Lo scenario attuale del mercato delle patate è tutt'altro che roseo. A raccontarlo - chiedendo l'anonimato - è un operatore del settore che, grazie a rapporti consolidati con fornitori esteri, offre una visione chiara delle dinamiche internazionali e delle loro ricadute sul prodotto italiano.
L'operatore racconta di aver recentemente parlato con un suo cliente greco, specializzato nell'importazione di patate da Cipro, Egitto e altri Paesi dell'area balcanica e mediorientale, con destinazioni che comprendono Grecia, Romania e Bulgaria. Questo cliente, che scarica container direttamente al porto di Salonicco, già dai primi di febbraio (e in alcuni casi dalla fine di gennaio) offriva patate egiziane a prezzi quasi dimezzati rispetto a quelle italiane.
"Questa informazione mi è stata utile per comprendere l'andamento futuro del mercato italiano – spiega l'operatore – perché il prezzo più basso delle patate egiziane e la loro ampia disponibilità indicano una forte pressione sulle nostre produzioni. Negli ultimi anni, quando i prezzi esteri erano più alti e la domanda in Europa dell'Est (Ucraina, Polonia, Bielorussia, Russia) era elevata, la patata italiana riusciva a mantenere buoni livelli di prezzo e vendita. Quest'anno, invece, il surplus di offerta internazionale ha creato una situazione di saturazione".
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Negli ultimi tre anni, il mercato della patata italiana ha registrato buoni risultati. Ciò ha spinto molti produttori - soprattutto in Puglia - a incrementare gli investimenti, quadruplicando in alcuni casi le superfici coltivate. "Ma quest'anno la situazione è decisamente cambiata. Già a marzo dicevo a più di qualcuno che le patate non promettevano bene: troppa offerta, troppo prodotto nei magazzini europei, e la concorrenza sui prezzi diventata insostenibile. Il fenomeno si è acuito con l'ingresso diretto dei produttori nella fase commerciale. Dopo esperienze negative su contratto, molti produttori pugliesi hanno scelto di vendere direttamente. Questi però spingono più dei commercianti e ciò crea ulteriore squilibrio".
Il quadro internazionale mostra attualmente una sovrabbondanza di patate: Marocco, Tunisia, Egitto, Grecia, Cipro, tutti presenti con le proprie produzioni sui mercati europei. "A questi si aggiungono le nostre: Sicilia, Campania, Puglia. E fra poco inizieranno anche le raccolte del centro-nord. La Spagna, nel frattempo, è già strapiena", dichiara l'operatore.
Questa congiuntura rende il mercato stagionale "disastroso". I prezzi attuali per la patata fresca da consumo, come la Spunta pugliese, si attestano attorno a 0,50 euro, franco partenza. L'ottica generale è definita "pessimistica".
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L'unica nota positiva nel panorama italiano è stata la Sicilia, favorita dall'anticipo della sua campagna. "Circa un mese fa, quando la patata pugliese non era ancora pronta, aziende che ritirano dalla Sicilia acquistavano merce grezza a circa 0,70 euro franco partenza. E per un buon 75% delle vendite, tale cifra è stata mantenuta. Si tratta di un prezzo ottimo, se confrontato con i 0,50 euro attuali, per la merce già lavorata in cassetta".
Il futuro a breve termine non lascia spazio all'ottimismo. "La speranza è che i prezzi si stabilizzino almeno su 0,60 euro per la qualità pugliese, ma la concorrenza estera e l'eccesso di prodotto rendono difficile qualsiasi previsione positiva", conclude l'operatore.