La Fondazione è protagonista di un progetto coordinato dall’Università di Bologna, destinato a proseguire per un paio d’anni, che prevede l’utilizzo di strumenti di ultima generazione per valutare le mele: DA-Meter, lettore ottico portatile che fornisce l’indice di maturazione senza distruggere il frutto, e Pinprenelle, che consente un’analisi automatizzata di qualità, durezza, zuccheri, acidità, peso di ogni singola pomacea.

"Finora le analisi - spiega Luca Folini (foto a destra), tecnico responsabile del settore frutticoltura alla Fojanini - hanno riguardato circa 6.000 mele ma, prima della fine delle raccolte, arriveremo a 7-8.000 unità."
Le tecnologie vengono utilizzate per analizzare le numerose varietà promettenti che sono sotto stretta osservazione sui campi della Fondazione: "Abbiamo circa 170 diverse varietà in collezione e circa un centinaio di queste vengono seguite direttamente, con particolare attenzione, raccogliendo dati sia con metodo tradizionale sia con i DA-Meter", spiega Folini. "Cerchiamo di mettere in cascina quanti più dati è possibile e di confrontarli tra loro con l’obiettivo di sostituire in via definitiva, il prima possibile, il metodo distruttivo con quello non distruttivo."
Una ricerca che punta a migliorare la qualità, la resistenza e la conservabilità del prodotto, garantendone anche la piena sostenibilità.
La Fondazione lombarda, che può disporre di circa 1.500 piante ottenute da incroci, ha recentemente realizzato due campi: uno dimostrativo, avviato nel 2012, e l’altro varietale, a oltre 700 metri di altezza, "inaugurato" nella primavera del 2013, con 600-700 piante complessive.
"Sono almeno 4-5 le varietà di grande interesse che potrebbero essere immesse sul mercato nel breve-medio periodo", conclude Folini.
La Fondazione Fojanini sta dando inoltre il proprio apporto nella battaglia contro la morìa del melo (vedi notizia su Freshplaza dell'11/10/2013).