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Il nuovo campo di battaglia contro i patogeni vegetali e' il suolo: le soluzioni Agriges

Dal 1988 Agriges opera nel settore della nutrizione speciale per l'agricoltura biologica e integrata. Partendo da analisi di mercato, fattibilità di laboratorio, severe sperimentazioni interne e rigorose prove in pieno campo, Agriges ha dato vita a una gamma completa di formulati (concimi di fondo, fertirriganti, fertirriganti speciali, microelementi, integratori fogliari, biostimolanti ed estratti vegetali, prodotti potenziati con i microrganismi) che forniscono soluzioni personalizzate alle specifiche esigenze territoriali e colturali.

Da poco associata al CSO-Centro Servizi Ortofrutticoli, Agriges ha organizzato lo scorso 7 novembre 2013 a Sabaudia (provincia di Latina), un incontro dedicato al settore orticolo, dal titolo "Qualità, eco-sostenibilità, innovazione per l'orticoltura professionale".Il convegno ha contribuito a mettere a fuoco nuove prospettive che aprono scenari assai promettenti, in cui il suolo e la pianta ritornano ad essere vivi e non solo degli sterili supporti.


La sala dell'incontro "Qualità, eco-sostenibilità, innovazione per l'orticoltura professionale".

Grazie agli interventi dei relatori intervenuti nell'occasione, sono state presentate alcune soluzioni ecocompatibili di comprovata efficacia in una gestione sostenibile del comparto ortofrutticolo, inquadrandole nel contesto delle attuali problematiche connesse alla gestione dei residui di pesticidi nel settore (relazione della Dott.ssa Rubbi - Responsabile Progettazione e Legislazione CSO) e delle risultanze sperimentali fin qui ottenute (relazione del Prof. Giuseppe Colla - Professore Università degli Studi della Tuscia).


Un momento della relazione del Prof. Colla. Al tavolo: Simona Rubbi, Luciano Trentini, Rossella Gigli (in veste di moderatrice), Mario Chiurazzi e Marianna Pucci.

Sono entrati nello specifico delle soluzioni Agriges il Dott. Chiurazzi e la Dott.ssa Pucci, rispettivamente responsabili della Ricerca e Sviluppo e dell'Ufficio Agronomico della società. Ad introdurre i lavori della giornata, la relazione del Dott. Trentini - Responsabile Innovazione e Relazioni Europee di CSO, sugli andamenti produttivi, commerciali e organizzativi delle principali specie orticole italiane (cfr. precedente articolo apparso su FreshPlaza dell'8/11/2013).

Il quadro normativo
Nella sua relazione sulle problematiche connesse alla gestione dei residui di pesticidi, Simona Rubbi ha ricordato come la normativa 1107/2009 abbia di fatto eliminato il 67% delle sostanze attive che gli agricoltori avevano prima a disposizione per il controllo delle principali fitopatie. L'Unione Europea sta infatti orientandosi verso un approccio di maggiore sostenibilità ambientale, volto a tutelare anche la salute degli operatori oltre a quella dei consumatori.

Con la normativa 396/2005, inoltre, la Commissione Europea ha stabilito l'armonizzazione dei cosiddetti MRL, cioè dei limiti massimi ammessi di residui chimici sui prodotti ortofrutticoli, con ciò sostituendo quattro precedenti normative e allineando allo stesso livello per tutti gli Stati membri i valori dei residui massimi per 1.100 sostanze attive su 315 frutti e ortaggi. Il limite per le sostanze attive per le quali non esiste un MRL ufficiale è stato fissato a 0,001 mg/kg; in ogni caso, i livelli sono tarati sui target di popolazione particolarmente a rischio (come i bambini, per esempio), sicché risultano molto prudenziali.

Nonostante l'irrigidimento degli standard, alcuni problemi sussistono in conseguenza di una specifica disposizione (art. 53 della normativa 1107/2009) che consente l'autorizzazione ad uso eccezionale per determinate sostanze attive vietate e già eliminate; è il caso dell'Etossichina per la conservazione delle pere, cui Spagna e Portogallo hanno concesso un'autorizzazione straordinaria, creando con ciò una concorrenza "sleale" all'interno della UE, soprattutto nei confronti di altri Stati membri, come l'Italia, in cui l'uso della sostanza rimane vietato. Stesso discorso si può fare per la sostanza 1,3D, il cui uso straordinario sulle carote è stato autorizzato dalla Francia.

Oltre al quadro normativo suddetto e alle sue intrinseche zone d'ombra, l'agricoltura si trova a dover fronteggiare tutta una serie di altri regolamenti, disciplinari (vedasi la Produzione Integrata) o capitolati di fornitura (in specie quelli imposti dalla GDO nordeuropea) che limitano ulteriormente il ricorso a sostanze attive nella lotta a parassiti e fitopatie, senza che ciò si traduca in un maggiore ritorno economico per le aziende agricole.

Le risposte della ricerca

Alle crescenti difficoltà che il mondo produttivo incontra per mantenersi competitivo, cercano dunque di rispondere i ricercatori. L'evento di Sabaudia ha indicato in modo inequivocabile la direzione da percorrere: quella di una "riconquista del suolo", intesa come recupero della fertilità dei terreni, spesso compromessi proprio dall'agricoltura intensiva degli ultimi decenni. Se l'esigenza generale è quella di una maggiore sostenibilità ambientale delle pratiche agricole e di un minore ricorso alla chimica, allora non si può prescindere dal substrato stesso delle produzioni: il suolo.

Nella sua relazione dal titolo "Nuove frontiere della fertilizzazione per un'agricoltura sostenibile", il Prof. Giuseppe Colla ha sottolineato come il contenuto di sostanza organica sia l'elemento chiave per la capacità produttiva del suolo. La sostanza organica, infatti, influenza la ritenzione idrica del terreno, funge da riserva di elementi nutritivi, protegge la biodisponibilità di sostanze utili incrementandone l'assorbimento, favorisce lo sviluppo di organismi preziosi, riduce la tossicità legata a composti naturali o di origine antropica, addirittura aumenta la tolleranza delle piante alla salinità.



Purtroppo, il forte depauperamento dei suoli comporta l'esigenza di apportare nuova sostanza organica nel terreno, il che si può efficacemente ottenere mediante l'impiego di fertilizzanti organici, purché essi rispondano a determinati criteri, primi tra tutti l'assenza di patogeni, di parassiti, di erbe infestanti o di inquinanti nella loro formulazione.

Tra gli organismi utili per un arricchimento del suolo, il Prof. Colla ha nominato alcuni funghi come le Micorrize o il Trichoderma, oltre ai batteri promotori della crescita della pianta. Tutti questi organismi trovano il loro habitat naturale in prossimità della radice delle piante, favorendo la funzione di assorbimento dei nutrienti oppure proteggendola da altri organismi patogeni (azioni di biocontrollo).

Il Prof. Colla ha poi illustrato due prove sperimentali condotte su pomodoro e zucchino presso un'azienda agricola di Sabaudia; nei test sono stati utilizzati alcuni formulati fertilizzanti e nematocidi della Agriges, con risultati molto promettenti.

Le proposte Agriges

Mario Chiurazzi e Marianna Pucci di Agriges sono entrati nello specifico delle soluzioni che l'azienda propone oggi per la "ricostruzione" microbiologica del suolo e sulla funzione di alcuni estratti vegetali per il potenziamento delle difese della pianta contro gli attacchi patogeni.

Il responsabile della Ricerca e Sviluppo di Agriges, Mario Chiurazzi, ha presentato efficacemente l'ecosistema suolo, sottolineandone l'eccezionale contenuto microbiologico: un cucchiaino di terreno, infatti, contiene più vita (su scala microscopica) di tutta la popolazione umana che abita il pianeta! Si pensi che la biomassa microbica arriva a rappresentare 1 kg per ogni metro quadrato di terreno.


Un momento della relazione di Mario Chiurazzi.

La complessità del sistema suolo è tale che non ne conosciamo ancora completamente tutti gli aspetti. Quel che è certo è che un terreno biodiverso consente una stabilità dell'ecosistema, contribuendo a renderlo più resistente alle perturbazioni (tra cui si annoverano gli attacchi di parassiti e patogeni). Un terreno "stanco", infatti, è molto più soggetto a questo tipo di problematiche, proprio perché gli organismi nocivi non trovano barriere efficaci alla loro moltiplicazione. La vitalità dei patogeni è direttamente influenzata dalla competizione che esiste a livello microbiologico; quando un suolo è ricco di organismi antagonisti a determinati patogeni, si parla di "soppressività specifica" e tale caratteristica risulta trasferibile da un terreno ad un altro.

"Come in qualsiasi catena alimentare - ha sottolineato Chiurazzi - la competizione tra microorganismi per l'accesso a determinate sostanze del suolo pone un limite alla proliferazione di un organismo su un altro; la situazione risulta equilibrata e molte spore patogene non riescono ad alimentarsi e dunque ad attaccare le piante." Ecco la ragione per cui Agriges ha introdotto alcuni specifici microorganismi utili nei suoi prodotti, optando per forme biologiche esistenti in Italia e dunque perfettamente adattate alle nostre condizioni climatiche.

Tra i formulati Agriges disponibili specificatamente per la lotta ai nematodi - microscopici vermi parassiti delle radici che rappresentano una problematica fitosanitaria sempre più allarmante in molti areali produttivi italiani - Mario Chiurazzi ha illustrato la linea REM (REM G, RYCYNEEM e TRI START), oltre agli estratti vegetali induttori di resistenza NEMA 300 WW e RESET PLUS.



"Il nostro obiettivo non è quello di sostituirci agli agrofarmaci di sintesi - ha concluso Chiurazzi - bensì quello di potenziarne l'efficacia, espandendo le difese indirette delle colture, agendo sui microorganismi del suolo."

Dal canto suo, la responsabile dell'Ufficio Agronomico della società Agriges, Marianna Pucci, ha illustrato le funzioni di alcuni estratti vegetali nel potenziare le risposte di difesa delle piante a livello cellulare.

Prendendo le mosse da una serie di sperimentazioni scientifiche a livello internazionale, le quali hanno dimostrato la capacità inibitoria di diverse essenze vegetali nei confronti del fungo parassita Botrytis cinerea, Agriges ha sviluppato il prodotto GABRIEL BZ, che si basa sulla comprovata efficacia dell'estratto di semi di pompelmo (GSE = grapefruit seeds extract).

Efficace anche contro Monilia, il GSE agisce a livello delle spore patogene, distruggendo la membrana del microorganismo e svolgendo una funzione di inibizione sullo sviluppo della colonia degli organismi dannosi, in quanto interviene ad interrompere lo scambio di messaggi chimici tra individui. Tuttavia, il passaggio dalla materia prima al formulato, nel caso del GSE, è molto delicato e si rischia di perderne l'efficacia.

Agriges ha dunque sviluppato una tecnologia estrattiva idonea al mantenimento dell'azione antimicrobica del GSE; tale tecnologia si chiama FORS® ed è stata applicata proprio alla creazione dell'induttore di resistenza GABRIEL BZ. Oltre all'estratto di semi di pompelmo, il prodotto include anche estratto di tagete e chiodi di garofano, entrambi in grado di potenziare lo spettro d'azione antimicrobico.

A livello chimico, GABRIEL BZ, "allerta" la pianta a reagire all'attacco, attuale o eventuale, da parte di agenti patogeni; il prodotto, completamente naturale, non lascia alcun tipo di residuo e può essere utilizzato a distanze di tempo più ravvicinate rispetto a prodotti tradizionali. Da alcune sperimentazioni condotte su fragole e zucchino sotto serra, è emersa la capacità del prodotto di aumentare la resistenza delle piante alla muffa grigia e di migliorare anche la shelf-life del raccolto. In test condotti su cipolla in pieno campo, GABRIEL BZ ha dimostrato efficacia contro Sclerotium; lo si è impiegato pure per il controllo della batteriosi del pero con applicazioni settimanali a inizio fioritura.

Contatti:
Agriges srl
Antonio Ardolino
Contrada Selva di Sotto (ZI)
82035 S. Salvatore Telesino (BN)
Tel.: (+39) 0824 947065
Fax: (+39) 0824 947442
Email: info.contact@agriges.com
Web: www.agriges.com