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Con l'intervento del Ministro Catania

Incontro di approfondimento UNAPROA sull'Art. 62: l'alba di una nuova era nei rapporti commerciali in agricoltura



Si è svolto ieri a Roma, promosso dall'Unione Nazionale delle OP ortofrutticole UNAPROA, un incontro di approfondimento sull'Art. 62 che disciplinerà tra pochi mesi le relazioni commerciali in materia di cessione di prodotti agricoli e agroalimentari (vedi anche precedente articolo).



Con la collaborazione di docenti universitari, rappresentanti delle organizzazioni agricole e istituzioni, UNAPROA ha offerto ai partecipanti una riuscita occasione per analizzare a fondo non solo la normativa in sé ma anche e soprattutto le sue implicazioni a più ampio raggio.


Da sinistra a destra: Ambrogio De Ponti (Presidente UNAPROA), Egidio Sardo (Dir. Gen. ISMEA), il moderatore dei lavori Antonio Schiavelli (Vice-Presidente UNAPROA) e Francesco Ricotta (Università "La Sapienza" di Roma).

Dopo i saluti del presidente UNAPROA, Ambrogio De Ponti, una puntuale analisi dei singoli commi della norma - che diventerà operativa il 24 ottobre 2012 - è stata fornita dal direttore dell'Unione, Stefano Franzero (in foto qui sotto).



Franzero ha presentato anche una serie di quesiti emersi dalla lettura della norma e relativi all'impatto che essa potrà avere nelle attività commerciali degli associati UNAPROA. Rilevante infatti appare comprendere in che modo l'impianto legislativo possa concorrere ad un maggiore sviluppo del sistema ortofrutticolo organizzato in OP.



Tra i quesiti evidenziati da Franzero, quelli relativi alla complementarietà tra ordini e contratti; la possibilità che contratti scritti e trasparenti possano favorire l'accesso al credito; la necessità di forme di semplificazione degli adempimenti, a partire dalla tipologia dei contratti; la possibilità di avvalersi di procedure informatiche per la sottoscrizione dei contratti stessi; l'applicazione o meno della norma al trasferimento di prodotti tra imprese agricole tra loro partecipate; la possibilità o meno di disciplinare i rapporti commerciali tra soggetti italiani e soggetti residenti all'estero; la modalità di definizione circa quali condizioni (servizi promozionali, sconti e premi di fine periodo, etc.) rientrino o meno nei contratti; l'opportunità o meno di informare il consumatore finale in merito alle condizioni definite tra le parti.



Un quesito in particolare è stato poi ripreso negli interventi di altri relatori: quello se anche la conclusione di contratti commerciali a prezzi al di sotto dei costi di produzione agricola sia o meno da considerarsi come condizione ingiustamente gravosa e dunque in disaccordo con la norma dell'Art. 62, comma 1, secondo la quale i contratti devono essere informati a principi di trasparenza, correttezza, proporzionalità e reciproca corrispettività delle prestazioni.



Antonio Schiavelli (vice-presidente UNAPROA - nella foto sopra), in qualità di moderatore dei lavori ha poi introdotto gli altri interventi. La parola è andata ad Angelo Frascarelli dell'Università degli Studi di Perugia (nella foto sotto), il quale ha proposto una lettura dell'Art. 62 nel quadro dei mutamenti epocali che stanno interessando la politica agricola a livello europeo.



Il fenomeno di fondo al quale stiamo assistendo nel disegno della nuova PAC-Politica Agricola Comunitaria è infatti quello di un passaggio da una serie di interventi diretti per il controllo dei mercati (protezionismo, prezzi fissi, quote, etc.) ad una serie di interventi indiretti (strumenti a sostegno della concentrazione dell'offerta e della creazione di OP, Interpofessione, miglioramento dei rapporti tra produttori e acquirenti, maggiore trasparenza nella filiera, etc.). Tale mutamento di strategia si deve anche a ragioni di tipo economico-finanziario, essendo gli interventi indiretti assai meno costosi di quelli diretti. L'Art. 62, secondo Frascarelli, si inserisce perfettamente in questa nuova direzione della politica agricola generale.



Il docente ha puntualizzato che la mano pubblica interviene su un mercato solo in due casi: o quando si tratta di tutelare beni di interesse pubblico oppure quando si tratta di migliorare la competitività di un mercato di per sé non funzionante e strutturalmente squilibrato/debole. Questo è proprio il caso dell'intervento legislativo rappresentato dall'Art. 62, in quanto è di tutta evidenza che il mercato agricolo, così com'è al momento, non funziona in modo efficiente e trasparente, per tutta una serie di ragioni (al di là dell'asimmetria del potere contrattuale tra i soggetti commerciali in gioco, pesa anche la struttura atomistica della produzione, la volatilità dei prezzi delle materie prime agricole, il carattere stagionale delle produzione, etc.).



In conclusione, dopo aver analizzato vantaggi e svantaggi della nuova norma, Frascarelli ha concluso che: il vero tema sul piatto non è quello di avere contratti in forma scritta, bensì quello di avere potere contrattuale nei rapporti commerciali; così come il vero problema non è tanto quello della trasparenza nella filiera, quanto quello della collaborazione tra gli attori della filiera. In un mercato sempre più complesso e incerto, infatti, l'unica soluzione è quella di uscire dall'individualismo per costruire reti di imprese, con il comune obiettivo di collaborare per competere.



La parola è passata poi a Francesco Ricotta dell'Università "La Sapienza" di Roma (nella foto qui sotto), il quale ha fornito a propria volta una duplice lettura dell'Art. 62, tra aspetti prettamente giuridici e implicazioni aziendali.



Secondo il docente, la norma interviene su un sistema pregresso connotato da uno squilibrio di potere tra i partner commerciali nella filiera agricola per trasformare una subordinazione di tipo verticale in una interdipendenza costruttiva tra le parti, con l'obiettivo di ottenere un mercato che manifesti nel suo complesso una migliore performance. Ricotta ha poi analizzato gli ambiti sui quali la norma va ad impattare e i profili delle possibili ricadute, che sono di vario tipo: strategico, commerciale, fiscale-amministrativo ed economico-finanziario.



Le implicazioni emerse dall'analisi del docente aprono scenari di sicuro interesse, in quanto consentirebbero ad una filiera in cui i partecipanti sono oggi sostanzialmente scollegati di agire invece in forme coordinate e molto più efficaci dal punto di vista commerciale.

Anche il direttore generale e il presidente di ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) hanno contribuito ai lavori dell'assemblea con analisi sulla ripartizione del valore lungo la filiera e valutando gli aspetti rilevanti dell'introduzione dei contratti di compravendita sulla possibilità di accesso al credito per le imprese agricole.



A sinistra, Egidio Sardo (Dir. Gen. ISMEA), a destra Arturo Semerari (Pres. ISMEA).

Apprezzata dagli organizzatori la presenza in sala di Claudio Gamberini (foto sotto), responsabile nazionale ortofrutta CONAD, il quale è stato invitato da Antonio Schiavelli a prendere la parola.



Nel suo intervento, Gamberini ha invitato, in vista dell'entrata in vigore dell'Art. 62, a mettere il settore ortofrutta intorno ad un tavolo, date le sue peculiarità rispetto ad altri comparti agricoli e, in fase di decreto attuativo, a prestare particolare attenzione al segmento del freschissimo.


Ambrogio De Ponti, Presidente UNAPROA, accanto al Ministro delle Politiche Agricole, Mario Catania.

Gamberini, pur valutando positivamente l'intento del Legislatore di rendere più trasparente e "democratico" il rapporto tra fornitori e grande distribuzione, ha accennato al rischio che soggetti operanti prevalentemente con prodotti d'importazione possano sfuggire alle maglie della norma, con ciò penalizzando quanti per scelta aziendale, come CONAD, privilegiano invece l'italianità negli approvvigionamenti di prodotto.

Dopo gli interventi di due rappresentanti delle organizzazioni di categoria (Nicola Cilento di Confagricoltura e Pietro Sandali di Coldiretti), la parola è passata all'On. Paolo Russo, presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati (foto qui sotto).



In modo ironico, l'On. Russo ha posto alla sala alcune domande retoriche, tutte a risposta affermativa: sì, è vero, si può senz'altro dire che l'Art. 62 sia un intervento "a gamba tesa" sul mercato; che aumenti gli adempimenti burocratici e che presenti delle criticità, ma la vera ratio sottostante la norma è quella, paradossalmente, di rendere inutile la norma stessa! L'Art. 62 vuole essere un modello in grado di orientare il mercato, facendo sì che comportamenti leali e trasparenti tra gli operatori diventino prassi quotidiana, modus operandi, etica professionale. Il giorno in cui non servirà più una legge imposta dall'alto per ottenere questo, la norma stessa avrà svolto egregiamente il proprio compito!

In questo spirito, l'On. Russo ha auspicato che gli operatori possano da subito, senza attendere l'entrata in vigore della legge, adottare comportamenti virtuosi e collaborare con le istituzioni: sarebbe un segnale utile anche per il Legislatore, in quanto emergerebbero più rapidamente eventuali aree di miglioramento sulle quali intervenire.

In chiusura dei lavori, il Ministro delle Politiche Agricole, Mario Catania (nella foto qui sotto), ha indicato le finalità ultime dell'Art. 62: intervenire sulle lacune della filiera, dando uno scrollone ad un sistema che sembra essere rimasto ingessato agli anni del secondo dopoguerra e ridisegnando il mercato agricolo in una modalità operativa finalmente al passo con i tempi.



"Dobbiamo impedire - ha dichiarato il Ministro - che il valore della produzione agricola si spezzetti in mille rivoli, a causa di sovrastrutture ormai superate (cito per tutti la figura del "mediatore"!), che rendono inefficienti persino le filiere dove la concentrazione geografica di determinate produzioni renderebbe perfettamente applicabile un rapporto commerciale diretto tra fornitori e acquirenti. Lo spirito della norma non è quello di demonizzare la GDO, ma anzi quello di farla partecipare attivamente al quadro che stiamo realizzando. La sfida che abbiamo di fronte riguarda tutti ed è quella di un mercato moderno, efficiente, che crei valore invece di distruggerlo".

Per maggiori informazioni:
Unaproa
Direzione
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Email: info@unaproa.com
Web: www.unaproa.com