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I risultati di un'indagine Eurispes

La dieta degli italiani: onnivori, vegetariani o vegani?

Il 36° Rapporto Italia di Eurispes conferma "il carattere decisamente straordinario della fase storica che stiamo vivendo, ma aggravata dal fatto che nello scenario nel quale operiamo e al quale facciamo riferimento, le tensioni e i confitti si sono ampliati ed estesi rispetto al 2023, che l'impatto dei grandi cambiamenti strutturali in corso (da quelli climatici e demografici alla rivoluzione tecnologica digitale) ha continuato a crescere in ampiezza e profondità, incidendo sulla vita delle nostre comunità, senza trovare finora delle risposte correttive adeguate, in particolare a livello internazionale". Queste le parole utilizzate da Gian Maria Fara, presidente Eurispes.

Nel rapporto 2024, l'Istituto ha svolto, tra le altre, un'indagine sulla dieta degli italiani, cercando di carpirne abitudini e nuove tendenze. Onnivori, vegetariani o vegani? La maggioranza del campione interpellato nell'indagine è sempre stato onnivoro (85,5%). A dichiarare di essere vegetariano è il 7,2%, seguito dal 2,3% di chi si dichiara vegano. Il 5% dichiara di essere stato vegetariano in precedenza.

La tendenza delle persone che si identificano come vegetariane sta mostrando un incremento del 3% rispetto all'anno scorso, rompendo così la tendenza negativa che aveva avuto inizio nel 2021 e raggiungendo il picco più elevato osservato nell'arco degli ultimi dieci anni. Per quanto riguarda la comunità vegana, i dati rimangono invariati rispetto al 2023, suggerendo che la quota leggermente inferiore al 2,5% possa essere vista come una percentuale ormai stabile nella popolazione, a parte la diminuzione registrata nel 2022. Da osservare come, nel decennio compreso tra il 2014 e il 2024, la proporzione della popolazione che segue una dieta vegana sia aumentata di quattro volte.

L'86,4% del campione, che si è dichiarato vegetariano/vegano, afferma di sentirsi meglio fisicamente e il 73,3% di mantenere con più facilità il peso forma. Anche la creatività in cucina sembra beneficiarne secondo il 66,5% degli intervistati. Unico svantaggio i sapori dell'alimentazione tradizionale: li rimpiange il 39,8%.

Convivenza alimentare che oscilla tra accettazione, indifferenza e conflitto
In una società sempre più attenta alle scelte alimentari, la convivenza tra diverse filosofie culinarie si rivela un tessuto di esperienze variegate. Emerge un panorama di convivenza alimentare che oscilla tra accettazione, indifferenza e conflitto, riflettendo le sfide di una società che cerca ancora il proprio equilibrio tra il rispetto delle scelte individuali e la costruzione di spazi condivisi di tolleranza e comprensione.

Tra le fila dei vegetariani e vegani, un gruppo significativo, pari al 36,1%, vive con serenità il momento del pasto in compagnia di onnivori, affermando di non sentirsi "mai" disturbato dalla presenza di carne o pesce sui tavoli condivisi. Tuttavia, questa tolleranza non trova riscontro nella totalità della comunità: il 63,8% ammette di provare un certo fastidio, oscillando tra "qualche volta", "spesso" e "sempre", nel trovarsi di fronte a scelte alimentari diverse dalle proprie. La questione dell'accettazione si complica ulteriormente quando si indaga la percezione di atteggiamenti negativi o intolleranti. Solo un quarto della popolazione vegetariana e vegana, il 23,6% per l'esattezza, afferma di non aver mai sperimentato tali dinamiche. Al contrario, una larga maggioranza, il 76,4%, riporta di aver incrociato sguardi e commenti poco benevoli, seppur con frequenze diverse, un chiaro segnale di una strada ancora lunga da percorrere verso l'inclusività.

Guardando dall'altra parte della tavola, sembra che gli onnivori si dimostrino più aperti. Una vasta maggioranza, l'86,8%, dichiara di essere "per nulla" o "poco" infastiditi alla vista di piatti vegetariani o vegani. Questo dato potrebbe suggerire una maggiore normalizzazione delle diete prive di carne e pesce, o forse, una semplice manifestazione di indifferenza verso le scelte altrui.

Crescente popolarità delle diete "senza"
Le tendenze alimentari moderne stanno vedendo una crescente popolarità delle diete caratterizzate dall'esclusione di specifici ingredienti. Tra queste, spiccano gli alimenti privi di lattosio, che guidano la classifica con una preferenza del 30,9%, seguiti da quelli senza zucchero (25%), senza glutine (21%), senza lievito (18,3%) e senza uova (13,8%). Sorprendentemente, è emerso che a scegliere questi prodotti sono maggiormente persone che non presentano intolleranze alimentari rispetto a chi soffre di intolleranze certificate.

Oltre a queste diete "senza", gli italiani sembrano orientarsi anche verso altre scelte alimentari salutari. Un significativo 33,5% afferma di consumare regolarmente mix di frutta secca e semi, mentre il 25,2% predilige alimenti ricchi di proteine. I semi, come quelli di lino, girasole e canapa, sono una scelta frequente per il 23,5% della popolazione, e il 22,6% si affida agli integratori alimentari per bilanciare la propria dieta. Gli alimenti che contengono cannabis, invece, trovano una nicchia più ristretta, con solo il 6,3% degli intervistati che li consuma spesso o abitualmente, e un ulteriore 13,3% che li prova occasionalmente.