Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

"Google e il futuro del Made in Italy: fare "rete" tra web e sistema locale"

"Google investirà in Italia per sostenere e valorizzare le eccellenze ancora troppo nascoste, offrendo soluzioni alla portata del tessuto imprenditoriale che aiutino a far crescere il fatturato delle imprese e il Pil del Paese." Così ha annunciato Eric Schmidt, executive chairman di Google, in occasione di Big Tent "Made in Italy: la sfida digitale", recente convegno promosso in collaborazione con Unioncamere e svoltosi a Roma.

Passa dunque dal digitale la prospettiva di un'economia in salute? In Italia, il contributo del web all'economia risulta di poco superiore al 2% del Pil, contro il 4% dei Paesi del G20, evidenziando un consistente ritardo tecnologico del nostro Paese, il quale d'altra parte vanta un potenziale unico nella tradizione agroalimentare (e non solo), rappresentando un brand (il made in Italy) universalmente riconosciuto.

Di fatto, quella di Schmidt è già una proposta operativa, che si rivolge al Bel Paese nel più classico pragmatismo americano: "Google opererà su tre livelli – ha illustrato il manager - promuovere le eccellenze agroalimentari nazionali, sensibilizzare gli imprenditori all'alfabetizzazione digitale, valorizzare i giovani come protagonisti della transizione digitale dell'economia. Al Governo italiano, chiediamo solo la garanzia della banda larga veloce ovunque."

Schmidt sottolinea: "Il Made in Italy ha tutte le caratteristiche per vincere la sfida digitale e lasciare i suoi prodotti di nicchia liberi dalla sfera ridotta dei mercati di nicchia, per sviluppare il loro potenziale sull'export." Guidare l'economia italiana verso l'asset digitale non significherà in alcun modo glissarne i settori di punta, quanto piuttosto guidare le imprese verso l'utilizzo di Internet come strumento per accedere a nuovi mercati, facendo leva su altrettanto nuove politiche di web-marketing.

A sostenere il "sogno googliano" c'è Unioncamere, il cui presidente Ferruccio Dardanello (in foto) riferisce a FreshPlaza: "Per le PMI-piccole medie imprese che guardano all'estero, l'e-commerce rappresenta una leva fondamentale per conquistare nuovi market-place: ma questa sfida non deve ridursi a postare una nuova "vetrina" su internet. Serve una serie di competenze specifiche, nel marketing come nell'informatica, difficilmente reperibile in blocco all'interno di ogni singola impresa, ma che può essere implementata valorizzando il sistema territoriale (altra "rete" fondamentale) in cui vive l'impresa. Come dimostra "Distretti sul web", la prima iniziativa che ha visto unite Unioncamere e Google con cui, da qualche mese, stiamo portando giovani esperti di economia digitale a lavorare nelle imprese della filiera agroalimentare ed enogastronomica di venti distretti industriali italiani."

Dall'analisi operativa del presidente di Unioncamere, emerge un chiaro punto fermo: "Per essere protagonisti del cambiamento, oggi, è necessario che istituzioni come le nostre stiano davanti all'economia, la studino, e abbiano le giuste "intelligenze" per tracciare nuove traiettorie di crescita e valorizzare quel modello di sviluppo radicato sui territori e sull'unicità dei saperi che li rappresentano. Proprio per questo, come Unioncamere, stiamo lavorando a un grande piano per promuovere l'internazionalizzazione delle filiere dell'agroalimentare e del turismo, che intendiamo realizzare a partire da una rete "reale" e internazionale, cioè quella della ristorazione italiana certificata nel mondo, puntando sulle eccellenze delle piccole e medie imprese. L'impegno delle Camere di commercio, in tal senso, è continuo e profondo: perché agricoltura e manifattura, artigianato e turismo, servizi e cooperazione, devono concorrervi per sostenersi a vicenda."