Il Ministro ha dichiarato: "Sul 'greening' dobbiamo pensare a un sistema flessibile e semplice per gli Stati membri. Inoltre, credo che sia necessario discutere della percentuale del 7 per cento relativa alla 'ecological focus area': si tratta di una soglia troppo elevata, ritengo che si debba arrivare a un accordo su un livello più ragionevole".
"In merito alla diversificazione – ha aggiunto Catania – penso che sarebbe interessante riflettere sulla possibilità di un'applicazione della misura a seconda della grandezza dell'azienda. Sono d'accordo sull'obbligo di 3 colture per le grandi aziende, quelle sopra i 50 ettari ad esempio, mentre per quelle di medie dimensioni è opportuno mantenere l'obbligo di 2 colture. Per le piccole aziende, invece, è giusto stabilire l'esclusione dall'obbligo della diversificazione, così come è giusto non imporre il vincolo ai pascoli permanenti e le colture arboree, che hanno già un forte valore ambientale e non dovrebbero essere comprese nel 'greening'".
"Infine – ha spiegato il Ministro – vorrei sottolineare come il testo del 'Negotiating box', proposto dal presidente Van Rompuy nel corso dell'ultimo Consiglio europeo, contenga una formulazione molto particolare: sostiene infatti che tutti gli agricoltori sono obbligati al rispetto del 'greening', quindi anche i piccoli agricoltori. Quel 'tutti' merita una riflessione e una segnalazione, pertanto invito il Commissario Ciolos a far presente al presidente Barroso che quella formulazione dovrebbe essere corretta eliminando il termine 'tutti'".
Per come è formulato oggi, il Greening (misure di tutela ambientale) prevede:
- Diversificazione colturale
- Zone erbose permanenti
- Aree di tutela ecologica - per un minimo del 7% delle superfici (terrazzamenti, caratteristiche paesaggistiche, superfici boschive, etc.)
- Il Greening non si applica agli agricoltori biologici dato il "riconosciuto beneficio ambientale" di questa pratica agricola