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Monsanto presenta i suoi numeri vincenti di melone per la stagione 2014

Un evento per pochi selezionati protagonisti della filiera del melone è stato organizzato lo scorso 3 dicembre 2013 presso la stazione sperimentale di Monsanto a Latina. L'iniziativa, dal titolo "Open Door" verrà replicata anche a Parma nei prossimi giorni.



L'obiettivo era quello di presentare l'organizzazione Monsanto e il lavoro di selezione e miglioramento varietale del melone, dal breeding fino alle prove commerciali, a qualificati operatori del settore.



La stazione Monsanto di Latina
Ad introdurre la struttura e le disposizioni vigenti presso la stazione sperimentale Monsanto di Latina sono stati la responsabile per la sicurezza, Alessia Ricci e lo station manager Gianni Gasperin.




Il sito sul quale Monsanto opera si estende su una superficie di 23 ettari, di cui 3,5 coperti da serre e la restante parte occupati da infrastrutture e campo aperto. Oltre agli uffici amministrativi e alle aree destinate ai genetisti, la struttura comprende due laboratori, uno di patologia vegetale ed uno di qualità oltre ad un edifico secondario per l'estrazione, l'imbustamento e lo stoccaggio del seme. Tra le infrastrutture presenti, un moderno sistema di fertirrigazione con serbatoio idrico e impianto di osmosi inversa per desalinizzare le acque.





Tutte le aree sono soggette a rigorose procedure di sicurezza, applicate tanto al personale interno quanto ad eventuali visitatori esterni: un sistema di incentivi favorisce il contributo proattivo da parte dei soggetti coinvolti per l'ottimizzazione delle pratiche di gestione, con la finalità di ottenere seme sano al 100%. L'elevato livello raggiunto è testimoniato dall'ottenimento della certificazione OSHAS 18001, standard internazionale per i sistemi di gestione della Sicurezza e della Salute dei Lavoratori.

Presso la stazione Monsanto si effettuano programmi di miglioramento genetico del peperone, zucchino, melone, pomodoro da industria, pomodoro da mensa, finocchio e lattuga. In serra vengono coltivati peperone, zucchino, melone e pomodoro da mensa; in campo aperto si coltivano finocchio, lattuga, zucchino, pomodoro da industria, peperone, melone ed anguria.



Il lavoro del genetista
Le fasi del lavoro di breeding sono state efficacemente illustrate dalla breeder del melone Elen Jones-Evans, operante presso Monsanto dal 2008. Il lavoro di miglioramento genetico, come illustrato dalla specialista, è finalizzato ad individuare e implementare nelle piante determinate caratteristiche utili all'uomo, come una resistenza alle fitopatie oppure caratteristiche più appetibili commercialmente. L'obiettivo è non soltanto rispondere alle esigenze attuali, ma proiettarsi a quelle che saranno le necessità future; pertanto il breeder si trova in una posizione privilegiata, interloquendo con tutti gli altri attori della filiera (agricoltori, commercianti, ma anche consumatori finali).



Per il melone, nello specifico, il lavoro di miglioramento generico si orienta su precisi obiettivi: per quanto riguarda la pianta, l'interesse è quello di ottenere produttività, precocità (caratteristica importante per le coltivazioni in serra) e resistenza alle malattie; per quanto riguarda il frutto, invece, retatura, intensità del colore della polpa, ridotta cavità interna, adeguato grado Brix (inteso anche come capacità del frutto di accumulare zuccheri pure in condizioni difficili) e aroma gradevole costituiscono le priorità del breeder.

Nel loro lavoro, i breeder Monsanto sono coadiuvati dalla tecnica dei cosiddetti "marcatori molecolari" (MAS), nella quale la multinazionale si trova all'avanguardia, potendo analizzare popolazioni di esemplari vegetali estremamente numerose in partenza, e scremando subito i campioni che mostrano la presenza o meno di determinati tratti genetici ("evidenziati" dai marcatori).

Ciò consente non solo di velocizzare il lavoro di selezione, ma di procedere nelle fasi successive (ibridazione e coltivazione) già certi in partenza che una data caratteristica desiderata si ritroverà nell'esemplare finale. "Ovviamente non è che i MAS facciano tutto - ha sottolineato Elen Jones-Evans - però ci assistono e ci agevolano lungo il percorso."

Il lavoro del patologo vegetale

Nello sviluppo delle linee parentali di un ibrido, che presentino caratteristiche fisse (pertanto replicabili con certezza), entra in scena, accanto a quello del breeder, anche il lavoro del patologo vegetale, il cui compito è stato illustrato dalla responsabile del laboratorio di patologia Claudia Boccongelli.

Se la malattia vegetale è infatti la risultante di una serie di fattori (ambiente, patogeno e pianta ospite), l'opera del genetista e del patologo è quella di agire sulla pianta ospite, selezionandola e mettendola alla prova sotto il profilo della resistenza all'attacco dei patogeni. Questi ultimi, tra l'altro, possono interagire con le piante in diversi modi, spesso difficili da contrastare. In tal senso, la forza di Monsanto sta nell'immensa banca genetica di cui dispone, la quale include anche il germoplasma di molte specie selvatiche, che spesso presentano caratteri di resistenza alle fitopatie.



Boccongelli ha spiegato: "La piantina che il breeder sta selezionando, prima o poi passa nelle mani del patologo, che necessariamente deve esporla ai patogeni, proprio per verificarne la resistenza. Anche alla fine del processo, cioè quando si giunge alla produzione del seme di un dato ibrido, il patologo vegetale si premura di verificare l'uniformità della resistenza."

I numeri vincenti del melone Monsanto
Terminata l'illustrazione dei processi che precedono il rilascio degli ibridi commerciali di Monsanto, Vanes Montanari (Technical Developer Melone) è passato alla presentazione dei meloni SV5448ML (già noto ai nostri lettori - cfr. FreshPlaza del 05/07/2013) e la novità SV9424ML.

Montanari ha mostrato le risultanze di diverse prove comparative condotte sui due meloni Monsanto in confronto con esemplari di altre aziende sementiere: i parametri osservati sono stati quelli della conservabilità a temperatura ambiente, della consistenza della polpa, del grado Brix e della pezzatura.

Degni di nota: la grande tenuta del SV5448ML, che ne facilita la gestione lungo tutta la filiera. Il melone si fa apprezzare anche per la bellissima retatura e proprio questa caratteristica lo rende uno dei prodotti di punta del catalogo Seminis.

La novità SV9424ML, melone retato italiano, risponde invece all'esigenza di avere pezzature contenute anche in piena estate. Ideale per trapianti di fine aprile-fine giugno. Le prove comparative effettuate in diversi siti hanno dimostrato l'elevata percentuale di frutti compresi tra 1,2 e 1,8 kg di peso. La pianta inoltre si segnala per il forte apparato radicale e per la tolleranza all'oidio. Da evidenziare il fatto che entrambe le varietà (SV9424ML e SV5448ML) sono tolleranti ai trattamenti a base di zolfo.



Iniziativa promozionale per i meloni Monsanto
In conclusione della giornata, Fabrizio Petrillo (Key Account Manager Melone e Anguria) ha anticipato a grandi linee un'iniziativa promozionale che Monsanto sta per lanciare e che si rivolgerà agli acquirenti di semi di melone SV9424ML. I dettagli saranno resi noti entro dicembre.

Per maggiori informazioni:
Francesco Boccia
Marketing & Communication Manager Italia, Monsanto
Cell.: (+39) 346 8316220
Email: francesco.boccia@monsanto.com