Ottobre 2013: in calo su base mensile l'indice nazionale dei prezzi al consumo
Il rallentamento dell'inflazione è in gran parte imputabile alle componenti più volatili, come i beni energetici e gli alimentari freschi, al netto dei quali la crescita tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo (inflazione di fondo) resta stazionaria all'1,2%.
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Nel settore dei beni, i prezzi degli alimentari (incluse le bevande alcoliche) diminuiscono, su base mensile, dello 0,2% e il tasso di crescita su base annua si riduce di sei decimi di punto percentuale, portandosi all'1,5% (dal +2,1% del mese precedente). La dinamica congiunturale dei prezzi dei beni alimentari è imputabile al ribasso – su cui pesano anche fattori di natura stagionale – dei prezzi dei prodotti non lavorati, che diminuiscono dello 0,8% su base mensile, registrando un sensibile rallentamento del tasso di crescita su base annua (+0,6%, dal +1,9% di settembre).
Per quanto riguarda gli alimentari non lavorati, e a un maggiore livello di dettaglio, la diminuzione su base mensile è principalmente attribuibile al calo dei prezzi della frutta fresca (-3,5%; +0,9% su base annua, in netto rallentamento dal +5,2% del mese precedente) e dei vegetali freschi (-1,4%, -6,7% in termini tendenziali).
Cali congiunturali si rilevano inoltre per i prezzi del pesce fresco di mare di pescata
(-2,0%, -1,3% su base annua) e di acqua dolce (-1,0%, +7,0% nei confronti di ottobre 2012).
Per contro, nello stesso comparto, si registrano aumenti su base mensile dei prezzi della carne ovina e caprina e delle altre carni (per entrambe +0,6%; rispettivamente +1,1% e +1,8% in termini tendenziali) e del latte fresco (+0,4%, +2,0% rispetto a ottobre 2012).