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"Parole d'Ortofrutta" di Giancarlo Amitrano

Intelligenza artificiale o artificiosa?

Se ne fa ormai un gran parlare in tutti i campi ed è attesa come la panacea delle inefficienze strutturali e delle inettitudini conclamate. E così c'è ormai un affanno generale a rincorrerla per inglobarla nei processi interni, farla assurgere a deus ex machina delle carenze decisionali, affidarle definitivamente le scelte strategiche quotidiane o di lungo periodo, spostando finalmente l'asse della responsabilità dall'homo faber fortunae suae all'homo delegans.
Esatto, perché alla fine dei conti l'AI non è altro che una delega di mansioni a un'entità non-umana, con la presunzione di averne predefinito i confini operativi ed eliminato, o quasi, il margine d'errore grazie all'umanità di chi l'ha creata. Gli amanti della logica razionale esclamerebbero: capperi! Pura tautologia!

Giancarlo Amitrano

Eppure, nonostante la premessa, non sono un negazionista della necessità di sviluppare sistemi di IA che possano coadiuvare l'uomo nelle sue attività, specie laddove determinate scelte dipendano dall'elaborazione di una mole di dati talmente pesante da valutare, incrociare, predire e assemblare che risulterebbe impossibile da analizzare anche al superuomo di Nietzsche.

In questo senso, sicuramente tutte le attività di riordino che fanno capo al mondo retail, sia lato negozio fisico sia lato centrali d'acquisto, e che hanno o andranno nel prossimo futuro a implementare sistemi gestionali di controllo dei previsionali di fabbisogno, trarranno enormi benefici in termini di valutazione dello storico, analisi dello stock, analisi del venduto, analisi delle distruzioni, date sell-in e sell-out, picchi di consumo stagionali o da ricorrenza, ottimizzazione dei carichi, efficientamento delle rotazioni, riduzione degli inevasi e mancate vendite.

Ma la vera preoccupazione che tutto ciò dovrebbe destare è lo spostare ancora una volta il focus dalla necessità di formare il materiale umano a disposizione alla possibilità di fare business proficuo con personale scevro da qualsiasi professionalità, intraprendenza, conoscenza.

E allora avremo una forza manageriale intenta solo a fornire quante più nozioni possibili a un cumulo di gigabyte, piuttosto che a giovani promesse, con l'impossibilità di creare ricambio generazionale agli illuminati di oggi, o presunti tali.

Non sarebbe forse auspicabile un processo formativo dei dipendenti che possa metterli nella condizione di gestire al meglio una IA, di alimentarla con i propri input, di valutarne le proposte senza subirle, di contraddirle dove necessario o dove si palesi un rischio calcolato, di accettarle coscientemente?

Come sempre, la giusta via in medio stat e quindi vedo un futuro vincente nelle mani di chi saprà dotarsi di dipendenti preparati, che sappiano sfruttare al meglio i sistemi gestionali messi loro a disposizione e di contro tristi presagi per coloro che punteranno tutto su applicazioni in mano a utenti preparati al mero utilizzo del tasto "invio".

Il rischio è che nel prossimo futuro le IA non possano che autoalimentarsi della propria stessa conoscenza e che la famosa frase "ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare" sia pronunciata da un freddo monitor!

Giancarlo Amitrano
responsabile ufficio acquisti ortofrutta
catena Cedigros

(Rubrica num. 51)