui per scaricare l'invito.