"La campagna ciliegie di quest'anno è cominciata da metà aprile con la raccolta delle varietà precoci. A denotare quest'annata, sin dai primi stacchi, c'è una certa carenza produttiva, paragonabile a quella dello scorso anno, ma con quotazioni soddisfacenti sin da subito, proprio perché il mercato chiedeva prodotto, che però mancava". Queste in prima battuta le parole di Antonio Mancini, dell'omonima azienda sita a Teano (Caserta).
"Anche se abbiamo commercializzato un terzo della produzione, i prezzi si sono tenuti abbastanza alti, pari a 3 o 4 euro al chilo all'origine – dice l'imprenditore - Difficile dire già ora se tali quotazioni più alte siano state sufficienti a colmare l'ammanco produttivo. Bisognerebbe farsi qualche conto a fine campagna, ma quello che è certo è che abbiamo risparmiato sui costi di produzione in termini di manodopera. Infatti è risaputo che la ciliegia sia una referenza con elevati costi di gestione e una forte necessità di manodopera, per cui produrre meno significa anche raccogliere meno, e quindi avere minori costi relativi alla raccolta".
Antonio Mancini è il titolare dell'omonima azienda agricola di Teano (Caserta) specializzata in frutticoltura. Con una superficie produttiva totale di 18 ettari, di cui 10 di ciliegie, 5 di melannurca, 2 di pere e 1 ettaro di susine, l'imprenditore ha scelto di combattere i cambiamenti climatici, coprendo i propri frutteti.
"Gli esigui quantitativi prodotti non sono stati sufficienti a rispondere alle richieste di mercato; fra l'altro, questa situazione è generalizzata, riguarda i principali areali produttivi italiani. Basti pensare che la Puglia ha prodotto il 60% in meno, ma il problema si estende anche in Europa, e pure la Spagna ha prodotto di meno. La carenza produttiva è dovuta ai cambiamenti climatici, in quanto le piante non hanno avuto le adeguate ore di freddo di cui necessitavano per produrre".
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Az. Agr. Mancini Antonio
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