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Tiaan Snyman – Principle Agri

"L'era dell'agricoltura basata solo sui volumi è al tramonto"

Tiaan Snyman è un consulente agricolo "alla vecchia maniera", come lui stesso si definisce, ispirato dalla vecchia guardia dell'industria agrumicola del Lowveld: figure come James Warrington, che gli hanno trasmesso il valore di un consiglio imparziale per gli agricoltori.

"La mia consulenza si basa sulla redditività del produttore. Nei mercati estremamente competitivi in cui esportiamo, la qualità diventerà sempre più fondamentale. I tempi in cui si coltivava puntando solo ai volumi stanno finendo", spiega Snyman. Ogni cassa di frutta deve essere perfetta sotto ogni aspetto.


Tiaan Snyman

Attraverso scelte mirate su suolo, nutrizione e irrigazione, Tiaan Snyman è convinto di poter incidere direttamente sulla redditività degli agricoltori, massimizzando il numero di cassette commercializzabili e, al tempo stesso, tenendo sotto controllo i costi.

"La pressione esercitata dai costi è aumentata enormemente negli ultimi cinque anni. A volte tendiamo a trascurare le basi, come l'irrigazione o la potatura, cercando di risolvere tutto con 'prodotti miracolosì", osserva Snyman.

La sua esperienza di sette anni come responsabile tecnico di Indigo Farming, divisione operativa del gruppo ANB Investment (proprietario dei marchi ClemenGold e LemonGold), gli ha confermato una certezza: tornare ai fondamentali è sempre la scelta vincente.


Prove su diverse tipologie di pacciamatura

Il valore di una voce indipendente
Tiaan Snyman, agronomo specializzato in scienze del suolo, sottolinea come l'espansione dell'influenza delle multinazionali abbia progressivamente inglobato molti consulenti tecnici indipendenti e con esperienza. Di conseguenza, le raccomandazioni sono spesso condizionate dalla necessità di vendere prodotti.

Negli ultimi tempi ha visitato numerose aziende agricole colpite da un'insolita persistenza delle piogge nelle aree a regime estivo, che ha ritardato il raccolto. Secondo Snyman, ciò avrà inevitabilmente un impatto sulle varietà precoci di agrumi. Se le piogge dovessero proseguire anche nelle prossime settimane, quando solitamente cessano, potrebbero rappresentare un serio problema soprattutto per cultivar sensibili come limoni, clementine e Nova.

"Le piogge portano sempre con sé delle sfide per la qualità, sia prima sia dopo la raccolta", avverte Snyman.

Nel nord del Paese, la raccolta dei Satsuma è quasi completata, mentre si avvicina il turno di clementine e Nova. "Per la maggior parte degli agricoltori sembra un buon anno, con un numero di cassette simile a quello della scorsa stagione".


Guilietta è un nuovo tipo di dekapon di proprietà di Sunworld, commercializzato come Sumo Citrus negli Stati Uniti

Coltivare agrumi per l'Est è più sostenibile che per l'Europa
Tiaan Snyman lavora a Nelspruit, un'area subtropicale umida con forte pressione fitosanitaria, dove collabora a stretto contatto con entomologi e patologi vegetali.

A destra: una combinazione di trucioli di legno e compost per garantire radici sane.

Molti agricoltori del Lowveld scelgono di produrre per i mercati del Medio ed Estremo Oriente, piuttosto che per l'Europa, a causa dell'alta incidenza del citrus black spot (CBS), una malattia fungina degli agrumi. I Paesi orientali tollerano maggiormente questa macchia nera, consentendo una gestione con meno trattamenti chimici. Il risultato? Una coltivazione più sostenibile dal punto di vista ambientale rispetto a quella destinata all'Europa.

Da un lato, l'Unione europea dichiara l'intento di ridurre l'uso globale di fitofarmaci. Dall'altro, ha reso una semplice imperfezione estetica sulla buccia degli agrumi – che non intacca la polpa – una battaglia prioritaria.

"È giusto evitare di introdurre una malattia in un Paese dove non è presente. Ma il nostro clima subtropicale, con forte pressione di citrus black spot, non ha nulla a che vedere con quello europeo", osserva Snyman.

Il CBS è stato rilevato per la prima volta in Sudafrica nel 1929. Nonostante non sia un patologo, Snyman sottolinea che, in condizioni subtropicali come quelle sudafricane, se non controllato, il fungo può causare gravi danni a un intero agrumeto.

Secondo gli entomologi, è altamente improbabile che i corpi fruttiferi (pycnidia) del CBS, presenti sul frutto destinato all'export, possano effettivamente trasmettere la malattia.

Uno studio condotto dal Citrus Research International (CRI), il centro di ricerca dell'industria agrumicola sudafricana, ha dimostrato che il mix di trattamenti post-raccolta, conservazione a freddo e applicazione di cere riesce a controllare efficacemente le infezioni latenti e a impedire del tutto il rilascio di spore da frutti e bucce.

Il rischio più concreto, sottolineano gli esperti, è rappresentato da materiale vegetale infetto che potrebbe raggiungere, attraverso canali non regolamentati, le regioni agrumicole dell'Ue.


Gusci di macadamia e corteccia scheggiata testati in giovani frutteti

Snyman prosegue: "Ogni anno vengono spesi miliardi di rand per combattere il black spot, e non mi riferisco solo ai trattamenti chimici: penso al gasolio necessario per far funzionare gli atomizzatori e i trattori, alla manodopera coinvolta…". La battaglia contro il fungo che provoca le macchie nere sugli agrumi somiglia sempre più a una sfida di Sisifo, destinata a diventare ancora più difficile – se non già quest'anno, sicuramente il prossimo.

Il mancozeb, un fungicida della famiglia dei ditiocarbammati, rappresenta il pilastro dei programmi di difesa contro il black spot per la maggior parte dei produttori di agrumi sudafricani. Snyman afferma di non credere che, nelle aree a piovosità estiva, ci sia qualcuno che da anni abbia avuto il coraggio di adottare un programma senza mancozeb. A causa della crescente resistenza ai fungicidi emersa sin dagli anni '80, i programmi basati su mancozeb e strobilurine sono diventati la norma nei primi anni 2000 – e secondo Snyman, rimangono ancora oggi lo strumento più affidabile nelle annate ad alta pressione del CBS.

Attualmente, il livello massimo di residui di mancozeb consentito è di 5 mg/kg. Un cambiamento è previsto per il primo trimestre del 2026, fino al probabile divieto totale del principio attivo, come si attende il settore. Quanto alle alternative, Snyman ammette che nessuno, al momento, si sente davvero sicuro che esista una combinazione efficace e affidabile in grado di sostituire il mancozeb.

L'ironia del vietare i principi attivi: il caso dell'imidacloprid
Un'altra questione che preoccupa Tiaan Snyman – e che a suo avviso rappresenta perfettamente le conseguenze non intenzionali di decisioni teoriche calate nella complessità della vita reale – riguarda le ricorrenti proposte di vietare l'imidacloprid, un insetticida neonicotinoide. "È l'imidacloprid che ci protegge dalla African greening disease. È fondamentale per la coltivazione degli agrumi".

In passato si è già discusso di un possibile divieto, ma per il momento il prodotto è ancora utilizzabile. "La Commissione europea ha riconfermato l'intenzione di abbassare il limite massimo di residui (MRL) di imidacloprid a 0,01 mg/kg nell'Ue, ma la procedura è attualmente in stallo", osserva il Citrus Research International.

Secondo Snyman, e con lui concordano anche molti entomologi, una graduale eliminazione dell'imidacloprid sarebbe un duro colpo per il Lowveld e per tutte le aree dove è presente la African greening – come Capo Sud. L'imidacloprid è un prodotto sistemico che agisce sugli insetti succhiatori, come il psillide vettore dell'African greening, ma anche contro la cocciniglia rossa. Se un giorno dovesse arrivare in Sudafrica la temuta Asian greening (o huanglongbing), lo stesso psillide potrebbe essere contrastato proprio grazie all'imidacloprid.

A differenza di molti insetticidi ad ampio spettro, questo principio attivo viene assorbito dalla pianta e trasportato attraverso i tessuti nei vari cicli di crescita, riducendo drasticamente la necessità di trattamenti frequenti durante la stagione – e quindi, sottolinea Snyman, anche l'impatto ecologico complessivo.

Pur non essendo un fitopatologo, Snyman coglie l'ironia della situazione: vietare un principio attivo considerato pericoloso può portare a un aumento dei trattamenti in campo. "Ci sono modi migliori di fare agricoltura 'più verde' che non passano per l'eliminazione dei principi attivi".

I costi elevati nel cercare di produrre frutta perfetta
La creazione di aspettative irrealistiche nei consumatori deve essere riconosciuta come un fattore che spinge verso "irrorazioni eccessive contro i parassiti che causano danni poco più che cosmetici", afferma Snyman, che lo definisce un paradosso frustrante: "Mentre i mercati chiedono sempre più una riduzione dell'uso di sostanze chimiche, allo stesso tempo si aspettano che la frutta sia visibilmente impeccabile".

A destra: albero di mandarino ben curato – Snyman durante il Simposio Internazionale sugli Agrumi in Corea del Sud, novembre 2024.

L'entomologo e collega consulente agricolo indipendente Adriaan Serfontein è convinto che le cicatrici da tripidi dovrebbero essere viste come un "distintivo d'onore, un segno che l'agricoltore ha scelto la responsabilità ambientale piuttosto che inseguire prodotti dall'aspetto perfetto".

Considerando la crescente pressione sulle aziende agricole da un punto di vista di sostenibilità (e giustamente), Snyman osserva che la gigantesca quantità di spreco alimentare che si verifica dopo che il cibo lascia l'azienda agricola, così come l'onnipresenza della plastica negli imballaggi, meritano lo stesso impegno e attenzione che vengono dedicati al miglioramento della qualità del suolo.

Per maggiori informazioni:
Tiaan Snyman
Principle Agri
+27 84 548 7772
[email protected]