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Gli stili di vita si imparano in famiglia, a scuola, nello sport, ma anche con i nuovi modelli online

Giovani e ortofrutta, un binomio con contraddizioni

Coinvolgere i giovani in un consumo più consapevole (e maggiore) dell'ortofrutta non è impossibile, ma occorre cambiare totalmente i paradigmi. Non si può pensare di invertire i trend ragionando come si faceva 30 anni fa. Sono solo alcuni dei concetti emersi il 27 marzo 2024 al convegno "Frutta e verdura, come conquistare i giovani", organizzato a Bologna dal CSO e promosso con la collaborazione di ACI, Fruitimprese, Assomela.

Oltre un centinaio i partecipanti al convegno a Bologna organizzato dal CSO all'Hotel Portici

"In Italia, i giovani sotto i 26 anni sono circa 9 milioni - ha esordito Francesca Ansaldi dell'Istituto Piepoli - Di questi, il 90% circa consuma qualsiasi tipo di alimento senza preclusione. Eppure circa 2 milioni di giovani consumano poca o nulla frutta e verdura. Come conquistarli? Di certo, il primo accorgimento è quello di offrire loro un prodotto buono da mangiare. In seconda battuta, contano molto gli stili di vita appresi in famiglia, a scuola e con lo sport".

Foto di gruppo per i relatori del convegno "Frutta e verdura, come conquistare i giovani"

Coordinata dal presidente del CSO Paolo Bruni, la mattinata è stata caratterizzata dalle relazioni di Elisa Macchi (direttrice CSO) e di Francesca Ansaldi. "In due anni, i consumi di ortofrutta, in Italia, sono diminuiti del 15% - ha detto Macchi – pari a circa 800mila tonnellate. A fronte di un calo delle quantità, è aumentato però il valore a causa dell'inflazione che ha aumentato i prezzi. Ogni famiglia italiana acquista in media 50 kg di ortofrutta in meno all'anno rispetto a 6-7 anni fa". Aumenta ancora il peso della GDO, che ormai è padrona incontrastata della distribuzione. La sua quota era del 67% nel 2019, salita all'80% nel 2023.

Elisa Macchi

Mangiare bene è un piacere (per un ragazzo su due), il made in Italy è un valore (per il 41% del campione). Il 47% dei ragazzi vorrebbe imparare ad alimentarsi meglio di come sta facendo. Ed è qui che entra in ballo l'ortofrutta. Il 42% dei giovanissimi (14-20 anni) e quasi la metà dei più grandi (20-26 anni) dichiarano di mangiare frutta regolarmente, quasi tutti i giorni, mentre meno appeal ha la verdura, che scende al 34% nella fascia dei giovanissimi. Nella scelta di consumo di almeno la metà dei giovani (uno su due mangia frutta e verdura perché è buona e fa bene), contano molto i modelli positivi: le abitudini familiari, i modelli di riferimento (testimonial, allenatori, esperti), quelli educativi (scuola).

Francesca Ansaldi dell'Istituto Piepoli

"Teniamo in considerazione - ha aggiunto Ansaldi - che i giovani sono più propensi a mangiare fuori, sia per motivi di studio sia per lavoro; pertanto, i loro acquisti di F&V nell'ambito della spesa sono condizionati anche da questo".

Da sinistra: Giovanni Missanelli, Davide Vernocchi, Paolo Bruni, Alessio Mammi, Pietro Mauro

"Va anche detto - ha precisato Macchi - che alcune categorie di frutti stanno aumentando per lo più fra i giovani, come il kiwi giallo. In generale, i frutti con maggior indice di penetrazione fra le famiglie più giovani sono banane, mele e fragole".

E' seguita poi una breve tavola rotonda con Davide Vernocchi (ACI), Giovanni Missanelli (Assomela), Pietro Mauro (Fruitimprese), Alessio Mammi (assessore regionale).

Giovanni Missanelli, direttore di Assomela

Missanelli ha posto l'accento sulle difficoltà del comparto, emerse anche dai dati presentati sui consumi fra i giovani. "Prezzi e sostenibilità non sono valutati in maniera corretta, ma per cambiare le cose dobbiamo raccontare al consumatore tutto il lavoro che sta dietro alla produzione ortofrutticola".

"Se vuoi aumentare i consumi di ortofrutta fra i giovani - ha detto Pietro Mauro - occorre cambiare mentalità e paradigmi. Un ragazzino di 14 anni, che ormai trascorre la maggior parte del suo tempo guardando i social, ha come suo punto di riferimento sì la famiglia, ma può essere condizionato anche dai messaggi che circolano sul web".

Davide Vernocchi, presidente di ACI

"Quando si parla di inflazione, l'ortofrutta viene sempre, ingiustamente, indicata come responsabile dei rincari nel carrello della spesa - ha esordito Vernocchi - mentre sappiamo che non è così. Ma se passa questo messaggio, vuole dire che abbiamo sbagliato qualcosa nella comunicazione".

Il cavalier Paolo Bruni presidente CSO

Le conclusioni sono state tratte dall'assessore regionale all'Agricoltura dell'Emilia Romagna Alessio Mammi, il quale ha sottolineato il prezioso lavoro svolto da CSO Italy e l'influenza dei social sulle nuove generazioni, che non sono meno consapevoli di quelle che le hanno precedute, ma semplicemente si rivolgono a mezzi di comunicazione diversi.

Il presidente Bruni ha ringraziato la platea, che ha visto anche la presenza dei rappresentanti di Coldiretti, Confagricoltura e CIA, oltre che delle centrali cooperative, dei vertici dei Mercati di Bologna e Rimini, delle imprese associate a CSO Italy, nonché della GDO.