Costi alle stelle, liquidazioni non adeguate alle spese sostenute, indennizzi per calamità non ancora pervenuti, mancanza di molecole contro le malattie e gli insetti… Nulla di nuovo, ma a tradurre in concretezza quanto spesso si dice solo in teoria, è l'agricoltore Bruno Martini di San Prospero (Modena).
Alcune immagini del frutteto Martini del 2024. A destra, Bruno Martini
"Coltiviamo oltre 30 ettari di frutta – esordisce Martini – e la passione non è mai mancata. Purtroppo, negli ultimi anni quel che manca è il reddito. E non lo dico per lamentarmi, ma per portare l'ennesimo esempio di come sia bistrattata la nostra categoria di agricoltori. Si dice tanto che l'agricoltura è finanziata, ma di certo noi agricoltori di soldi ne vediamo ben pochi. Ad esempio, ad oggi non ho ricevuto neanche un euro di indennizzi o sostegni riguardanti le terribili gelate 2023. E manca la liquidità per anticipare le spese da affrontare in questo periodo".
In realtà, il mondo agricolo neppure chiederebbe indennizzi se il mercato pagasse il giusto. D'altronde, si sa che le coltivazioni sono sotto il cielo e il clima ciclicamente fa danni. Il problema è che il mercato non ripaga gli investimenti e le spese sostenute.
"Porto un altro esempio, quello della liquidazione delle pere. Siamo soci di cooperative e per le pere consegnate nel 2024 abbiamo ricevuto un acconto pari a, mediamente, 0,20 – 0,25 euro/kg. Ciò significa che la liquidazione finale sarà fra 0,40 e 0,50 euro/kg. Con queste cifre come si fa a mandare avanti l'azienda? Ci fossero i costi di 15 anni fa, allora poteva essere ragionevole, ma con le spese attuali alle stelle (il gasolio agricolo è aumentato a quasi un euro/litro), e i problemi produttivi dovuti alla mancanza di molecole efficaci contro malattie e insetti, si tratta di liquidazioni che non danno reddito".
Ma l'elenco delle cose che non vanno è ancora lungo: "Stiamo ancora aspettando contributi assicurativi per le ultime annate e i costi assicurativi sono comunque eccessivi e non sostenibili, alla luce della liquidazione della frutta. Inoltre, anche pagando, c'è difficoltà nel trovare coperture assicurative adeguate. Vi sono problemi fitosanitari irrisolti come cimice asiatica e alternaria, anche a causa dell'eliminazione di principi attivi indispensabili per salvaguardare il prodotto".
"Con questo sintetico riassunto, volevo evidenziare la difficile condizione economica in cui si trovano le aziende che coltivano pere. Questa situazione non permette alle aziende di avere il capitale di anticipazione per l'anno 2025, un anno che sarà pieno di incertezze, notando già la mancanza di gemme produttive rispetto al 2024", conclude Martini.