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Conad cresce del 5,4 per cento grazie alla marca commerciale

"Fino a quando il Pil non sarà cresciuto oltre l'1% non potremo dire di essere fuori dalla crisi". Così Francesco Pugliese, direttore generale di Conad, ha aperto il tradizionale incontro di fine anno con la stampa dell'importante gruppo della grande distribuzione nazionale.


Da sinistra, Giuseppe Zuliani, Francesco Pugliese, Sergio Imolesi.

"Si chiude un anno in cui la distribuzione italiana ha registrato per la prima volta un risultato negativo – ha continuato Pugliese - e la spesa alimentare delle famiglie è data in ulteriore flessione. Nonostante ciò, Conad cresce. Il nostro giro d'affari ha raggiunto gli 11,5 miliardi di euro, 589 milioni più del 2012 (+5,4%) e la quota di mercato si è attestata all'11,3%."

Conad ha anche rafforzato la leadership nel canale supermercati, cresciuta al 18,2% (+0,6% nel corso dell'anno, secondo la Guida Nielsen Largo Consumo), e in quello negozi di prossimità, passata al 14,4%, con un incremento di 0,3 punti percentuali rispetto al 2012.

Al risultato positivo del 2013 ha contribuito la marca commerciale, cresciuta dell'1,26% e con una quota sul largo consumo confezionato del 26,3% contro il 19,2 del mercato Italia (Fonte: Symphony Iri), con un differenziale del 7,1%. Le vendite di prodotti Conad, in assoluto, sono cresciute del 13%, con un fatturato che è salito a 2,4 miliardi di euro rispetto ai 2,1 del 2012.

"La marca commerciale Conad - ha spiegato ai giornalisti Giuseppe Zuliani, direttore Marketing e Private label - offre la qualità del leader a un prezzo più conveniente del 25-30% ed è una leva fondamentale per lo sviluppo della rete e il rafforzamento della fedeltà all'insegna. Importanza confermata anche dal fatto di essere all'apice della nostra Piramide strategica, espressione e sintesi del piano di sviluppo di Conad per il triennio 2014-2016."



Il buon andamento delle vendite della marca commerciale Conad è collegato anche all'iniziativa Bassi&Fissi, un nuovo concetto di Convenienza legato ad un "paniere" di oltre cento prodotti tra i più importanti e indispensabili nella spesa quotidiana, che ha consentito alle famiglie di fare una spesa completa a prezzi bassi e fissi per gran parte dell'anno. "Conad – ha spiegato Pugliese - ha selezionato le 30 categorie più importanti nelle abitudini di acquisto degli italiani andando ad incidere in modo concreto sul carrello della spesa di tutti i giorni e dando, al contempo, risposta alle necessità emergenti di un numero crescente di famiglie."

"I nostri punti di vendita hanno una forte caratterizzazione sull'italianità dei prodotti, importante perché frutto della sinergia con i principali attori del sistema economico nazionale e con tanti piccoli e medi produttori, dando in tal modo sostegno anche alle economie locali. Gli store Sapori&Dintorni – con l'ultima apertura a Sassari – rappresentano un'eccellenza nel mercato della Distribuzione in Italia", ha aggiunto il direttore generale di Conad.

Buone le performance sul fronte dell'export, con un fatturato stimato in 50 milioni di euro alla vendita, in crescita del 20% rispetto al 2012. L'attività si concentra sui prodotti a marchio Creazioni d'Italia (per il solo mercato estero), Sapori&Dintorni Conad e i prodotti a marchio Conad.



Fuori da Coopernic, nasce Core
"Conad, Coop Suisse, Rewe e Colruyt usciranno da Coopernic (la cooperativa costituita nel 2006 a Bruxelles per favorire lo scambio di know how, la riduzione dei costi logistici, l'ampliamento dell'offerta commerciale e l'incremento delle opportunità di sviluppo tra i partner), a causa di divergenze con E.Leclerc in merito all'organizzazione futura dell'alleanza e al suo orientamento strategico", ha annunciato Pugliese. "Da gennaio 2014 le quattro insegne daranno vita a Core, sempre con sede a Bruxelles."

L'articolo 62
Secondo Pugliese, "occorre rivedere l'articolo 62 con urgenza, puntando soprattutto sulla puntualità dei pagamenti. L'articolo 62 è stato introdotto a causa di alcune insegne francesi che pagavano con grande ritardo ma non ha favorito nessuno, soprattutto non le imprese agricole, per le quali era stato pensato. Ha, invece, introdotto onerose procedure burocratiche. E ha penalizzato anche le grandi industrie alimentari che ora sono pronte a sedersi attorno a un Tavolo insieme alla Gdo e al Governo".

"A beneficiare dei circa 4,5 miliardi di finanze passate dalla distribuzione all'industria, sono state solo le banche, che hanno avuto a disposizione liquidi da utilizzare per altre forme di impiego mentre Conad ha perso circa 458 milioni di euro di flusso monetario, destinati allo sviluppo."



Altro tema fondamentale per la grande distribuzione, esaminato dal direttore generale di Conad, riguarda i costi esterni di filiera per l'approvvigionamento di beni e di servizi: per ogni 100 euro che si spendono per l'alimentazione in Italia, un quarto se ne va per trasporti e logistica, energie e utenze, packaging, mezzi tecnici agricoli e costi promozionali.

Pugliese non ha dubbi sulle modifiche da effettuare: "Bisogna tutelare le imprese agricole, potenziare i controlli per l'industria e la distribuzione che non rispettano i termini, ma è anche necessario mantenere la clausola del salvo diverso accordo tra le parti quando si tratta con grandi industrie, con quote di mercato tali da garantire loro una reale posizione di forza nelle contrattazioni."

A latere dell'incontro
Pugliese ha innanzitutto escluso una "operazione Esselunga": "Non credo che ci sia neppure un italiano che possa lontanamente pensare di acquisirla, sempre che Caprotti decida di vendere, cosa che non credo da quanto ho letto."

Francesco Pugliese ha anche annunciato: "Nel corso dei primi mesi del 2014 dovremmo chiudere un accordo con un distributore negli Stati Uniti che ci ha chiamato per fare da garante sulle produzioni italiane. Abbiamo selezionato una serie di produttori e di prodotti che loro utilizzeranno con il loro marchio. Noi gli faremo arrivare il prodotto, franco banchina, al porto italiano e loro lo porteranno negli Usa con la certezza che il controllo di filiera e di qualità sia stato effettuato da noi di Conad."

Alla base della scelta del gruppo statunitense, le difficoltà di contattare singolarmente i piccoli produttori di prodotti tipici italiani e la mancanza di garanzie su quantità di prodotto e sui tempi di consegna: "Non si fidano dei piccoli produttori italiani, perché nel settore agroalimentare piccolo non è bello", ha commentato Pugliese.

Argomento a lui caro, quest'ultimo, visto che anche l'anno scorso, nella stessa circostanza, aveva ricordato come in Francia Leclerc abbia solo due fornitori di agrumi mentre Conad, per volumi meno importanti, ne conta una trentina: "L'offerta italiana è troppo frammentata, serve aggregazione" ha ammonito Francesco Pugliese, concludendo: "Occorre rendere più efficiente la filiera e rendere competitivi i costi".