In Giappone, le pesche si coltivano in sacchetti di carta
La varietà più popolare è la Shimizu Hakuto, una pesca bianca per colore della polpa e della buccia. Quest'ultima caratteristica si ottiene in una maniera particolare, facendo crescere i frutti in sacchetti di carta. Lo racconta Henk de Bruine dell'azienda Apex.
"Originariamente le delicate pesche venivano coltivate nei sacchetti di carta in tutto il Giappone, per proteggerle dagli insetti dannosi e dalle influenze sfavorevoli del clima. Con l'arrivo dei fitofarmaci, i sacchetti caddero in disuso, tranne che a Okayama, dove finora la coltivazione di pesche avviene con questa antica metodologia di coltivazione. L'apertura del sacchetto nella parte inferiore fa filtrare la luce, il che dona un leggero rossore ai frutti, rendendoli più attraenti" continua Henk.
"Una condizione necessaria per lo sviluppo e l'allegagione dei frutti è la giusta irrigazione: la pesca cresce meglio su un terreno irrigato quanto basta, non troppo umido né troppo secco. Perciò viene monitorato da vicino e durante la stagione delle piogge talvolta il terreno sotto gli alberi da frutto viene coperto con teli impermeabili. A Okayama, l'abbondanza di sole e le temperature calde durante la stagione di sviluppo hanno un effetto positivo sul contenuto zuccherino e la maturazione sulla pianta lo fa aumentare ulteriormente. La combinazione con tecniche antiche fa sì che si ottenga una pesca deliziosamente succosa e particolarmente dolce, con un aroma attraente".
"Si tratta forse della pesca più perfetta e dolce al mondo? E' quello che pensano i giapponesi e non posso dar loro torto!" conclude Henk.
Per maggiori informazioni:
Henk de Bruin
Apex Inc./Tokyo
Email: info@japanfoodtours.jp / apex-tyo@gol.com