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"Last minute market" risponde al problema delle eccedenze ortofrutticole"

In agricoltura il fenomeno della sovrapproduzione tocca cifre considerevoli e riguarda in modo particolare il settore ortofrutticolo. Ogni anno una quota rilevante di prodotto per diversi motivi non viene raccolto. Può essere il frutto o l'ortaggio a non corrispondere agli standard qualitativi richiesti oppure può succedere che la produzione sia maggiore rispetto a quanto richiesto dal mercato. In questi casi l'agricoltore non riesce a coprire neanche i costi della raccolta e spesso lascia i frutti a marcire sugli alberi o l'insalata nei campi. Ma cosa non funziona nel mercato? E cosa inceppa il meccanismo della domanda e offerta?

Matteo Guidi, ricercatore del dipartimento di Economia e Ingegneria agrarie dell'Università di Bologna, porta avanti da diversi anni il progetto "Last minute market" che si occupa, fra le altre cose, del recupero delle eccedenze di prodotti dalle imprese agro-alimentari. Eccedenze ridistribuite poi ad associazioni profit e non-profit.

"Le eccedenze alimentari si formano per centinaia di motivi - spiega - Ad esempio se un giorno nevica e nessuno va al supermercato a comprare la frutta, la partita che è a scadenza dovrà essere buttata. Quindi le quantità cambiano a seconda delle contingenze e della domanda."

"Non esistono dati precisi in materia - prosegue Guidi - La quantità di eccedenze varia a seconda delle annate. Ad esempio, il 2007, per via del clima siccitoso, è stata un'annata poco produttiva e di conseguenza le eccedenze agroalimentari sono state pochissime. Può poi accadere, e ci sono annate in cui è successo anche per le nettarine in Romagna, che sul mercato europeo ci siano grosse quantità di prodotto e che il prezzo di mercato sia talmente basso che non conviene pagare la manodopera per raccoglierla. L'agricoltura proprio per questo motivo è da sempre sostenuta dai finanziamenti europei."

Last Minute Market ha quindi il compito di incrociare l’offerta e la domanda potenziale dei prodotti ortofrutticoli non venduti e che rimarrebbero a marcire in campo. Questi beni possono costituire una risorsa per enti ed associazioni che offrono assistenza a persone in condizione di disagio e un vantaggio per gli agricoltori i quali, oltre ad offrire il loro prodotto a qualcuno che ne ha bisogno, possono ridurre il rischio di incorrere in patologie causate dal marciume della frutta sulle piante.

"Ora in particolare - dichiara Guidi - stiamo lavorando sul territorio di Cesena, che è specializzato nella produzione di prodotti ortofrutticoli. Il progetto è stato avviato nell’aprile del 2007. Raccogliamo ortaggi e frutta direttamente nei mercati all’ingrosso e dai contadini. Fino ad ora abbiamo raccolto 4,8 tonnellate di frutta e verdura e stimiamo che in un anno arriviamo a 14.400 kg, che corrispondono a circa 33 mila euro (utilizzando la media dei prezzi dell’ortofrutta indicati dall’Osservatorio Regionale sui prezzi dell’Emilia Romagna)".

Fonte: sabatoseraonline.it