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A cura di Luigi Gallo, Azienda regionale per lo sviluppo dell'agricoltura calabrese (ARSAC)

La biodiversità dell'aglio di Laino Borgo (CS)

L'Italia è un Paese importatore di aglio, ma la qualità del prodotto coltivato in Italia è superiore a quella dell'aglio proveniente da altri Paesi (Cina, Spagna, Turchia, Egitto, Cambogia, per citarne alcuni). Questa consapevolezza ha stimolato le aree di maggiore e tradizionale produzione a riorganizzare la coltivazione e la commercializzazione, istituendo anche marchi di protezione europea (Igp, Dop, ad esempio).

Tra i più famosi agli italiani abbiamo: Bianco Piacentino, Bianco Polesano, Aglio di Voghiera, Aglio di Resia, Aglio di Vessalico, Rosso di Paceco, Rosso di Sulmona, Aglio Testa Rossa Cardinale della valle dell'Esaro, in provincia di Cosenza. "Con le loro caratteristiche organolettiche, questi prodotti esprimono la tipicità dell'area di coltivazione. Il rilancio dell'Aglio di Laino Borgo rientra perfettamente in questa ottica", spiega Luigi Gallo (foto a lato) dell'ARSAC-Centro di Divulgazione Agricola (Ce.D.A.) n. 2 del Pollino-Castrovillari (CS).

L'Aglio di Laino Borgo, riscoperto di recente dal Centro, è un ecotipo locale della specie Allium sativum che appartiene alla famiglia delle Liliaceae. Si coltiva prevalentemente nel territorio di Laino Borgo, in provincia di Cosenza, nel Parco Nazionale del Pollino, inserito in un'orticoltura tipica a basso impatto ambientale e di qualità, insieme ad altre specie come fagioli borlotti, pomodori, peperoni, zucchine, insalate, fagiolo poverello bianco a marchio De.Co, e altre.


Coltura di Aglio di Laino Borgo

Tecnica di produzione
Come nella tradizione, la semina dei "bulbilli" di questo ecotipo di aglio avviene manualmente alla fine di ottobre, con raccolta ai primi di luglio. Alla realizzazione della resa in bulbi secchi contribuiscono la fertilità del terreno, l'epoca di semina, l'andamento climatico e il peso/dimensione dei singoli bulbilli utilizzati per la semina. Si registrano abitualmente rese in bulbi secchi che vanno da un minimo di 70 a un massimo 150 quintali per ettaro. La semina dei bulbilli avviene in solchi paralleli distanziati 60-80 cm uno dall'altro. Lungo i solchi, i bulbilli vengono distanziati 10-15 cm e interrati ad una profondità di 5-8 cm.

"Negli ultimi anni, si sta cercando di migliorare la tecnica tradizionale, anche in funzione della meccanizzazione di alcune operazioni colturali e per la difesa dai parassiti. Lo scopo è quello di risparmiare manodopera, agevolando le altre operazioni colturali, alcune delle quali possono essere eseguite meccanicamente - spiega Gallo - L'eliminazione delle erbe infestanti avviene manualmente, se si adotta il sistema tradizionale in piccoli appezzamenti, ma può essere meccanizzata mediante l'uso di motocoltivatori tra le file. Per quanto riguarda l'apporto nutrizionale, la tecnica attualmente in uso è prevalentemente quella tradizionale, che non prevede concimazioni chimiche, ma solo letamazioni".


Particolare di Aglio di Laino Borgo, seminato a file

La raccolta dei bulbi secchi a fine ciclo avviene manualmente, ma può essere meccanizzata mediante scavatrici. "Dopo la raccolta, i bulbi con la parte epigea ormai secca si conservano sotto forma di trecce o mazzetti che, di solito, si appendono sotto tettoie al riparo dalle piogge - continua Gallo - Qualche giovane imprenditore, sta sperimentando la conservazione dei bulbilli in vasettini aromatizzati con pepe e foglie di alloro e ginepro oppure in agrodolce, particolarmente gradito dai consumatori come aperitivo e/o antipasto, in quanto viene completamente eliminato l'odore sgradito di aglio".

Aspetti economici
Attualmente questo ecotipo di aglio si commercializza sotto forma di trecce, di mazzetti, di bulbi o, in pochi casi, trasformato e conservato in vasetti di diverso peso. I programmi di valorizzazione realizzati dall'ARSAC per l'Aglio di Laino Borgo hanno determinato l'aumento dei consumatori, sia tra i residenti nel territorio del Parco Nazionale del Pollino sia tra i non residenti e stranieri. All'aumento della domanda di questo prodotto è corrisposto un aumento del prezzo, che ha stimolato la produzione.


Aglio di Laino Borgo dopo la raccolta, appeso sotto una tettoia

"Infatti, da un'analisi economica della coltivazione dell'Aglio di Laino Borgo, è emerso che potenzialmente da un ettaro è possibile ottenere una produzione media di circa 130 quintali di bulbi, che, a un prezzo medio di vendita pari a circa 65 euro al quintale, fornirebbe una Produzione lorda vendibile di circa 8.450 euro - sottolinea Gallo - Considerato che i costi espliciti sostenuti per un ciclo produttivo sono mediamente il 25% del valore della PLV, pari a circa 2.112,50 euro, si calcola un probabile reddito di circa 6.337 euro per ettaro".

"Va considerato che questa produzione ha un rischio d'impresa molto ridotto, in quanto non richiede grandi investimenti, ma solo le spese per le anticipazioni colturali. Inoltre, la vendita del prodotto avviene direttamente dal produttore al consumatore e non esistono intermediari - spiega Gallo - Perciò i giovani imprenditori agricoli, come già sta avvenendo, possono svolgere un ruolo determinante nel rilancio dell'Aglio di Laino Borgo determinando, nel contempo, un ricambio generazionale nel settore agricolo".


Aglio di Laino Borgo conservato in vasettini

Il comune di Laino Borgo, ha deciso di istituire la Denominazione Comunale (De.Co.) per questo ecotipo di aglio. L'ARSAC ha contribuito a questo importante riconoscimento fornendo la necessaria collaborazione tecnica agli amministratori, con incontri e sopralluoghi nelle aziende dei produttori.

Prospettive future
L'Aglio di Laino Borgo è stato seminato, in apposita parcella, presso il Centro Sperimentale Dimostrativo (CSD) dell'ARSAC di San Marco Argentano e si sta valutando la possibilità di inserirlo, insieme ad altri ecotipi, in un progetto di studio più complessivo in collaborazione con altre istituzioni di ricerca: CREA di Pontecagnano e UNICAL, per citarne alcuni. "In conclusione, siamo impegnati oltre che alla caratterizzazione genetica e qualitativa del prodotto e al rilancio gastronomico, ad approfondire le conoscenze della coltura al fine di migliorare e meccanizzare, ove possibile, le tecniche colturali, inserendo l'aglio in sistemi orticoli più ampi", conclude Gallo.


Aglio di Laino Borgo dopo la raccolta, appeso sotto una tettoia

Foto articolo fornite da Luigi Gallo

Per maggiori informazioni:
Luigi Gallo
+39 349 2808998
Centro di Divulgazione Agricola (Ce.D.A.) n. 2 - ARSAC di Castrovillari (CS)
[email protected]