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Piu' sostenibile = piu' conveniente

Approvvigionamento diretto di ortofrutta: il nuovo paradigma del rapporto produzione-distribuzione

Su scala mondiale, le catene di supermercati appaiono sempre più interessate all'approvvigionamento diretto di frutta e verdura per ottimizzare la catena di distribuzione. Basti pensare che quarant'anni fa il 70% dei prodotti freschi si muoveva attraverso i mercati terminali, mentre oggi i mercati terminali rappresentano meno del 30% dell’ortofrutta fresca statunitense movimentata.

Durante l'Eurofruit Congress Southern Emisphere di Lima, Alison Clafin, direttore commerciale di Damco America Latina, il braccio logistico del gruppo AP Moller Maersk, ha presentato una relazione che ha messo in luce i diversi aspetti dell'approvvigionamento diretto, sotto più punti di vista.

I produttori, ad esempio, possono controllare la catena di fornitura e consegnare direttamente ai rivenditori: all'ingrosso, ottimizzando la logistica FOB (free on board, franco a bordo) o FOT (free on truck, nel caso di trasporto su autocarro), oppure al dettaglio. I produttori-esportatori massimizzano il loro profitto, allo stesso tempo riducendo i costi e aumentando la qualità.

Lo stesso vale per i rivenditori, che possono controllare la materia prima alla fonte e lungo la catena di fornitura, grazie al rapporto diretto con i produttori-esportatori.
Questo permette ai rivenditori di ottenere prodotti freschi di stagione, altamente deperibili e di alto valore, tutto l'anno, riducendo le oscillazioni delle forniture dovute a stagionalità, meteo e altre variabili naturali.


I vantaggi finanziari sono realizzati grazie a una maggiore visibilità e controllo lungo la catena distributiva. In figura, le aree in cui viene realizzata una riduzione dei costi nell'ordine del 10-15%. I risparmi derivati dalla riduzione dei rifiuti totalizzano da soli il 4-6%

La percentuale di approvvigionamento diretto è prevista in aumento di oltre il 50%, ha spiegato la Caflin. Per le maggiori catene di supermercati, la quota di ortofrutta fresca proveniente direttamente dal produttori-esportatori sarà più alta (vedi figura sottostante).


Se oggi la ripartizione della percentuale di controllo della filiera da parte di produttori, grossisti e retailer è rispettivamente del 20, 70 e 10 per cento, un domani sarà ripartita al 50 per cento tra approvvigionamento diretto (produttore-retailer) e forniture tramite grossisti.

Il ruolo della sostenibilità
Alison Clafin ha sottolineato come l'attenzione ai temi sostenibili sia in crescita costante. Si pensa infatti che gli investimenti in programmi di business sostenibile saranno tra il 50 e il 100% più numerosi nel 2013 rispetto al 2011. La maggiore attenzione alla sostenibilità è determinata sia da esigenze aziendali che dalla legislazione vigente.

Il 57% delle aziende con più di 500 dipendenti è poi convinto che le strategie legate alla sostenibilità siano indispensabili per essere competitivi. Ancora, è dimostrato che i fornitori che stanno agendo in modo sostenibile sono preferiti dal 66% delle imprese. Emerge inoltre che le imprese, invece di attendere le disposizioni di legge dei rispettivi governi, stanno anticipando i tempi e orientandosi, più che al mero rispetto delle regole, alla ricerca della massima efficienza. In ogni caso, ha indicato Clafin, il nuovo "tema caldo" in ambito di sostenibilità ambientale riguarderà il packaging.

Per quanto attiene la legislazione, dal 1° gennaio 2012 in Europa qualsiasi compagnia aerea sarà tenuta a far parte dell’Emission Trading Scheme (ETS), che obbliga i vettori a pagare per ogni tonnellata di anidride carbonica prodotta oltre un limite fisso. Negli Stati Uniti, vigono diversi limiti regionali e programmi commerciali. La Cina dal 2013 "potrebbe" istituire un sistema per lo scambio di quote di emissioni in sei regioni, che potrà poi essere ampliato a livello nazionale entro il 2015.
Infine, l’Unione europea sta mettendo pressione all’IMO-Organizzazione marittima internazionale, per arrivare a una rapida decisione sull'indice obbligatorio di progettazione di efficienza energetica, oltre alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica e all'utilizzo di combustibili con minor contenuto di zolfo.

La sostenibilità è un tema particolarmente evidenziato nelle agende delle maggiori catene distributive. Alison Clafin ha riportato qualche recente dichiarazione. Ad esempio, Philip Clarke, Amministratore delegato del Gruppo Tesco ha detto: "Le emissioni nella nostra catena di distribuzione, nelle fasi di coltivazione, lavorazione, trasformazione e trasporto dei beni che vendiamo, sono almeno dieci volte superiori a quelle della nostra attività. Riconosciuto ciò, ci siamo posti l'obiettivo di ridurre del 30% le emissioni di carbonio dei prodotti che vendiamo entro il 2020".

Secondo Mike Duke, Presidente e CEO di Wal-Mart: “Non ci sarà filiale di questa compagnia, in alcuna parte del mondo, che non contribuirà a rendere Wal-Mart più sostenibile". Carrefour, infine, punta a raggiungere entro il 2020 l'ambizioso obiettivo di ridurre i consumi energetici del 30% rispetto al 2004.

I venditori stanno cercando di controllare la riduzione delle emissioni di carbonio, al di là dei propri negozi e impianti, lungo l’intera catena di distribuzione, ben sapendo che meno emissioni di solito significa anche meno costi.


Un caso di studio: i retailer nord-americani. Le soluzioni della catena distributiva end-to-end (dirette, senza intermediari) con visibilità "dal campo alla tavola" sono la chiave per guidare la riduzione dei costi e delle emissioni di anidride carbonica. "Più verde" è sinonimo di "più conveniente", nella catena di fornitura.

In conclusione, i rivenditori possono ottenere molti più benefici finanziari dal controllo della catena di distribuzione, rifornendosi direttamente dai produttori-esportatori. Grazie all’approvvigionamento diretto, i rivenditori potranno controllare le emissioni di carbonio lungo la catena di fornitura e se i fornitori rispettano o meno gli standard di sostenibilità e di responsabilità sociale di impresa (su questo tema, vedi anche articolo FreshPlaza del 28/11/2011).

Contatti
Alison Clafin
CCO – Damco Latin America
Tel.: +507 305 8020
Email: alison.clafin@damco.com